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Diego Della Valle: 'Pensare globale e agire locale'

20/12/2005 11707 lettori
5 minuti

Comunitàzione ha incontrato Diego Della Valle, patron di Tod’s, Hogan e Fay. Il colloquio con l’industriale marchigiano è stato l’occasione per fare il punto della situazione sulle attuali strategie di marketing e su come ci si dovrà muovere in futuro, anche tenendo in considerazione la “minaccia” cinese.

 

 

 

I suoi marchi hanno una diffusione globale, eppure la sua base operativa è sempre rimasta a Casette d’Ete, in provincia di Ascoli Piceno, a pochi chilometri da dove è nato…

 

«Sono sempre stato convinto che le risorse umane debbano essere scovate sul territorio. Dobbiamo investire sui giovani di casa nostra, riportarli qui».

 

In pratica, lei sostiene che bisogna “pensare globale e agire locale”?

 

«Ritengo importante che nella mia azienda lavorino persone legate a questo luogo: ne risente in positivo anche lo spirito di appartenenza. In Tod’s teniamo molto alla qualità della vita dei nostri dipendenti. Nella nostra struttura c’è un centro per l’infanzia dove, durante l’orario di lavoro, le mamme possono lasciare i propri bambini».

 

Di cosa ha bisogno oggi il mondo dell’industria?

 

«Di tanto impegno e di tanta dedizione. Non ci si deve montare la testa quando tutto va bene. È facile restare con i piedi per terra nelle avversità: il difficile è quando ciò che si fa ha successo. Fare fabbriche belle è facile, farle funzionare bene è difficile. Credo inoltre che il governo, a prescindere dal suo colore politico, debba aiutare le varie realtà industriali, anche perché nel mondo il Made in Italy è ancora una garanzia».

 

I cinesi rappresentano concretamente una minaccia per il mercato italiano?

 

«Quella offerta dai cinesi è una grossa opportunità, che va colta ora. Se ci fossimo mossi 5 anni fa, avremmo potuto chiudere accordi con loro, magari esportando il nostro know how e sfruttando il costo della loro manodopera. Adesso, invece, corriamo un rischio. Paesi come la Cina, ma anche l’India, hanno ampi margini di crescita, e le loro potenzialità potrebbero essere sviluppate anche molto velocemente. Dovremmo riflettere sul fatto che il presidente cinese ha visitato di recente la Spagna, la Francia e la Germania, ma non ha preso in considerazione l’Italia».

 

Come si potrebbe rimediare a questa situazione?

 

«Innanzitutto organizzando meglio il turismo, dal momento che gli asiatici visitano spesso il nostro paese e vogliono conoscerlo bene. E poi cercando contatti concreti con la Cina, visto che loro pian piano stanno invadendo tutta l’Europa».

 

A livello regionale, le singole realtà industriali dicono che non è così semplice attuare questi propositi…

 

«È una convinzione sbagliata. Le cose sono più semplici di quello che possono sembrare. Basta avere intraprendenza e voglia di fare. Se si hanno delle idee, prima o poi si riuscirà a realizzarle».

Massimo Giuliano
Massimo Giuliano

Ho collaborato con varie testate cartacee, tra cui Il Tempo e Intercity. La musica è il mio interesse principale: ho recensito cd e concerti per vari siti Internet (NotizieNazionali.net, L'isola che non c'era, Musicalnews.com) mentre oggi sono redattore di IlPescara.it, gruppo editoriale Citynews-Today. Mi sono occupato per anni anche di uffici stampa e comunicazione, collaborando inoltre da esterno con agenzie ed emittenti tv per realizzare servizi ad hoc.