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Project Work Web Usability (3)

07/06/2004 9311 lettori
4 minuti

2-Il design della navigazione

Lo scopo principale degli strumenti di navigazione di un sito, come abbiamo visto,è quello di fornire all’utente indicazioni su dove è e su dove può andare.Devono poter contenere informazioni anche sui contenuti: “dove posso andare significa verso quali contenuti/servizi posso andare”; quindi gli strumenti di navigazione devono farsi carico di compiti di comunicazione di struttura, contenuti e funzionalità del sito,in maniera completa e al tempo stesso flessibile, attraverso una serie di passaggi fondamentali.

2.1 Il primo passo: decidere  la struttura
 
Alla base di ogni scelta di navigazione vi sono accurate decisioni che riguardano l’architettura delle informazioni, ovvero il modo in cui si è deciso di suddividere logicamente le informazioni del sito.
L’architettura informativa dà l’indispensabile struttura al sito ed è di vitale importanza riflettere bene su questo aspetto,perché inciderà pesantemente su tutte le scelte successive.
Il metodo più diffuso per una buona progettazione dell’architettura informativa è il card sorting, secondo cui ogni voce o unità informativa che si intende comprendere nel sito deve essere scritta su un cartoncino o un foglietto , utilizzando una descrizione verbale semplice e significativa per l’utente finale.Una semplice trasposizione delle attività aziendali in gergo manageriale può non essere una buona idea, perché il vostro utente potrebbe non avere le competenze adatte per capire si che si tratta.
Una volta descritti tutti i contenuti sui diversi cartoncini, si deve dare ordine al caos,ovvero raggruppare le voci;il card sorting prevede che questa attività di raggruppamento venga svolta da diversi soggetti rappresentativi dell’utenza-tipo.Chiedendo agli utenti di raggruppare e denominare i contenuti nella maniera per loro più significativa si evitano errori dovuti a una visione troppo centrata sull’azienda o sui progetti di management, che solitamente sono troppo specialistici per l’utenza media.
 
E’ bene non sottovalutare questa fase, perché un errore a questo punto del processo si rifletterebbe negativamente sul prodotto finito, che sarà molto più costoso correggere!!
 
2.2 I problemi del labeling (etichette verbali)
 

Una volta trovati i criteri di raggruppamento del materiale che comporrà il sito,si devono trovare i nomi giusti per indicare i diversi gruppi.Anche siti che hanno una navigazione elementare possono presentare problemi di labeling e non sono rari i siti ricchi di contenuti interessanti che utilizzano label (etichette verbali) fantasiose ma ben poco significative per l’utente, che quindi non capisce assolutamente dove cercare le cose che più lo interessano.

Se il raggruppamento è stato condotto appropriatamente ci si trova con alcune categorie concettuali di navigazione chiare e coese,che potrebbero essere:

-          Categorie nelle quali sono suddivisi i contenuti o i prodotti.

-          Elementi di community

-          Features del sito (help,tour guidati, mappe del sito…)

Tenendo presente che in alcuni casi potrebbe essere necessario avere bisogno di spazio per una navigazione locale o secondaria, ad esempio in una categoria dei prodotti potrebbe essere utile inserire ulteriori suddivisioni o informazioni necessarie e contestuali.

 2.3 Stabilire delle gerarchie

 A questo punto inizia il processo di gerarchizzazione, ovvero decidere quali di questi gruppi di link è più importante, in alcuni casi la scelta potrebbe essere difficile, infatti in siti molto compositi come quelli delle pubbliche amministrazioni, che volendo dare importanza a tutto si finisce per far competere gli elementi nel catturare l’attenzione del visitatore.Se non si riesce a stabilire delle gerarchie, forse si deve ripetere il processo di raggruppamento e categorizzazione delle voci utilizzando altri criteri: da quello oggettuale a quello funzionale,in cui si elencano le possibili azioni che gli utenti possono voler fare. In questa,come in tutte le fasi,la cosa migliore è chiedersi di cosa può aver bisogno un utente reale visitando il sito,orientando la navigazione in maniera che sia un ausilio per le scelte d’azione dell’utente,piuttosto che onnicomprensiva dell’azienda o dell’ente.Un sito non è una brochure, non è fatto per essere guardato, ma utilizzato con scopi precisi; solo se non vi è niente che sia possibile fare sul sito, un approccio “da guardare” può essere quello più adeguato.

I gruppi di voci istituzionali,relativi all’azienda o al chi siamo,dovrebbero essere ben distinti da quelli relativi alle offerte o alla struttura informativa,il che non impedisce una certa ridondanza:è possibile che vi sia un indice complessivo dei prodotti di navigazione e un elenco delle diverse categorie di prodotti a costituire un altro gruppo.Fornire più vie di accesso ai contenuti è normalmente un aiuto per l’utente, a patto che i criteri delle diverse categorizzazioni siano ben distinti e non si possano confondere, quindi non devono esserci due voci per la stessa azione,ma solo due voci per arrivare allo stesso punto attraverso azioni e intenzioni differenti.

Tuttavia il percorso logico che indicherà la strada delle varie pagine rimarrà sempre lo stesso,infatti il path (percorso a briciole di pane) indica il posizionamento logico del file nella struttura complessiva: non la strada che l’utente deve percorrere.

 2.4 Strumenti di organizzazione visuale

La gerarchia,comunque venga scelta,deve essere rappresentata in maniera visivamente significativa, non ci devono essere gruppi di navigazione che competano tra di loro.In generale bisogna intervenire su dimensioni, forme, posizionamento relativo e colori,che dovrebbe essere l’ultima ratio, un mero elemento di stile, poiché il layout dovrebbe funzionare anche in grigio, solo con il posizionamento relativo e l’aspetto delle voci e dei gruppi.Esistono regole di organizzazione percettiva che ogni buon grafico dovrebbe conoscere,le più importanti sono:

-Vicinanza:è il primo criterio di raggruppamento figurale, voci vicine sono percepite come unità.Attenzione però: le voci non dovrebbero essere così vicine da creare difficoltà nell’atto di cliccare!!E’ bene rinunciare in parte al concetto di vicinanza, piuttosto che creare menu con voci talmente piccole e fitte che richiedano molta attenzione per essere correttamente selezionate.

- Somiglianza: voci dall’aspetto simile sono più facilmente percepite come gruppo, pertanto le voci di uno stesso gruppo dovrebbero avere un aspetto simile.Se è possibile è meglio evitare voci troppo più lunghe delle altre e disposte magari su due righe perché contrastano l’effetto di somiglianza.

Tamara D'Aniello
Tamara D'Aniello

Dal 2008 professoressa di filosofia presso l'Istituto d'arte " Faccio" di Castellamonte (To)
Dal 2005 al 2007 Prof.ssa di filosofia e storia presso il liceo privato "Ist. De Nicola" sito in Portici (Na)e Tutor Universitario presso l'Ist. Verdi sito al Centro Direzionale (Na).
Laurea in Filosofia presso l'Univ. Federico II° di Napoli in Filosofia Morale con tema: "Fenomenologia dell'esistenza interiore tra linguaggio e silenzio in Romano Guardini"
Master di 2 anni in "Comunicazione Aziendale" presso il dipartimento della Comunicazione dell'Università di S. Marino. Attestato di frequanza al Seminario di "Semiotica del visivo" presso il Centro Internazionale di Studi Semiotici e Cognitivi" di S. Marino
Stage presso l'agenzia di pubblicità Ninosalemme&saget comunicazione di Napoli