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Un Bazar di domande a Eugenia Romanelli

13/07/2007 10241 lettori
5 minuti
Oggi ho appuntamento con Eugenia Romanelli per condividere con lei e con i lettori una passeggiata nel suo Bazar. Ce lo racconterà lei stessa, ma noi intanto immaginiamolo come un mercato, un vero e proprio bazar pieno di colori, rumori, odori, sapori e valori esposti nelle bancarelle multimodali che offrono ai passanti la possibilità di osservare e sperimentare, creare e ricreare, esporre e scambiare modi di comunicare e fare shopping di cultura. Eugenia ci aspetta su www.bazarweb.info, all’ingresso di Bazar che ha fondato e che dirige. Si entra con un clic e ci si trova in un mondo verde. Ciao Eugenia, ben trovata. Noi ci conosciamo già, ma ai nostri lettori racconta chi sei e cosa fai e come è nata l’idea di dare vita a Bazar.
 
Bazar è nato in una soffitta romana con Vera Risi (attuale direttore esecutivo) che ho conosciuto quando dirigevo TIME OUT per l’Italia (prima che chiudesse). Volevamo fare un giornale libero, nel senso di non normativo. La difficoltà era dare una linea editoriale pur astenendosi sempre dal fare censura. Una sorta di condivisione dei saperi, di contaminazione tra editori e lettori, una trasmissione di conoscenze peer 2 peer, un cartaceo che ricalcasse il sistema autoinformativo e autoeducativo della rete di internet.
 
 
Appena arrivati all’ingresso di Bazar la prima sensazione è subito ossigenante e rigenerante. Sarà merito solo del colore verde che lo caratterizza? Io so che c’è dell’altro. Raccontaci cosa c’è di ossigenante e rigenerante oltre al verde nelle “bancarelle” fra le quali ci stiamo incamminando in questo invitante mercato.
 
Le persone che collaborano: li chiamiamo volontari culturali perché ciascuno (studenti, professionisti, artisti, intellettuali, appassionati) dona una porzione del filetto più tenero del proprio ingegno per metterlo a disposizione della comunità internettiana nella speranza che l’iperstimolazione provochi una reazione critica, dunque per sua stessa natura evolutiva. Della persona nel suo insieme: come attore sociale, ma anche come cuore, corpo, energia, spirito, ambiente…
 
 
È vero che proprio come in un vero mercato Bazar riesce a coinvolgere tutti e cinque i sensi? So che ami descrivere Bazar usando delle efficaci e fantasiose metafore e associandolo a sapori, odori, oggetti. Potresti farlo anche in questa occasione con l’intensità di cui sei capace?
 
Mah, non mi viene a comando. Gli editoriali cui ti riferisci traggono ispirazione da un percorso interno al movimento culturale per cui ogni mese un oggetto-totem fa da collante ai MOTIVI che hanno generato il nuovo numero di quel mese e anche un nuovo passo in avanti. Evolutivo, appunto, perchè genesi della riflessione di tanti collaboratori che hanno stimolato il parterre redazionale per 30 giorni…
 
 
Bazar comunica in molti modi. Uno di essi è rappresentato dal web magazine mensile ricco di rubriche sui più svariati argomenti. Sveliamo ai lettori che non lo sapessero che da poco più di un anno mi hai affidato la cura di due rubriche sul tema dei corsi (formazione e tempo libero) e sull’architettura e design. Per me è stata una grande soddisfazione ed è un’esperienza preziosa e molto interessante che mi sta insegnando tanto, che mi ha aperto nuove opportunità e che mi diverte. Mi sono sempre chiesta come e perché hai deciso di affidarmi per esempio la rubrica sull’architettura pur non essendo io un architetto anche se all’epoca ricordo che accettai subito dicendoti che ero un tipo curioso di tutto e amante delle sfide con me stessa. Non per mettermi all’altezza dei calibri citati ma solo per fare un paragone, mi viene in mente l’aneddoto che ha portato alla realizzazione del film documentario Frank Gehry, creatore di sogni che Sydney Pollak ha realizzato dopo essersi arreso alle insistenze dell’architetto Frank Gehry che all’affermazione del regista «Non so nulla di architettura» ha risposto «Appunto, sei perfetto». Ho letto di recente una recensione del film e ne vengono fuori considerazioni interessanti. Per esempio Gehry non sa usare il computer, ma l’architettura che crea è la più digitalizzata al mondo. Il film si svolge come una conversazione fra amici piacevolmente disordinata e il risultato è che l’architettura alla fine prevale sul cinema. Forse questo aneddoto cine-architettonico ha qualche analogia col tuo criterio di selezione dei componenti dello staff autoriale di Bazar? Chi sono dunque gli autori che scrivono sul web magazine?
 
Beh, la mia risposta non serve più.
Il mio team building si basa sul ricontestualizzare le esperienze e le competenze. Lavoro solo con persone curiose e costruttive. La dottrina e il cv non servono a niente se non ci sono aperture di occhi, naso, cuore e mente a cogliere i dettagli e le profondità da tramandare.
O no?
Tu scrivevi in modo disordinato. Sufficiente a scardinare stereotipi, frasi fatte e luoghi comuni: sei essenziale!
 
 
Come mi piace la tua risposta che non serve più… grazie. Prima nella mia introduzione ho parlato anche di rumori e di valori. Bazar ha anche dei suoni e si può anche ascoltare sintonizzandosi sulle web frequenze di RadioBazar, una realtà in interessante evoluzione. Inoltre i bazariani non comunicano solo in maniera virtuale, ma si ritrovano, organizzano incontri ed eventi con una particolare attenzione alla comunicazione socialmente responsabile. Già che ci sei raccontaci qualcosa anche di queste esperienze.
 
Non sono la persona adatta: chi organizza non si diverte mai! Sulla home page però (bazar events) si trovano foto, rassegne stampa, commenti, direi ampiamente godibili!
 
 
Abbiamo parlato prima anche di colori. I colori mi fanno pensare all’espressione artistica e so che Bazar comunica anche con l’arte. Raccontaci in che modo.
 
Il colore, come la musica e i sapori (odori) accompagnano approfondendo l’apprendimento e il contatto con qualsiasi cosa. Soprattutto se intellettuale. Io credo…
 
 
Qualche tempo fa ho recensito proprio qui su Comunitàzione due libri della collana di saggi di Bazar, un altro mezzo di comunicazione. Hai delle capacità di sintesi che, confesso, ti invidio e che forse io, decisamente analitica, mai raggiungerò. Ti chiedo di darne dimostrazione ai lettori presentando i tuoi libri in poche parole, ma soprattutto, visto che sei anche docente universitaria, sarà un’ottima occasione per me per seguire una tua lezione di sintesi.
 
La sintesi la so fare per coagulare esperienze che vedo o cui partecipo. Non quelle che creo. Allora lì ho bisogno io di un addensante (editor): anche a me piace godermela!
 
 
Anche questa risposta mi piace molto, mi ci riconosco. Anch’io quando racconto riesco più facilmente a sintetizzare specie se regole e spazi me lo impongono, ma quando mi racconto… un po’ meno e la voglia di godersela rompe gli argini.
Torniamo a passeggiare… in un mercato tutti possono accedere, ma per acquistare bisogna pagare. Come funziona invece l’accesso alla cultura creativa e ri-creativa che propone Bazar?
 
Funziona che ci dissanguiamo per mantenere gratuito l’accesso a tutti. Speriamo di non morirne.
 
 
Mi associo a questa tua speranza con spirito trasfusionale e vitale. Quali sono i tuoi progetti futuri e quali nuovi obiettivi speri di raggiungere per Bazar?
 
Trasformare il movimento culturale di donatori (sani) e volontari culturali in una casa editrice che sostiene anche economicamente la cultura libera: con degli stipendi!
 
 
Un ottimo motivo per non mollare. C’è una domanda che non ti ho fatto e che invece avresti voluto che ti ponessi? In caso affermativo non farmi lavorare troppo direttore e mentre penso a come salutarti tu poni pure la domanda al posto mio e dai la tua risposta.
 
Devo andare a lavorare, sei stata troppo lunga!
 
 
Eccola qua la lezione di sintesi! Beh, allora vuol dire che ce la siamo goduta questa intervista. In ogni caso il messaggio è chiaro. L’intervista è finita. Grazie Eugenia. Buon lavoro.
 
 
Riccarda Patelli Linari
Riccarda Patelli Linari

La mia postazione comunicativa ha le coordinate geografiche di Firenze, dove sono nata nel 1963.

Sono responsabile comunicazione e contenuti web di Te.D.-Teatro d'Impresa - www.teatroimpresa.it (servizi di consulenza, formazione e comunicazione aziendale con l'arte teatrale).

Su "SMARTIME", e-zine mensile di intrattenimento e cultura libera su "Il Fatto Quotidiano" online, sezione "Terza Pagina", curo le rubriche "Possibilita'" (percorsi e concorsi per sviluppare ed esprimere i propri talenti artistici o professionali) e "Piccoli".

Sul web magazine "BAZAR", mensile di cultura e intrattenimento", ho curato dal 2006 al 2009 due rubriche riguardanti "Architetture & Design: forme che si esprimono" e "Corsi: possibilita' senza margini".

Su GenitoriMagazine, nuova e-zine di informazione per famiglie e neogenitori edita da BabyConsumers, collaboro in Redazione con articoli in "Primo piano" e curo la rubrica "Divertiamoci insieme". www.genitorimagazine.it

Sono socia e autrice del Gruppo di Servizio per la Letteratura Giovanile, www.gruppoletteraturagiovanile.it, associazione culturale no-profit per la promozione e la diffusione della lettura e del libro per lo sviluppo, fin dalla tenera eta', di personalita' libere.