Le PMI italiane nell’era del digitale
Articolo tratto dal sito Connecting-Managers© | ![]() |
La maggior parte delle imprese italiane, è risaputo, ha carattere medio-piccolo.
Del loro atteggiamento verso la comunicazione ci siamo già occupati recentemente su queste pagine (cfr. http://www.comunitazione.it/leggi.asp?id_art=632), qual è invece il loro atteggiamento rispetto a internet e all'e-commerce?
La prudenza sembra essere ancora il trend dominante: secondo una ricerca a campione condotta da GoToWeb solo il 38% di esse ha un sito web, per di più a carattere quasi solo istituzionale nella stragrande maggioranza dei casi (più del 90%).
Ancora più difficile è la situazione sul fronte e-commerce: solo lo 0,5% delle aziende analizzate offre possibilità di fare acquisti sul proprio sito.
Naturalmente vanno tenute in conto le dimensioni spesso davvero modeste di queste aziende e le loro strutture di costo, inoltre le imprese di questo tipo hanno difficoltà ad accedere al credito bancario per gli investimenti in beni immateriali, quali l'innovazione digitale, beni che diventano velocemente obsoleti e per di più non sono pignorabili.
Tuttavia questa non sembra una giustificazione sufficiente a spiegare questo scarso utilizzo delle tecnologie informatiche, anche perché alcune di esse hanno un costo assolutamente sostenibile.
In più le PMI italiane si dimostrano poco attive anche nell'utilizzare infrastrutture di e-commerce altrui già funzionanti, nel campione GoToWeb infatti solo il 15% delle PMI con accesso Internet (69% del totale) ha effettuato acquisti on-line e solo il 26% di questi ultimi riguardavano il proprio business.
Per cercare di migliorare questa situazione si stanno muovendo anche le istituzioni.
In particolare i ministri Marzano e Stanca, in un comunicato diffuso il 26 Maggio scorso (cfr. http://www.connecting-managers.com/content.cfm?id=229), hanno annunciato l'approvazione un nuovo tipo di fondo a favore delle PMI che intendono adottare l'innovazione tecnologica ed in particolare quella digitale per essere più competitive.
Le risorse saranno tratte dal Fondo Centrale di Garanzia per le PMI, con una dotazione di 60 milioni di euro, destinati, secondo Marzano, "ad innescare investimenti tecnologici in innovazione digitale per almeno 1,5 miliardi di euro, per non meno di 7 mila piccole e medie imprese".
Gli investimenti potranno oscillare tra 20 mila e 200 mila euro per impresa e saranno cumulabili con tutte le misure di incentivazione alle PMI.
Sicuramente si tratta di una misura significativa ma in ogni caso è fondamentale che le imprese, incoraggiate da queste risorse, cambino anche il loro atteggiamento verso le nuove tecnologie, al fine di essere davvero più competitive.
In caso contrario anche questo fondo promesso dal Governo sarà una misura transitoria e, con buona probabilità, uno spreco di denaro.