Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

È ormai il tempo dei creativi.

01/12/2007 4409 lettori
5 minuti

 

 

 

 

Incrociato casualmente «Comunitàzione», come può capitare a chi naviga e cerca «di cavalcare le onde internettiane», da subito ho voluto calarmi nel ruolo «attivo», in verità non del tutto coinvolto in un processo al quanto dinamico e ad un’erompente comunicatività piena di vita. Magari intriso di un qualche zelo generazionale, ho cercato spunti di riflessioni in base alla conoscenza tacita che è propria; forte di una derivante «intuizione», continuo a predispormi per un possibile apprendimento verso quei contenitori di conoscenza esplicita cha via via capitano. Ed ancora citando Danile Vinci «L’oceano di internet è pieno di rotte impervie, bisogna avere occhi acuti e senso critico, ma soprattutto bisogna avere un punto da cui salpare». Per quanto attinente trovo interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi per poter essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una nuova conoscenza, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.

 

Proprio il riferimento all’individuo in quanto tale e in quanto membro di una comunità, con identità autonoma e la propriaspecifica eccellenza,riporta alla dimensione creativa artigianale, che tanto ha sorpreso l’umanità per serietà e perfezione. La storia dell’artigianato è storia dell’uomo, della sua abilità nel modificare ed adattare ciò che la natura gli proponeva. Pensiamo alla primordiale necessità di raccogliere e conservare l’acqua, i frutti, i semi. Di qui i primi manufatti in pietra o in legno o ricavati da frutti disseccati e svuotati. Un altro importante processo tecnologico fu il tessuto. Inizialmente con fibre «dure» (sisal, salice, tifa), successivamente con fibre “leggere” (cotone, lino, seta, lana), che già comportavano conoscenze tecniche più evolute, non ché un’interazione con chi nella tribù si dedicava alla coltivazione o all’allevamento. È dal momento che l’uomo da nomade diventa sedentario che nasce l’artigiano produttore e commerciante. La formazione professionale passava attraverso l’apprendistato che consisteva, per il giovane avviato ad un mestiere, nel mettersi a garzone presso un maestro d’arte e rubargliene i segreti: nel senso che l’apprendista doveva osservare e capire da solo molte più cose di quante gliene fossero spiegate o insegnate. Non si trattava di incapacità didattica dei mastri, ma del loro interesse a far apprendere nel modo più lento possibile poiché questo garantiva la disponibilità di un lavorante per un tempo più lungo e ad una paga più bassa, ma soprattutto rinviava di molto il momento in cui un nuovo concorrente si sarebbe inserito nel mercato. Un atteggiamento corporativo, se si vuole, un comportamento tipico di piccoli gruppi impegnati nella chiusa difesa dei propri interessi e privilegi.

 

Il mondo si evolve. E con lui anche la nostra cultura. Realtà locali spesso secolari, basano il loro “successo” su fattori radicati nella cultura artigianale e creativa. I progetti sono quasi sempre identificabili a finalità artistiche e culturali. L’elaborazione, delle fasi operative, consegue da una tecnica di creatività di gruppo per fare emergere idee volte alla risoluzione dei problemi. Come vocazione emerge l’intento di portare la creatività ad interagire direttamente e ad integrarsi con ogni ambito del tessuto sociale. È ormai il tempo dei creativi (imprenditori, progettisti, designer, pubblicitari) impegnati nei vari campi dell’industria e della comunicazione, si orientano ad un lavoro per l’attuazione delle idee di «produzione responsabile».

 

È di ieri l’articolo di Gianandrea Zagato - giovedì 29 novembre 2007. Artigianato in Fiera: festa con 2.618 espositori. Dieci padiglioni, operatori provenienti da 104 Paesi sparsi nei cinque continenti.(…) «È come se fossimo sempre ributtati dentro alla possibilità di conoscere, incontrare e abbracciare l’umanità espressiva che è l’artigiano e di presentarlo a un popolo che a sua volta rimane estasiato e stupito della bellezza che questa umanità esprime nel suo lavoro» commenta Antonio Intiglietta. (…) «In una parola, l’eccellenza artigiana» annota l’assessore Domenico Zambetti: «Quest’edizione di Artigiano in Fiera è particolarmente ricca di eventi e novità. E consente alla Regione Lombardia di sostenere una volta di più un settore strategico per la nostra economia e fondamentale per la nostra storia».

 

 

 

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.