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Nuovi strumenti di partecipazione: il bilancio partecipato

18/12/2006 37883 lettori
5 minuti

Trasparenza, comunicazione e soprattutto partecipazione sono alcuni dei principi su cui si fondano le moderne pubbliche amministrazioni per governare città, province, regioni.

Vari gli strumenti per attuare le politiche di trasparenza e partecipazione; uno tra questi è il bilancio partecipato. Forma di attuazione politica in cui la popolazione partecipa attivamente, mediante un processo democratico, alle decisioni inerenti gli interessi collettivi, il bilancio partecipato è stato il protagonista di un convegno organizzato a Compa, il salone della comunicazione pubblica e dei servizi al cittadino e alle imprese tenuto lo scorso 7, 8,e 9 novembre a Bologna.

A coordinare l’incontro Valentina Melis, giornalista del Sole24ore che ha puntato l’obiettivo sulla società attuale che, sempre più tecnologica, facilita la partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Ma lì dove maggiore è la partecipazione del cittadino/elettore maggiore deve essere l’impegno della PA, della classe politica e dirigente per saper rispondere adeguatamente e con la giusta autorità ai processi di inclusione e discussione.

A rispondere alle domande della giornalista, Aleardo Benuzzi, assessore al Bilancio della Provincia di Bologna, Ruben Razzante, segretario della commissione giuridica dell’ordine dei giornalisti, Giuseppe Del Medico di Unioncamere, e Giuseppe Candura, delegato dell’associazione comunicazione Pubblica per la Sicilia e consulente per la Provincia di Agrigento.

"I cittadini creano politiche pubbliche e decisioni rilevanti per il futuro della città in cui vivono o lavorano, ed amministratori e politici si sono resi conto di questo nuovo trend. C’è un’attenzione nuova e rinnovata della società civile" – sostiene l’assessore Benuzzi. "La provincia di Bologna è alla terza edizione del bilancio partecipativo, ed uno dei passaggi fondamentali che sono stati curati per la sua realizzazione ha avuto come scopo il rendere edotti gli stackholders, i portatori di interesse, nel momento in cui si va a realizzare e poi presentare il bilancio dell’ente". Ma - continua Benuzzi – "rendere edotti non significa attuare una tattica di captatio benevolentiae, anche perché il bilancio di un ente pubblico è piuttosto complicato, ostico, ed il fatto stesso che i cittadini desiderino conoscerlo deve essere letto come fatto positivo e che merita dunque rispetto e professionalità".

L'obiettivo finale del bilancio partecipato si attua infatti mediante assemblee ed incontri aperti in cui la popolazione decide dove e come investire i soldi dell’ente, significa conoscere logiche che si attivano per creare le linee di governo ma significa anche essere poi in grado di saper accogliere proposte e modifiche. Ed è per questo che gli incontri con la cittadinanza, anche nel caso del bilancio partecipativo della Provincia di Bologna sono, e devono essere preventivi, rispetto a quando il bilancio vero e proprio, quello definitivo, predisposto dalla Giunta, va all’approvazione del Consiglio.

Il rischio dunque che si corre nel momento in cui si presenta alla cittadinanza un bilancio già predisposto per l’approvazione è quello di essere solo divulgativi, strumentali per non dire autoreferenziali.

Il processo che realizza un bilancio partecipativo è invece decisamente più complesso e più lungo, mettere in moto un metodo di partecipazione implica poi saper essere consequenziali a quelle che sono le eventuali modifiche proposte.

Il bilancio partecipativo della Provincia di Bologna è suddiviso in 11 temi; dalle questioni internazionali a quelle più strettamente amministrative e strutturali. Per scomporre i numeri del bilancio in temi sono stati organizzati quattro incontri cui ha partecipato l’assessore al Bilancio ed, a turno, l’assessore di riferimento per il tema trattato nell’incontro, dalle questioni di carattere economico, a quelle istituzionali, alle sociali. Ad ognuno di questi incontri hanno partecipato i relativi stackholders; associazioni di categoria, volontariato, Ausl.

Per arrivare a questo obbiettivo occorre rendere disponibili al bilancio partecipato quote ridotte del bilancio dell’ente.

“Il bilancio partecipato è un punto di arrivo della customer satisfaction” – a sostenerlo Ruben Razzante, giornalista e docente di diritto dell’informazione all’università Cattolica di Milano, che è spesso coinvolto nei processi di formazione che conducono alla realizzazione di un bilancio partecipato. "Una PA illuminata, rispetto ad una che è timorosa di comunicare, raggiunge la sublimazione del servizio al cittadino nel momento in cui riesce a spiegargli come e perché vengono spesi i soldi pubblici", sostiene Razzante. Nel processo di realizzazione del bilancio, il giornalista che lavora nella amministrazione a lavoro su questo nuovo strumento di comunicazione deve essere coinvolto nel processo, dall’inizio alla fine, in tutti gli step, per poterlo divulgare al meglio non solo sulla stampa specialistica, come può essere il Sole24ore ma anche per cercare di fargli ottenere quanto più spazio possibile sulla stampa generalista.

Tra le Pubbliche amministrazioni sono circa il 60% le Camere di Commercio esistenti che realizzano un bilancio sociale, lo riferisce Giuseppe Del Medico di UnionCamere – “alcune sono alla seconda edizione altre alla terza, ma uno degli aspetti più importanti per realizzare un buon bilancio è legato alla capacità di saper esercitare un ascolto attivo, poiché i soggetti portatori di interesse creano tra loro anche delle reti forti dove l’aspetto comunicativo è fondamentale, quindi non basta essere bravi a sapere realizzare un buon bilancio partecipativo ma occorre anche essere bravi a saperlo comunicare”.

Ed è forse l’aspetto su cui punta la Provincia regionale di Agrigento con il suo progetto, come ci ha raccontato Giuseppe Candura, consulente dell’ente per la realizzazione del bilancio sociale.

Lo scenario siciliano, riferisce Candura, è diverso. Con un decreto del 2005 dell’allora assessore alle autonomie locali Stancanelli, gli enti pubblici che adottano il bilancio sociale rientrano in una premialità nell’accesso alle risorse del fondo per le Autonomie.

Questo meccanismo fa scattare la corsa alla redazione dei bilanci sociali solo per rientrare nel criterio della premialità, con il rischio che si cada in quel che Candura definisce l’effetto cappuccetto rosso, vale a dire raccontare delle favole attraverso un documento eccessivamente autoreferenziale.

"Il bilancio sociale, strumento per la rendicontazione dell’attività amministrativa pubblica" - secondo Candura - "consente alle amministrazioni di dar conto con successo dei programmi elettorali, delle scelte effettuate e dei risultati ottenuti nel corso degli anni del mandato, in maniera chiara e accessibile a tutti, fornendo una visione d’insieme degli interventi realizzati, in corso e programmati".

L’esperienza della Provincia di Agrigento è interessante perché ha rappresentato un fattore di cambiamento coinvolgendo tutti i servizi e gli uffici, stabilendo un nuovo rapporto tra cittadinanza ed ente.

I dati sono stati raccolti, riclassificati, è stata misurata la veridicità in base a degli indicatori, il tutto seguendo una precisa metodologia che si concluderà con la distribuzione capillare attraverso la consegna del volume a tutte le famiglie della provincia, probabilmente in allegato alle Pagine gialle. Il processo terminerà solo quando, con un opportuno sondaggio di opinione, si verificherà se le famiglie lo hanno ricevuto, se lo hanno letto, se lo hanno compreso.

Dunque con questo nuovo strumento è possibile dare concretezza e visibilità alle proposte e alle indicazioni della cittadinanza, dare risposte efficaci che possano incidere sui reali bisogni della società, stimolare processi che aumentino la partecipazione alla vita politica.

E’ evidente quindi che questo strumento ha un fine, che va misurato nell’aumento dei benefici per la popolazione, dall’educazione, alla viabilità, alle politiche sociali, traducendosi, in complesso, in una migliore qualità della vita attraverso una migliore gestione amministrativa condivisa.

Marina Mancini

articolo pubblicato su Punto.exe

Marina Mancini
Marina Mancini

Sono una giornalista pubblicista, responsabile dell'ufficio stampa del Comune di Bagheria PA.
Direttore del periodico comunale "Comune in…forma" e responsabile sito web istituzionale www.comune.bagheria.pa.it

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questo è il mio blog: Comunic@rePA