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“Start up un immediato amore per le iniziative imprenditoriali”,

07/01/2013 4089 lettori
4 minuti

Quali che siano le riflessioni su comportamenti e metodi giovatisi in una situazione di forti incertezze, lecita pare la rilettura e la considerazione di analisi e suggerimenti apparsi. Cercare di conoscere i criteri e le condotte attivate, induce, con la divulgazione, a interagire anche con sollecitazioni pertinenti. Continuo a chiedermi se l’inglesismo sia veramente entrato nel linguaggio nostrano, nella giusta maniera per esercitare con la dovuta forza e rappresentatività la via per un rinnovamento economico, finanziario, legislativo e culturale.  “Start up un immediato amore per le iniziative imprenditoriali”, ma anche un linguaggio aziendale, di chi opera con il supporto di metodologie e strumenti utili a percepire anticipatamente i problemi, le tendenze o i cambiamenti futuri, al fine di pianificare le azioni opportune in tempo: si ha questo necessario approccio proattivo?

Che le imprese innovative fossero una delle leve fondamentali per lo sviluppo economico del Paese era già chiaro da anni agli addetti ai lavori. Il Ministero dello Sviluppo Economico, ha messo insieme un gruppo formato da imprenditori, professori, investitori per avanzare proposte di riforma in grado di facilitare la nascita e la crescita di start up innovative. Pare essere pronti in tanti ad implementare delle idee, a sviluppare aziende sostenibili, a creare occupazione: darci speranza e dimostrare che sono ancora le piccole imprese il motore del nostro Paese. L'approvazione del Decreto Sviluppo durante gli ultimi giorni di legislatura, è stata sicuramente una piacevole sorpresa. Allo scadere, proprio quando un intero anno di lavoro poteva essere vanificato, il risultato è stato raggiunto. Le start up quest'anno ci hanno donato speranza, fiducia, ottimismo e passione. È veramente in atto il cambio culturale della nuova generazione d’italiani?

Un eccesso di cultura idealista ha portato sicuramente a sottovalutare la cultura tecnico-scientifica e per ciò l'importanza dei mestieri. Fatta salva la presenza dell’Alto Adice, il nostro paese non partecipa alle "Olimpiadi dei mestieri", evento meglio conosciuto a livello internazionale come “World skills International”, mentre i Paesi avanzati mandano delegazioni d'eccellenza a competere tra loro. “D’altro canto una lettura puramente economicistica non consentirebbe di cogliere le peculiarità salienti del nuovo artigianato. Le moderne attività artigianali, in continuità con i mestieri del passato, pur essendo aggiornate tecnologicamente o operando nel campo delle nuove tecnologie, non hanno come obiettivo esclusivo di fare business, come avviene nelle grandi imprese; l’impresa artigiana è lo strumento per creare qualcosa di significativo partendo da una semplice idea, per dare una dimensione più umana al lavoro, al limite per avere la soddisfazione di creare qualcosa che possa servire a qualcun altro”. Quanti giovani ragazzi italiani, pronti per entrare nel mondo del lavoro, sanno che l’Italia è il secondo Paese manifatturiero più forte d’Europa, dopo la Germania? 
 
“Si stenta a capire e metabolizzare i fondamentali della nuova fase del processo di accumulazione capitalistica, dove sono le imprese altamente innovative a base tecnologica a far maturare e sviluppare nuove opportunità di business e d’investimento facendo leva sullo sfruttamento di nuova conoscenza. Su questo fronte in Italia siamo molto in ritardo e le conseguenze si vedono, con la crescita che langue e le crisi aziendali che aumentano. Occorre imprimere una svolta in senso microeconomico all’azione guardando in particolare alla nuova imprenditorialità innovativa che ha un punto di forza nel saper fare trasferimento tecnologico in senso imprenditoriale, con una capacità d’interazione, da un lato con la ricerca e dall’altro il mercato e le imprese grandi e piccole già esistenti, svolgendo un ruolo di ponte fra questi due mondi”. Dato per scontato il “ruolo di ponte fra questi due mondi” e l’auspicata svolta verso una nuova politica industriale che guardi al futuro, il lancio e il successo di mercato degli “spin-off/start-up tecnologiche”, può ritenersi acquisibile a prescindere da qual si voglia rete di “venture-capitalists”?
 
 
 
Fonte
2012: l'anno delle Start Up, della speranza e dei giovani
L’artigianato: tra memoria del passato e risorsa per il futuro di  Pier Paolo Poggio
Foto Start_up_school_paul_grech_job-meeting.jpg
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.