UX Designer. Progettare l’esperienza digitale tra marketing, brand experience e design [recensione]
UX Designer. Progettare l’esperienza digitale tra marketing, brand experience e design è un libro di Jacopo Pasquini, Simone Giomi e Maria Cristina Caratozzolo, uscito per Franco Angeli nel 2018.
Il libro fa parte della collana Professioni Digitali di cui lo UX designer sicuramente è un esempio oggi tra i più richiesti anche se sicuramente non manca la confusione rispetto ai contenuti di questo tipo di lavoro.
Provocatoriamente nel primo capitolo che descrive che cos’è la UX design i tre autori si chiedono se lo UX designer esiste oppure no perché si tratta di lavorare su qualcosa che si lega all’esperienza individuale e quindi è in quota parte imponderabile.
La loro risposta è che non si tratta di progettare l’esperienza quanto progettare PER l’esperienza dell’utente: un pensiero che mettendo al centro le persone risulta molto centrato anche con gli aspetti più strategici dello scenario moderno.
Non a caso oggi la richiesta di questo tipo di conoscenza è elevata, nonostante la difficoltà di spiegare che cosa si faccia veramente.
Infatti, che cosa deve sapere uno UX designer? Le competenze della professione sono descritte nel capitolo due, dove si introduce il tema della differenza tra User Interface (UI) e User Experience (UX), due aspetti collegati e paralleli come evidenziato anche da Scott Brinker nella sua teorizzazione della convergenza fra marketing e software development.
La UX è certo una disciplina più umanistica che tecnica, e per questa ragione il bagaglio che gli autori citano spazia dalla psicologia cognitiva alla comunicazione, dal copywriting al visual design passando per l’usabilità: un profilo trasversale, come sempre più spesso accade per le nuove professioni e per la sfera del marketing.
Inoltre anche qui per una corretta esecuzione è necessario un rapporto di stretta collaborazione con altri dipartimenti e professionisti, da quelli più tecnici a quelli maggiormente creativi.
In termini di metodo, oggetto del terzo capitolo, ritroviamo poi l’idea della centralità dell’utilizzatore finale, con un approccio di User Centered Design (UCD) che prevede un percorso non lineare e iterativo dal brief al risultato finale.
In particolare, gli autori citano l’approccio PACT che parte delle persone (P), passa per le attività (A) che dovranno essere facilitate e rese piacevoli da quel prodotto e in determinati contesti di uso (C) per arrivare infine alle opportune tecnologie (T).
Il quarto capitolo infine parla di esperienza digitale, un terreno di confine tra digital marketing e UX design che gli autori si augurano di vedere veramente integrati in un futuro prossimo per non dover sentire frasi del tipo “io penso che dovrebbe essere così”, ancora oggi molto frequenti.
A proposito di generazione del valore, nel capitolo si elencano poi anche i fattori di importanza e di ritorno sull’investimento di un buon UX design.
In conclusione, UX Designer è libro chiaro e pratico, arricchito da molti contributi e testimonianze, una lettura facile e piacevole per capire un po’ meglio un tema di grande attualità e interesse su cui c’è sicuramente un lavoro da fare per costruire una cultura più diffusa.