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La vera sfida dell'AI? Scegliere la strada giusta prima che lo faccia qualcun altro

13/06/2025 363 lettori
4 minuti
800 milioni di utenti ChatGPT in 17 mesi. Google Search: 11 anni per raggiungere la stessa cifra.

Chi ha capito la differenza tra queste due velocità ha già iniziato a vincere.

Come CEO di un'agenzia specializzata in brand experience design, vedo ogni giorno aziende che oscillano tra due estremi: chi considera l'AI una minaccia all'autenticità del brand e chi pensa che basti implementare ChatGPT per rivoluzionare il business.

La verità è nel mezzo, e molto più interessante.

Oltre la sindrome "AI everywhere"

Negli ultimi mesi il mondo business vive una paradossale sindrome da "AI everywhere": tutti ne parlano, pochi la trasformano in valore concreto per i propri clienti. Le sale riunioni sono piene di presentazioni sull'intelligenza artificiale, ma l'esperienza che offrono ai loro clienti rimane identica a tre anni fa.

La vera domanda per CEO e CMO non è più "se" adottare l'AI, ma come integrarla nella strategia di marca senza perdere l'anima dell'azienda. Perché mentre stai decidendo se l'AI è "compatibile" con i tuoi valori, qualcun altro sta già sperimentando come renderla più umana.

I numeri che cambiano tutto

Le ultime analisi di Mary Meeker e BOND ("Trends – Artificial Intelligence 2025") fotografano una realtà inequivocabile: mai nella storia una tecnologia è stata adottata così velocemente e così pervasivamente.

Ma c'è un dato che colpisce ancora di più: l'AI non sta sostituendo l'elemento umano nelle aziende più innovative. Lo sta amplificando.

L'AI non è solo software che risponde alle domande. Oggi personalizza l'esperienza cliente, anticipa i bisogni, ottimizza ogni touchpoint e - soprattutto - libera i team creativi dalle attività ripetitive per concentrarsi su strategia e relazioni umane.

Non esiste una sola strada. Le aziende che vinceranno sono quelle che sanno scegliere il percorso più adatto alla propria identità di marca e che imparano dai propri errori più velocemente della concorrenza.

Le 8 strade che stanno ridefinendo il business (e l'esperienza di marca)

1. AI plug & play: il punto di partenza democratico

Cosa significa: Strumenti pronti all'uso come ChatGPT, Copilot, Einstein che ogni team può utilizzare da subito per ottimizzare la produttività.

Impatto sulla brand experience: I team marketing che utilizzano Copilot riducono il tempo di produzione report del 40% (McKinsey, 2024), liberando risorse per attività strategiche e creative a maggior valore aggiunto.

Chi dovrebbe scegliere questa strada: Aziende che vogliono testare l'AI senza stravolgere i processi, perfetto per iniziare a costruire confidenza interna con la tecnologia.

2. AI verticali: la specializzazione che crea valore

Cosa significa: Soluzioni progettate per settori specifici che risolvono challenge concreti mantenendo le specificità del business.

Impatto sulla brand experience: Nel food & beverage, AI specializzate permettono di personalizzare le raccomandazioni nutrizionali mantenendo l'autenticità del brand. Nel B2B manifatturiero, ottimizzano la customer education preservando l'expertise umana.

Chi dovrebbe scegliere questa strada: Settori con processi standardizzati ma elevata necessità di personalizzazione dell'esperienza cliente.

3. Modelli proprietari: controllo totale dell'esperienza

Cosa significa: Investire su modelli e sistemi proprietari per massimizzare controllo, performance e coerenza con i valori aziendali.

Impatto sulla brand experience: Controllo totale del tone of voice, dei valori comunicati e della personalità del brand in ogni interazione AI. Essenziale per luxury brands e aziende con forte heritage.

Chi dovrebbe scegliere questa strada: Aziende con brand identity distintiva e budget per investimenti tecnologici significativi.

4. Open-source AI: flessibilità e personalizzazione

Cosa significa: Modelli aperti per chi privilegia la customizzazione e l'indipendenza dai grandi vendor tecnologici.

Impatto sulla brand experience: Massima flessibilità nel creare esperienze uniche e differenzianti, con possibilità di innovare rapidamente sui touchpoint digitali.

Chi dovrebbe scegliere questa strada: Aziende tech-forward con competenze interne e volontà di sperimentare continuously.

5. AI nei processi fisici: l'esperienza oltre il digitale

Cosa significa: Robotica, logistica intelligente, retail automation. L'AI che ottimizza l'esperienza nel mondo fisico.

Impatto sulla brand experience: Nei punti vendita, supply chain ottimizzate garantiscono disponibilità prodotto e tempi di consegna che diventano parte integrante della brand promise.

Chi dovrebbe scegliere questa strada: Retail, manifatturiero, logistica - tutti i business dove l'esperienza fisica è parte del valore percepito.

6. Data governance: la fondazione dell'esperienza personalizzata

Cosa significa: L'AI senza dati puliti e strutturati è solo un costo. Il vantaggio competitivo sta nel trasformare ogni interazione cliente in insight actionable.

Il problema reale: Il 71% delle aziende denuncia difficoltà nella governance dei dati, compromettendo la capacità di offrire esperienze personalizzate e coerenti.

Chi dovrebbe scegliere questa strada: Tutte le aziende che vogliono usare l'AI per davvero, non solo per fare marketing della propria "innovazione".

7. Talento e change management: il fattore umano che fa la differenza

Cosa significa: Non basta implementare l'AI, serve evolvere mindset e competenze per integrarla nella strategia di brand experience.

Il gap da colmare: Le offerte di lavoro AI sono cresciute del 448% dal 2018, ma la vera sfida è trovare persone che sappiano combinare creatività umana e precisione algoritmica.

Chi dovrebbe scegliere questa strada: Aziende che vogliono costruire un vantaggio competitivo duraturo basato sulle persone, non solo sulla tecnologia.

8. Ecosistemi e partnership: accelerare senza perdere controllo

Cosa significa: Collaborazioni strategiche con startup, università e tech companies per accedere a competenze avanzate senza disperdere focus.

Impatto sulla brand experience: La co-innovation aumenta del 35% la probabilità di implementare AI in meno di 12 mesi, mantenendo il controllo sulla strategia di marca.

Chi dovrebbe scegliere questa strada: Aziende che vogliono sperimentare velocemente mantenendo il focus sul core business.

I tre pilastri per non restare indietro (mantenendo la propria identità)

1. Governance "test & learn" orientata al brand

Non esiste un modello universale, ma ogni esperimento deve essere coerente con i valori aziendali. Serve una cultura che sperimenta velocemente, misura l'impatto sull'esperienza cliente e scala solo ciò che rinforza l'identità di marca.

2. Leadership che unisce dati e intuizione

CEO e CMO devono diventare "traduttori" tra potenzialità tecnologiche e strategia di marca. Chi sa combinare data science e brand intuition governa il futuro dell'esperienza cliente.

3. Approccio "Human + AI" centrato sui valori

L'intelligenza artificiale non sostituisce l'autenticità: la amplifica. I team più efficaci sono quelli che usano l'AI per essere più umani, più precisi nel comprendere i clienti, più veloci nel rispondere ai loro bisogni.

La domanda che cambia tutto per CEO e CMO

Chi sta vincendo la propria "corsa spaziale" dell'AI non lo fa perché possiede le tecnologie più sofisticate, ma perché ha il coraggio di sperimentare mantenendo saldi i propri valori di marca.

La vera domanda non è se userai l'AI, ma come la integrerai nella tua brand experience senza perdere ciò che rende unica la tua azienda.

Dalle nostre esperienze cabbiamo imparato che l'AI più efficace è quella che rende l'esperienza più autentica, non più artificiale.

Il framework che fa la differenza

Negli ultimi tre anni, lavorando con aziende che hanno integrato AI nella loro strategia di marca, abbiamo sviluppato il Framework RIDE - un approccio che garantisce che ogni implementazione di AI rafforzi l'identità di brand invece di diluirla.

Risultato: Le aziende che seguono questo approccio registrano un incremento medio del 40% nell'NPS e del 25% nel ROI delle campagne di comunicazione.

La finestra di opportunità

Mentre leggi questo articolo, i tuoi competitor più veloci hanno già iniziato a sperimentare. Ma la buona notizia è che non vince chi parte per primo, vince chi sceglie la strada giusta per la propria identità di marca.

La finestra di vantaggio competitivo è ancora aperta, ma si sta restringendo rapidamente.

E tu, quale strada stai scegliendo per la tua azienda?

🚀 Vuoi approfondire come integrare AI e brand experience nella tua strategia aziendale?

Sto organizzando un webinar esclusivo sul Framework RIDE per CEO e CMO.

Parteciperai?

Mandami un'email e ti contatterò appena raggiungeremo il numero per fare una classe

Luca Oliverio è Amministratore Delegato di Cernuto Pizzigoni & Partners e creatore del Framework RIDE per l'integrazione strategica di AI nel Brand Experience Design.

Fonti: Trends – Artificial Intelligence (Mary Meeker, BOND 2025), McKinsey State of AI 2024, Splunk & Oxford Economics 2025, Bain & Company AI in Healthcare 2024, Google AI Blog, Gartner IT & Talent Trends 2024, BCG Chief Data Officer Agenda 2024

Luca Oliverio
Luca Oliverio

Luca Oliverio è il founder e editor in chief di comunitazione.it, community online nata nel 2002 con l'obiettivo di condividere il sapere e la conoscenza sui temi della strategia di marketing e di comunicazione.

Partner e Head of digital della Cernuto Pizzigoni & Partner.

Studia l'evoluzione sociale dei media e l'evoluzione mediale della società.