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Testo e contesto nella musica: “Olly meets The Good Fellas”

17/05/2005 4798 lettori
3 minuti

Ricontestualizzare: quante volte, in ambito comunicativo, abbiamo sentito ripetere questa parola? La differenza tra testo e contesto fa sì che un medesimo contenuto, se veicolato in ambiti differenti, possa assumere connotati e valori semantici diversi. Ciò vale anche per la musica: una stessa canzone può essere riletta, ossia ricontestualizzata, in mille e più campi.

“Olly meets The Good Fellas” non è che l’ennesimo, geniale, esempio di questo discorso. Il progetto è stato concepito da Max Cantù di Bagana Records che, dopo aver riascoltato un live del 2001 in cui si esibivano gli Shandon (una delle più importanti formazioni punk italiane) e i Good Fellas (orchestra swing), ha deciso di provare a trasformare l’idea del live in un disco. Ha chiamato i Good Fellas ed ha affiancato loro Olly, vocalist degli Shandon con un timbro piacevole e a tratti sorprendente. Dall’incontro, come dice il titolo, tra questi artisti è scaturito un album che svaga e sconvolge piacevolmente, riunendo in un unico disco dodici brani (hit celebri, sentite e risentite in radio e in tv) che sono stati riarrangiati con sonorità swing.

Il primo singolo, “No one knows”, è stato portato al successo pochissimi anni fa dai Queens of the Stone Age (nel video compariva anche Dave Grohl, ex Nirvana e ora leader dei Foo Fighters), ma Olly e i Good Fellas se ne infischiano del suo originario spirito rock e lo reinterpretano con tanto di trombetta e anime stilistiche anni trenta. Ancora più divertente è “Beautiful people” di Marylin Manson: irriconoscibile; dall’estremamente satanico si passa, per antitesi, ad atmosfere quasi celestiali, sicuramente meno inquietanti. Ma non ci sono solo canzoni di respiro internazionale; Luigi Tenco impera incontrastato con ben tre, splendide, composizioni: “Cara maestra”, ironico pamphlet contro la discriminazione e le disuguaglianze nella società odierna, “Triste Sera” e “Vedrai Vedrai”. C’è pure Adriano Celentano, con “Un bimbo sul leone”, poco conosciuta ma comunque valida. Merita una menzione anche Do you remember rock’n’roll radio?” dei Ramones: nel 2001 il loro defunto cantante, Joey Ramone, pubblicò la versione punk di “What a wonderful world”, celeberrimo classico del jazzista-swingman Louis Armstrong. Ora, in un ideale contrappasso o, se preferite, omaggio ricambiato, il jazz-swing addolcisce e cambia la fisionomia ad un brano punk. Fantastico. Se non ci fosse il contesto, il testo da solo potrebbe fare ben poco!

Massimo Giuliano
Massimo Giuliano

Ho collaborato con varie testate cartacee, tra cui Il Tempo e Intercity. La musica è il mio interesse principale: ho recensito cd e concerti per vari siti Internet (NotizieNazionali.net, L'isola che non c'era, Musicalnews.com) mentre oggi sono redattore di IlPescara.it, gruppo editoriale Citynews-Today. Mi sono occupato per anni anche di uffici stampa e comunicazione, collaborando inoltre da esterno con agenzie ed emittenti tv per realizzare servizi ad hoc.