IA nella Pubblica Amministrazione: pił efficienza, ma il nodo privacy resta aperto
L’Intelligenza Artificiale non è più una promessa futura per la Pubblica Amministrazione italiana, ma una realtà che sta già trasformando organizzazioni e processi. Secondo i dati elaborati da Bigda per FLP (Federazione dei lavoratori pubblici), il 57% dei dipendenti pubblici italiani è già coinvolto in attività in cui l’IA gioca un ruolo determinante.
Un cambiamento percepito in modo positivo, almeno in parte, anche dall’opinione pubblica. Il monitoraggio di oltre 20.000 menzioni online tra social, blog e news mostra che quasi la metà degli italiani vede nell’IA uno strumento di semplificazione, supporto e modernizzazione della macchina amministrativa. Ma le ombre non mancano: il 20% esprime preoccupazioni, soprattutto legate a privacy e sicurezza dei dati personali.
Complementarietà sì, sostituzione (parziale) anche
L’analisi evidenzia come l’effetto principale dell’introduzione dell’IA sia, per ora, la complementarietà: l’80% dei lavoratori coinvolti ritiene che l’IA possa affiancare e valorizzare il lavoro umano. Tuttavia, esiste un’area critica: il 12% dei dipendenti pubblici, pari a circa 218 mila persone, svolge mansioni ripetitive o poco specializzate che rischiano concretamente di essere sostituite dall’automazione.
Un tema che solleva interrogativi anche per i leader della comunicazione e del marketing pubblico: se da un lato si accelerano i processi e si migliora la user experience dei cittadini, dall’altro è necessario gestire con attenzione la narrazione e le ricadute sociali dell’innovazione.
Automazione promossa, privacy bocciata
Il sentiment degli italiani si mostra pragmatico. Gli strumenti legati all’automazione e ai chatbot ottengono valutazioni positive nel 60% dei casi. Anche la semplificazione e l’accessibilità dei servizi pubblici convince la maggioranza degli utenti. Diverso il discorso sulla privacy: qui la percezione cambia, con il 50% dei commenti che denuncia rischi concreti di sorveglianza e abuso dei dati.
Una fotografia che impone ai decision maker della PA e agli stakeholder della comunicazione istituzionale di costruire strategie chiare e trasparenti sull’uso dei dati e sull’impatto dell’IA, evitando che il dibattito si polarizzi solo tra entusiasti e oppositori.
Formazione e competenze: la chiave per non paralizzare la PA
“La formazione è la vera chiave per garantire il futuro dei lavoratori e della PA”, ha dichiarato Marco Carlomagno, segretario generale di FLP. In altre parole, upskilling e reskilling non sono un'opzione, ma una necessità per trasformare la sfida tecnologica in un'opportunità concreta.
Un messaggio che riguarda anche il mondo della comunicazione e del marketing: saper comunicare l’innovazione tecnologica in modo corretto, inclusivo e rassicurante sarà sempre più determinante per il successo di ogni trasformazione organizzativa, soprattutto nel settore pubblico