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DiCinema: la nuova Hollywood

08/06/2009 9551 lettori
5 minuti

Se ci soffermiamo a distillare, con sapiente competenza di parte, i ruoli di primario prestigio che hanno fatto del sano machismo intriso di autoironica pigrizia riposta nella stressante routine di copione un concentrato di dinamico savoir-faire, possiamo attingere a piene mani in un cospicuo numero di attori che, per omonimia e/o  physique du ròle si possono accomunare in una cernita di protagonismo che ha fatto la gloria della commedia americana, passando da un Glenn Ford suddiviso dal pragmatico Cimarron di Anthony Mann al drammatico I Quattro cavalieri dell’Apocalisse, per ritrovare un inossidabile Cary Grant assorbito dai più inerenti Il diavolo è Femmina di Cukor, Un amore splendido in conflitto con Sabrina del prolifico Billy Wilder, interpretato da un attore di culto della portata di Humphrey Bogart, anch’esso suddiviso tra commedia e dramma in successi quali La foresta pietrificata, L’ammutinamento del Caine e Ore disperate di William Wilder.

Oggi, si riassume tutto in un unico grande attore, simbolo di una Hollywood sempreverde, in quello "sconosciuto" Harrison Ford (Chicago, 13 luglio 1942) degli esordi, umile carpentiere per sbarcare il lunario e rivalutato dal cinema dalla coppia Lucas-Spielberg, prima nell’American Graffiti e successivamente nel primo ruolo di straordinario successo nell’ Han Solo della trilogia di Guerre Stellari.

 

Dopo l’esordio cinematografico ne La Grande Fuga di John Sturges, invisibile comparsa al fianco di Steve McQueen, le tappe di autentico protagonismo si divincolano tra i vari Alle donne piace ladro e Zabriskie Point.

Considerando l’incursione nella parodia umoristica di Scusi, dov è il West? di Robert Aldrich, inconsueto fuorilegge-gentiluomo in coppia con Gene Wilder, il fatidico ruolo baciato dalla fortuna arriva con l’archeologo voluto da Spielberg ne I predatori dell’arca perduta, primo capitolo di una saga che è arrivata al recente quarto episodio con Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo.

 

Immerso, quindi, nei primi ruoli di effimero successo, Ridley Scott lo consacra nel capolavoro di fantascienza Blade Runner, distillato pragmatismo nella rilettura dell’originale Isaac Asimov, nel ruolo del cacciatore di replicanti Rick Deckard innamorato della bellissima Rachel/Sean Young, nello straziante conflitto tra le due nature. Mentre la prima trilogia di Lucas chiude con Il Ritorno dello Jedi, Ford viene rivalutato da un cameo di Peter Weir nel suo Witness-il testimone, al fianco di una Kelly McGillis in stile Amish.

Dopo una tiepida incursione nel visionario Mosquito Coast, sempre diretto dallo stesso Weir, la consacrazione di Ford come consolidato primo attore della nuova generazione hollywoodiana è celebrata da Frantic, autentico omaggio di Roman Polanski al thriller di Hitchcock in un riuscito cocktail contemporaneo di Intrigo internazionale e L’uomo che sapeva troppo, in una Parigi immersa in una claustrofobica tela di spionaggio ai danni di una moglie, interpretata da Betty Buckley e l’alterego Emmanuelle Seigner.

Il ritorno alla felice commedia viene rivalutato da Mike Nichols, nei suoi Una donna in carriera, spalleggiato da una coppia di primedonne in Sigourney Weaver e Melanie Griffith, seguito dal  riuscito A proposito di Henry, al fianco di Annette Bening, mentre Pakula lo dirige nel suo Presunto innocente, diviso tra Bonnie Bedelia e la conturbante Greta Scacchi nello scomodo ruolo della vittima della moglie.

 

Seguono i due episodi dedicati all’agente dell’FBI Jack Ryan, rispettivamente Giochi di potere e Sotto il segno del pericolo, entrambi diretti da Phillip Noyce e l’omaggio alla saga televisiva americana Il fuggitivo, diretto da Andrew Davis, in coppia con Tommy Lee Jones nel ruolo dell’agente incaricato a catturarlo e Sela Ward nelle vesti “infelici” della defunta moglie.

Altro riuscito remake è Sabrina, con Sydney Pollack a redigere l’originale culto capolavoro di Wilder del ’54, dove il ruolo di Bogart viene sostenuto da un Ford impeccabile e Julia Ormond nell’azzardato accostamento con l’insostituibile Audrey Hepburn.

 

Di notevole riguardo rimangono L’ombra del diavolo, al fianco di una spalla autorevole in Brad Pitt e K-19, diretto da Kathryn Bigelow, già collaudata dal successo di Point Break nel riproporre i fasti hollywoodiani di vecchie glorie d’annata (vedi Un mercoledì da leoni), dove Harrison Ford e Liam Neeson rispolverano l’epopea bellica in una inedita incursione sovietica a bordo di un sottomarino nucleare.

 

Dopotutto, niente male per un eterno archeologo travestito da professore...

 

Di seguito, tutti i film interpretati dall’attore:

 

 La grande fuga (1966)

Alle donne piace ladro (1966)

Luv vuol dire amore? (1967)

Assalto finale (1967)

Sette volontari dal Texas (1968)

L'impossibilità di essere normale (1970)

Zabriskie Point (1970)

American Graffiti (1973)

La conversazione (1974)

Star Wars: Episodio IV - Una nuova speranza (1977)

Heroes (film) (1977)

Forza 10 da Navarone (1978)

American Graffiti 2 (1979)

Una strada, un amore (1979)

Scusi, dov'è il West? (1979)

Apocalypse Now (1979)

Star Wars: Episodio V - L'Impero colpisce ancora (1980)

I predatori dell'Arca perduta (1981)

Blade Runner (1982)

Star Wars: Episodio VI - Il ritorno dello Jedi (1983)

Indiana Jones e il tempio maledetto (1984)

Witness - Il testimone (1985)

Mosquito Coast (1986)

Frantic (1988)

Una donna in carriera (1988)

Indiana Jones e l'ultima crociata (1989)

Presunto innocente (1990)

A proposito di Henry (1991)

Giochi di potere (1992)

Il fuggitivo (1993)

Sotto il segno del pericolo (1994)

Jimmy Hollywood (1994)

Sabrina (1995)

L'ombra del diavolo (1997)

Air Force One (1997)

Sei giorni sette notti (1998)

Destini Incrociati (1999)

Le verità nascoste (2000)

K-19 (2002)

Hollywood Homicide (2003)

Firewall - Accesso negato (2006)

Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008)

Crossing Over (2009)

Crowley (2010)

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.