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Expo 2015, ricostruire un mondo sostenibile.

13/11/2014 9870 lettori
4 minuti

Collegato al tema delle nuove forme di energia, c'è anche l'economia che può essere generata attraverso la sostenibilità. L’istrionico fondatore del Fooding Social Club da due anni mette in scena un «action cooking» molto speciale, cui partecipano musicisti, esperti di alimentazione e… ingredienti al limite della scadenza. Per riflettere, gustare e divertirsi. Un format semplice per argomenti complessi, quello ideato dal Foodj[1], che ha realizzato il suo progetto inizialmente radunando nella propria cucina, grazie alla fanpage di Facebook, venti commensali sconosciuti tra loro, un ospite con cui dialogare assaporando ottimi piatti preparati al momento.

 

L’area espositiva è stata progettata per accogliere le tecnologie più avanzate. Ecco come sarà visitare il sito di Expo Milano 2015: un’esposizione «smart». Intelligenza certa ed ingegnosa: un piano sagace. Così almeno era la prospettiva, quasi che fosse scienza infusa, nel periodo del conseguimento dell’evento. Dopo di che al quesito: «si è sicuri che nelle città intelligenti vivranno cittadini felici?» tergiversai e mi esercitai in un immaginifico componimento: «un viaggio in un meriggio d’estate nella mia ubertosa terra». 

Il cielo terso di un azzurro intenso, qualche nube elevata, di un bianco serico a forma di filamenti paralleli, di bioccoli e di strisce: erano gli elementi climatici di una giornata davvero calda e con poco vento. L'elevata altezza delle nubi nel cielo, il loro lento spostarsi, la forma irregolare e l'estendersi limitato, lasciava prevedere ancora calura. Un po' di sollievo, all'afa conseguente, lo concedevano soltanto delle brezze termiche, che salivano durante la giornata e che nel pomeriggio diventavano anche abbastanza vivaci. Era tutto un frinire, mentre anche le donne più anziane, con il loro filare e sferruzzare, «cicalavano» e assiepavano le ombre del vecchio fico e del prolifico nespolo; alberi antichi: rigoglioso il primo, tendente al vizzo il secondo. I monelli scorrazzavano nel vicino agrumeto: saltando tra un solco d'irrigazione e l'altro, di tanto in tanto si fermavano a scovare qualche gambero dalle rispettive tane.

Gli uomini col forcone in mano e la falce sul retro schiena, infilata nella cintura a mo' di faretra, si avviavano lentamente nell'aia prospiciente per rimuovere i covoni. Di conseguenza il casolare a quell'ora rimaneva pressoché deserto, se si eccettua qualche giovinetta intenta al ricamo ed a «sognare»; e qualchedun altro addetto alle servitù. Chine, sui rispettivi telai rotondi, e con l'uncinetto tra le dita, alcune ragazze trapuntavano le tele con fili variopinti. Sedute in semicerchio sotto le arcate, adiacenti al patio, non si curavano del succedersi delle cose né percepivano lo scorrere delle ore. La perfetta trama e la cromia del ricamo compiuto evidenziavano il loro stato di grazia: per altro congruente anche con le caste chimere agognate. Differente il presupposto per la servitù: continuava a pisolare, intanto che si finisse la siesta quotidiana, per poi riprendere, con stanca lena, la monotonia dei lavori domestici.

Estasiato e deferente, continuavo ad osservare con meraviglia una natura che già mi fu protettrice e sostentamento nella fanciullezza: come, la più dolce di tutte le madri, ci ha fornito in grand'abbondanza tutto ciò che era di prima necessità. Osservavo attento, l'insieme di quello che avevo lasciato e che ritrovavo compiutamente. Scrutavo con cautela ogni ambiente e, mentre ne potevo apprezzare l'evoluzione, bilanciavo le mie cognizioni e le altrui pertinenze. Non ero sordo al richiamo per quel paese da cui, una volta, mi allontanai. Assoluto era il mio riguardo verso quell'ubertosa terra che continuava ad apparire la stessa nella sua conformazione morfologica ed al tempo stesso rinnovata, rigogliosa e variegata, nelle colture. Lo stesso colpo d'occhio gratifica chi guarda il declivio delle colline all'orizzonte e l'estendersi dei campi, nella geometrica disposizione ordinata e ben distinta: lungo le pendici scoscese dei rilievi sono impiantati l'uliveto, il frutteto ed il vigneto.

Dove le pendenze diventano meno ripide ed il piano comincia ad ampliarsi, inizia l'agrumeto e si estende per alcuni ettari. Poi c'è il casale: rustico edificio isolato, con il suo patio e l'ampia area di servizio con tutte le sue dipendenze. A centro dell'area, una vasca di notevole dimensione, un tempo abbeveratoio per il bestiame, esiste ancora, alimentata da una fonte d'acqua, piacevolmente fredda, le cui scaturigini sono nelle falde delle montagne confinanti. Nella stessa area si trovano il pergolato e i due alberi, il fico ed il nespolo, già citati. Da quella, e per tutto il fronte longitudinale, verso il mare, si diparte la più grossa estensione di terreno tutta pianeggiante, suddivisa in riquadri; alternativamente ed oculatamente, ogni stagione, seminati a graminacee: frumento, qualche altro cereale e molto foraggio per il bestiame.

 

 

 

       Fonte: http://unariflessione.blogspot.it/2012/07/sul-sito-dellantica-calacte-la-legge.html

Immagine: http://24o.it/Spx3Oa

 

[1] (una crasi dal greco κρᾶσις, cràsis, "mescolanza" è un fenomeno linguistico fonetico che attiene alla catena del parlato e che avviene quando la vocale finale di una parola e quella iniziale della successiva si fondono in un'unica vocale, oppure in un dittongo) tra foody e Dj.

 

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.