Qualità Tv, dove eravamo rimasti?
Su Comunitazione abbiamo parlato alcuni mesi fa del problema della situazione della televisione italiana, con particolare attenzione all'ambito della qualità, ed il tema aveva suscitato un acceso dibattito sulle nostre pagine (vedi Rai, di tutto di qualità?, Il male è nella tv? e gli altri articoli della rubrica Tv, tv, tvb).
E' passato un po' di tempo, com'è si è evoluta nel frattempo la situazione?
Mettiamo sul tappeto alcuni temi, da cui spero possa partire una nuova discussione:
1) Sul fronte della qualità possiamo dire che poco è cambiato, infatti la situazione generale vede ancora molti programmi mediocri, ripetuti e non originali, basati non su di un autentico lavoro autoriale bensì su format comprati dall'estero.
La spinta competitiva, che vuole produzioni in tempo sempre più breve, e la guerra dell'audience, che porta le reti televisive a non rischiare troppo in termini d'innovazione, tengono la situazione in stallo. Tutto questo tenendo presente anche che in definitiva i costi di produzione di un programma banale non sono di molto inferiori a quelli di uno di qualità, la differenza sta nell'impegno.
Questo non vuol dire che non ci siano programmi ben fatti e originali, ma solo che la tendenza non è al miglioramento, almeno per ora.
Sinceramente il fatto che un programma come Drive In, riproposto in questi giorni, dopo vent'anni resti attuale sia per temi sia per formula dà un po' l'idea che una grande evoluzione non ci sia stata.
2) Tutela dei minori, a questo proposito non sarà sfuggito il fatto che la RAI ha lanciato il logo che cambia di colore per segnalare se i programmi sono per un pubblico di soli adulti, provvedimento affiancato da una forte campagna pubblicitaria sul tema.
La cosa è lodevole, tuttavia se non sbaglio sulle reti Mediaset, meno vincolate al rispetto del "pubblico interesse" rispetto alle reti RAI, il bollino verde/giallo/rosso c'è da parecchi anni.
Peccato poi che su entrambi i network passino film non adatti ai minori nelle più classiche fasce protette, come il prime time, forse pensando che quello scudo "poderoso" che è il bollino/farfalla salverà tutti.
Inoltre i varietà e molte altre trasmissioni in genere, diversamente da film e telefilm, non sono soggetti al bollino eppure di certo non sono tutti adatti ad un pubblico di minori.
3) Libertà d'informazione, tra sentenze e proposte contrattuali fallite i famosi (famigerati?) casi Biagi e Santoro (ed anche Luttazzi) sono sempre in una fase di stallo, mentre se ne parla sempre meno, con la parziale eccezione d'alcuni programmi d'approfondimento.
Non entriamo poi nella valutazione dei telegiornali, su cui pure ci sarebbe qualcosa da dire, se non per ricordare la vicenda delle ispezioni presso il TG3, segnale non proprio incoraggiante rispetto allo stato dell'informazione italiana.
4) Consiglio d'amministrazione RAI, alla fine si è riusciti a nominarlo, tuttavia la sua composizione, con un presidente "di garanzia", si è rivelata una trappola che ostacola il buon funzionamento dell'azienda. Il presidente è diventato di "minoranza" e le varie difficoltà che l'azienda sta attraversando hanno portato al sorpasso, in termini d'audience, da parte di Mediaset.
E' vero che il servizio pubblico non ha come primo obiettivo gli ascolti ma il calo si è originato anche a causa di un livello non sempre soddisfacente dei programmi, in più la RAI si regge con un finanziamento misto, che prevede il canone ma anche la pubblicità (che richiede a sua volta gli ascolti).
5) Riassetto del sistema Radiotelevisivo, Rete4 sul satellite ancora non c'è andata, la RAI resta pubblica e lontana dalla privatizzazione (al massimo si spostano le sedi da una città all'altra), il terzo polo televisivo non decolla, le televisioni locali continuano a marciare ciascuna per conto proprio. L'unica novità riguarda la Pay per view, con lo sbarco di Rupert Murdoch e di Sky Italia.
Questi sono solo alcuni degli spunti possibili per un argomento che è sempre di grandissima attualità, sicuramente molti elementi importanti mi sono sfuggiti ma il mio scopo è quello di rilanciare la discussione sulle nostre pagine.
Aspettiamo commenti.