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Ars Electronica 2004: il mondo in 25 anni

04/11/2004 5092 lettori
5 minuti
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Timeshift: il mondo in 25 anni. Ars Electronica festeggia con questo titolo la venticinquesima edizione di una manifestazione diventata nel corso degli anni l’evento di riferimento in Europa per l’arte e la cultura dei media. Mai come quest’anno la città di Linz, dal 2 al 7 settembre, si è trasformata completamente in un enorme palcoscenico urbano per tutte le iniziative del festival: ogni piazza, ogni strada, ogni centro culturale è stato dedicato ad ospitare installazioni, performance, eventi live, concerti...

Oltre al “tradizionale” Ars Electronica Center (Museum of the Future), il centro che ospita l’esposizione permanente delle opere selezionate e le realizzazioni dell’Ars Electronica Future Lab (vera e propria fucina creativa per talenti della tecnologia di tutto il mondo), molti altri sono stati i pezzi forti della venticinquesima edizione, ad iniziare dagli ormai celebri CyberArts (vero e proprio premio internazionale per la cyberarte, con tanto di nominations, menzioni d'onore e vincitori in diverse categorie, tra cui musica digitale, animazione, effetti visivi, net-vision, interactive), che quest’anno ha assegnato i suoi Golden Nica (anche la statuetta non ha nulla da invidiare al più celebre Oscar...) a opere davvero significative (una su tutte l’installazione vincitrice della sezione “interactive”, Listening Post, degli statunitensi M. Hansen e B. Rubin, che riportava su centinaia di piccoli schermi frasi e pezzi di discorsi provenienti in tempo reale da chat line e stanze di forum della rete, monitorati continuamente, facendole recitare secondo diversi pattern sonori ad una voce robotica).

Il Museo d’Arte “Lentos”, a due passi dalla Bruecknerhaus, luogo deputato alle conferenze e ai seminari, proprio in riva al Danubio (che ahimè, è sempre meno bello e blu, a dire il vero), ospitava quest’anno l’attesissima retrospettiva “Digital Avant-Garde”, già presentata qualche mese prima a New York, contenente alcune delle opere e installazioni più significative ospitate in Ars Electronica durante la storia delle sue passate edizioni, grazie alla quale anche gli appassionati più giovani (quale il sottoscritto) hanno potuto vedere dal vivo ed interagire con opere “storiche” come “Interactive Plant Growing”, di C. Sommerer e L. Mignonneau, del 1992, dove accarezzando e toccando delle vere piante connesse ad una particolare interfaccia possiamo ammirare increduli la loro stessa crescita sullo schermo, nella versione di pixel.

Altro momento importante del festival, la conferenza “Timeshift Symposium”, vero e proprio momento di riflessione critica e analitica su venticinque anni di progresso tecnologico legato all’arte, alla società, alla comunicazione mediatica: tra i relatori di quest’anno, Derrick De Kerckhove, direttore del Mc Luhan Program di Toronto, Sherry Turkle del MIT, Bruce Sterling (inutili le presentazioni per uno dei padri della fantascienza cyberpunk), oltre a moltissimi teorici e pensatori del mondo dei media digitali di livello internazionale.

Ciò che più stupisce ed entusiasma di Ars Electronica (oltre naturalmente il livello di tutte le esposizioni e rassegne) è di certo la totale sinergia tra l’evento e la città di Linz e i suoi abitanti: si tratta davvero di un evento da vivere 24 ore su 24, e la programmazione delle varie esposizioni (aperte tutte fino alla mezzanotte) lo permette assolutamente. Quando poi arriva l’ora di chiusura, rimane sempre la scelta tra una nottata di proiezioni di corti d’animazione sotto le stelle, un concerto di musica elettronica sul tetto dell’OK Center o una 72 ore non stop di dj set di provenienza nipponica...

di Cristiano Poian

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