I° Incontro Nazionale di Scienze della Comunicazione
Giovedì 18 Settembre all'interno del Compa, Salone della Comunicazione Pubblica di Bologna, si è svolto il 1° Incontro Nazionale di Scienze della Comunicazione, intitolato "Dieci anni dopo: La Comunicazione lascia il segno".
Io ci sono stato e proverò a raccontarvelo meglio che posso.
Intanto posso dire subito che è stato un successo, l'organizzazione a cura di un team legato al Dipartimento di Sociologia e Comunicazione di "La Sapienza" di Roma è stata ottima e anche la risposta del pubblico e dei relatori è stata all'altezza, al punto che è stato necessario cambiare la sala della conferenza a favore di una da 300 posti, anch'essa totalmente esaurita.
Oltre ai membri del Coordinamento Nazionale, tra cui il Presidente Onorario Umberto Eco, erano presenti la maggior parte dei Presidenti di SdC italiani e molti ospiti illustri, tra cui Alessandro Rovinetti (Segretario Generale Associazione Italiana Comunicazione Pubblica), Omar Calabrese (in veste di Vicepresidente del Coordinamento dei Corecom), Paolo Serventi Longhi (Segretario Generale Fnsi), Andrea Piersanti (Presidente Istituto Luce), Vittorio Roidi (Segretario Generale ONG) e Lorenzo Del Boca (Presidente ONG).
Certo è stata un po' una maratona, visto che è durata dalle 10.00 fino alle 15.00 senza pause ufficiali, in ogni caso gli argomenti erano tanti e interessanti e il vostro cronista si è preso solo una piccola pausa pranzo verso la conclusione.
Sarebbe lungo ed inutile che io vi riferisca nel dettaglio tutti i temi e gli interventi trattati, che potete trovare nelle sintesi della cartella stampa disponibile sul sito del Coordinamento Nazionale di SdC, perciò vi accenno solo alcune delle questioni più importanti e poi lascio a voi lo spazio per il dibattito (mi raccomando, attivi!).
GEOGRAFIA DELL'OFFERTA
In questo panel si sono toccati i temi del numero chiuso e dell'aumento delle immatricolazioni e delle sedi, rilevando come questo boom non possa essere impedito ma sottolineando anche il fatto che molti dei nuovi corsi di laurea in comunicazione non sono altro che vecchie lauree "camuffate" e non rispondenti ai requisiti della classe 14 del MIUR.
3+2
In questa parte del dibattito sono emerse opinioni anche divergenti, in ogni caso l'impressione generale è stata che le possibilità della legge 509/99, che istituisce la riforma universitaria, non siano sempre state colte al meglio.
Inoltre bisogna capire fino a che punto le lauree triennali siano realmente qualificanti mentre il proliferare di lauree specialistiche (si parla già di 32 tipi avviati in Italia) pone il problema di fare un'opera di controllo e d'orientamento.
A questo punto poi sorgono problemi d'identità del Corso: interessante l'opinione di alcuni docenti secondo cui la nascita di lauree di 2° livello molto specifiche potrebbe compromettere la flessibilità che è considerata uno dei punti di forza, rispetto al lavoro, di SdC.
Vi rimando anche qui alla cartella stampa, mi piacerebbe però sentire le vostre opinioni.
MASTER
Tra i problemi ci sono sicuramente dei falsi master in comunicazione, ossia corsi che non hanno quella doppia anima teorico pratica necessaria per questo tipo di esperienza di studio.
Inoltre c'è chi pone il dubbio che il master possa cannibalizzare la laurea specialistica di secondo livello, un aspetto che non ha visto consenso unanime ma che in ogni caso rappresenta un punto da chiarire per il futuro.
L'ESPERIENZA DEI LABORATORI
I laboratori e le esperienza pratiche e "sul campo" sono sempre stati considerati uno dei punti forza del Corso di Scienze della Comunicazione.
Quest'idea è stata ribadita con decisione anche in questa sede attraverso l'esperienza di alcuni Atenei.
GLI OSSERVATORI SUL MERCATO DEL LAVORO E DELLE PROFESSIONI
In questa sezione si è parlato degli sviluppi delle varie ricerche e degli osservatori sulle professioni e gli sbocchi di SdC costituiti da alcuni Atenei (La Sapienza, Torino, Salerno ed altri).
Inoltre Rossella Sombrero (Vicepresidente UNICOM, Unione Nazionale Imprese di Comunicazione) ha parlato delle attività di collaborazione con l'Università.
Per approfondimenti vedi cartella stampa
GLI INTERVENTI DEGLI STUDENTI
Cito tra gli altri Stefano Mosetti (ScienzedellaComunicazione.com e Com è) che ha rilevato il gap tra una certa parte super attiva degli studenti e la massa inerte e che ha chiesto più attenzione per i progetti dei ragazzi e Claudio Cerasa (Communiversity), che ha rilevato il gran numero di attività studentesche presenti in Italia ed ha chiesto che queste si tengano in contatto in un'ottica di Rete (per inciso noi di Comunitazione tentiamo di fare la stessa cosa e siamo a disposizione per aiutare questo sforzo).
Come potete capire i temi sono stati molti e per me è difficile riassumerli in così poco spazio, però mi piace lasciarvi al dibattito (che sarà molto vivace, vero?) con le parole di Umberto Eco, che ha ricordato come, ad esempio, quando SdC è nata Internet nemmeno esisteva per i privati, e come nonostante questo molti studenti abbiano saputo capire questa realtà facendone la propria tesi e/o il proprio lavoro.
Questo dimostra come SdC sia un corso dove non sai mai che succederà di nuovo domani, per cui deve insegnare soprattutto una forma mentis per capire il futuro che non è ancora arrivato, al di là di del tipo di Ordinamento, di master, di specializzazione.
Lo prendiamo come un augurio.