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Installazione luminosa «Opera» di Carlo Pozzoni

10/09/2010 5068 lettori
3 minuti

«Opera», l’installazione luminosa del fotografo comasco Carlo Pozzoni. Opera rimarrà esposta dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 18, e su appuntamento (tel. 335/80.95.646) fino al 30 settembre. Ingresso libero.

 Un invito accolto con piacere: un'importante esposizione fotografica allestita nella sede di Como Cuore in via Rovello, 4 Como .

Una considerazione basilare, da soggetto fruitore, isolare il possibile grado di percezione suppletiva originata, dalle caratteristiche, come opera, dell’ambientazione dell’installazione medesima.

 Una fotografia in bianco e nero con un particolare effetto illuminante: una suggestiva realtà altra ed artefatta con l’evidente obiettivo di provocare particolari emozioni. È l’autore, Carlo Pozzoni, a descrivere l’«Opera»: «uno scatto piuttosto casuale; un raggio di sole piovuto dal lucernaio ed un’immediata intuizione: ingrandire la foto, stampandola su un fondale di tessuto e successivamente illuminato con un sistema Led creando un reticolo di luce, sul retro».

Si discute sull’oggettività dell’opera. Risalta quel sottile raggio di sole che si riflette sul vecchio manufatto. Un naturale illuminamento che ne definisce i contorni, senza confondersi con le sfumature calde dell'ocra contenute negli interstizi e sprigionati in solvenza dall’altro artefatto: il sistema Led.

 Nell’eterogeneità degli astanti si distinguono le autorità ecclesiastiche con la presenza di S.E. il Vescovo di Como le cariche elettive e direttive dell’Associazione che ci ospita. Poi un commento storico con la lettura da un vecchio libro: una pagina in cui è ben descritto l’approvvigionamento, fattura ed istallazione del corrimano in ferro che accompagna la scala d’accesso al pulpito all’interno del Duomo. Un lessico incisivo e sobrio che dà corpo a quell’antico manufatto, fino ad indurre Sua Eminenza il Vescovo al ripensamento dell’utile ripristino di quella antica via d’accesso.

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.