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Scienze della Comunicazione? E sarebbe?

10/10/2002 9066 lettori
4 minuti
Mi sono iscritto al Corso di laurea in Scienze della Comunicazione a Padova nel 1999.
All’epoca potevo essere considerato per certi versi un pioniere: nella città in cui vivo e studio il corso era stato attivato da poco ed in tutta Italia i laureati in questa disciplina si contavano sulle dita di una mano.
Anche allora però ero stato colpito da un fatto, nessuno sapeva esattamente cosa si studiasse e quali fossero gli sbocchi di questa laurea, la confusione con Scienze dell’Educazione ed Ingegneria delle Telecomunicazioni (tanto per citare i casi meno tragici e grotteschi) erano all’ordine del giorno, la frase d’obbligo era “Ah, giornalismo…” ed il discorso terminava sempre con la solenne conclusione “E’ una disciplina nuova, queste sono le facoltà del futuro”.

Alzi la mano chi, fra gli studenti miei colleghi, non è mai incappato in un discorso del genere. Oggi di fatto Scienze della Comunicazione è diffusa in un gran numero di Atenei, mentre altri se ne continuano ad aggiungere, ed il numero di iscrizioni è in crescita continua (19998 matricole nel 2001/2002), frenato solo dai test di ammissione per il numero chiuso.
Dunque davanti a tanta richiesta si potrebbe pensare che il tempo abbia istituzionalizzato questo corso e che per tale motivo chi si iscrive oggi può cominciare un percorso di studi di cui sa tutto, favorito dal fatto che famiglia, società e mondo del lavoro hanno una certa nozione dei temi che si trattano nelle aule di SdC.

A me risulta però che la situazione non sia molto diversa da quella dei tempi della mia iscrizione.
Nel frattempo ho sviluppato una poderosa pazienza e dunque sono rassegnato a spiegare ancora per molti anni ai miei parenti ed ai miei amici che non diventerò per forza giornalista (frequento l’indirizzo di Comunicazione di Impresa) e forse perfino i miei zii un giorno si faranno una ragione del fatto che non ho scelto giurisprudenza.
Ma chi spiegherà ai nostri datori di lavoro cosa siamo veramente noi futuri laureati?

Il punto è uno solo, noi che dovremmo essere i padroni della comunicazione non comunichiamo. Direi che il fatto è paradossale eppure questa è la situazione, le persone che studiano Scienze della Comunicazione (ed i loro atenei di riferimento, che hanno delle grandi colpe) non sono state in grado di far comprendere al resto del mondo come diavolo vengano spesi cinque (ora tre) lunghi anni di studio e quale sarà, oltre al giornalista, la collocazione futura di questi studenti.
Non che la buona volontà non ci sia, anzi, le iniziative fioriscono a ritmo continuo, purtroppo però siti e associazioni hanno in molti casi vita breve, sorrette spesso dal solo entusiasmo dei fondatori che poi si spegne di fronte alla mancanza di collaborazione e di visibilità.

Sono solo difetti di gioventù?
La situazione sta indubbiamente migliorando e recentemente si sono sviluppati alcuni siti validi e ben pensati, in grado di consentire agli studenti di tutt’Italia di incontrarsi, scambiare risorse e, diciamolo, anche di farsi un po’ di pubblicità.
Questi siti però si rivolgono a chi è all’interno del corso o comunque a chi ha già confidenza con la comunicazione: nulla di male, anzi, creare un collegamento fra “addetti ai lavori” è sicuramente è un passo importante nello sviluppo del corso, anche per evitare la dispersione delle (scarse) risorse disponibili.

Il problema tuttavia è altrove, infatti è ancora rara una comunicazione rivolta all’esterno che spieghi in modo semplice e serio cosa sia Scienze della Comunicazione (piacevoli eccezioni sono il sito a cura di Loredana Flamingo e la sezione dedicata al corso sul nuovo sito di Aiscom), per far sì che il “mondo di fuori” sia in grado di collocare al giusto posto questa disciplina e coloro che la studiano.

Comunicare vuol dire primariamente mettere in relazione, gli interlocutori possibili però sono tanti e parlano lingue diverse, non è possibile pensare che siano essi a venire ad informarsi su di noi futuri comunicatori, bisogna invece saper andare loro incontro e questo lo dovrebbero capire anche le Università, nell’interesse proprio e degli studenti.
Iniziative valide sono state promosse da Aiscom e dalla (scomparsa?) Errepi studenti, le idee non mancano e riconosco che il compito non è semplice, perché l’argomento è complesso, in continuo movimento e riconosciuto solo da poco nella sua importanza e dignità.

Resta il fatto che io sono scambiato ancora per un ingegnere o per un educatore.
Non lancio accuse, non do ricette ma vorrei una risposta al quesito che pongo: è davvero possibile che nessuno comunichi i comunicatori?
Chissà che una risposta non mi giunga proprio dalle pagine di questo sito.

GIANLUIGI ZARANTONELLO

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.