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Approccio proattivo

06/06/2013 14298 lettori
4 minuti

Una lettura proattiva e reattiva che simboleggia la necessità di prendere in carico per ottenere il massimo di opportunità nella tua vita. «Start-up un immediato amore per le iniziative imprenditoriali», ma anche un linguaggio aziendale, di chi opera con il supporto di metodologie e strumenti utili a percepire anticipatamente i problemi, le tendenze o i cambiamenti futuri, al fine di pianificare le azioni opportune in tempo: si ha questo necessario approccio proattivo? Francamente pare che non si vada ancora oltre all’atto simbolico piuttosto che straordinario con il movimento delle start-up: genera poco fatturato e pochissimi posti di lavoro. Ancorché un paese che ha voglia di cambiare attraverso le storie di giovani innovatori digitali tenda a motivare e a rimboccarsi le maniche per ripartire, cercando ispirazione, idee e voglia di agire.

Le start-up quest'anno ci hanno donato speranza, fiducia, ottimismo e passione. È veramente in atto il cambio culturale della nuova generazione d’italiani? Un eccesso di cultura idealista ha portato sicuramente a sottovalutare la cultura tecnico-scientifica e per ciò l'importanza dei mestieri. Per altro verso se ci si muove ad ampliare il ragionamento sul mondo delle start-up troviamo la definizione che dà Wikipedia: «Con il termine start-up s’identifica l’operazione e il periodo durante il quale si avvia un’impresa. Nelle start-up possono avvenire operazioni di acquisizione delle risorse tecniche correnti, di definizione delle gerarchie e dei metodi di produzione, di ricerca di personale, ma anche studi di mercato con i quali si cerca di definire le attività e gli indirizzi aziendali. Le start-up company, di solito imprese appena costituite, utilizzano generalmente una limitata quantità di capitale, lavoro e terreni».

Diversamente da quanto avviene con il decreto sulle start-up innovative messo a punto dal precedente governo, un primo passo fondamentale per favorire la nascita di nuove imprese: nessun riferimento né all’età degli «startuppari» né all’oggetto delle start-up company, ma soltanto un percorso che deve essere necessariamente più complesso e muoversi in contemporanea sul binario legislativo e su quello della comunicazione. Quanti giovani ragazzi italiani, pronti per entrare nel mondo del lavoro, sanno che l’Italia è il secondo Paese manifatturiero più forte d’Europa, dopo la Germania?

Si stenta a capire e metabolizzare i fondamentali della nuova fase processuale di accumulazione capitalistica, dove sono le imprese molto innovative a base tecnologica a far maturare e sviluppare nuove opportunità di business e d’investimento facendo leva sullo sfruttamento di nuova conoscenza. Le moderne attività artigianali, in continuità con i mestieri del passato, pur essendo aggiornate tecnologicamente e operando nel campo delle nuove tecnologie, non hanno come obiettivo esclusivo di fare business, come avviene nelle grandi imprese; l’impresa artigiana è lo strumento per creare qualcosa di significativo partendo da una semplice idea, per dare una dimensione più umana al lavoro, al limite per avere la soddisfazione di creare qualcosa che possa servire a qualcun altro.

Essere definiti proattivi: fondamentalmente ci si riferisce a chi non sta ad aspettare che qualcuno dia un compito; vanno a cercarselo da soli, spinti dalla voglia, di essere attivi, collaborativi, utili. Per altro occorre imprimere una svolta all’azione guardando «alla nuova imprenditorialità innovativa che ha un punto di forza nel saper fare trasferimento tecnologico in senso imprenditoriale, con una capacità d’interazione, da un lato con la ricerca e dall’altro il mercato e le imprese grandi e piccole già esistenti, svolgendo un ruolo di ponte fra questi due mondi.» Dato per scontato il «ruolo di ponte» e l’auspicata svolta verso una nuova politica industriale, che guardi al futuro, il lancio e il successo di mercato della «spin-off/start-up tecnologiche”, può ritenersi acquisibile a prescindere da qual si voglia rete di «venture-capitalists»?

 

Foto e riferimenti: start-up particolare summit  mondiale di Londra

start-up un immediato amore per le iniziative imprenditoriali

start-up motore della nuova Italia?

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.