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Elezioni Como 2012

15/04/2012 8491 lettori
4 minuti

Due candidati quanto mai diversi tra loro per storia personale, politica e culturale: Donato Supino, aspirante primo cittadino sotto le insegne della Sinistra per Como e Sergio Gaddi candidato sindaco per la neo lista civica Forza Cambia Como.  Un contrasto non conflittuale: una situazione di contesa che da subito non pare per niente negativa, pur nell’evidenza dell’esistenza di diversi punti di vista e di opinione. A sua volta il conflitto si presenta come fattore di sviluppo conoscitivo quasi a obbligare il confronto con un altro modo di veder le cose. Per altro il conflitto mette in crisi e la crisi è un importante momento di crescita e di cambiamento.

Da tutto il contesto variegato e ben moderato dal sagace conduttore, sull’operato della giunta uscente ci piace chiosare sulla cultura e in particola sul modello delle grandi mostre, sollecitato con arguzia dal moderatore negli ultimi quindici minuti della trasmissione. Si è indotti a farlo anche con una certa qual forma di soddisfazione poiché convergenti in buona parte sia con le condotte sia con le istanze caldeggiate nell’occasione. In ogni occasione si è stati postulanti del decentramento culturale encomiandone il succedersi di buoni risultati, anche se con una discutibile fruibilità culturale: «non sempre gradevolezza e soddisfazione sono appannaggio dei molti». Tocca anche noi la necessità di ripeterci: «la pittura ha un'innegabile facilità di fruizione rispetto alle altre forme artistiche». Un distinguo è d’obbligo: separare la prerogativa del godimento dell’opera d’arte, in quanto esperienza estetica privilegiata al fine conoscitore o a una ristretta cerchia di pochi fortunati; instaurare un dialogo con la comunità locale e le istituzioni pubbliche, ma anche consolidare il senso d'appartenenza e stimolare la creatività nel proprio ambiente.

Il sistema vuole essere un punto di riferimento per esplorare e cogliere le potenzialità dell’investimento in cultura, una risorsa per attivare e mantenere il dialogo con la comunità; uno stimolo per le amministrazioni pubbliche a interpretare al meglio il loro ruolo di «regia», indispensabile per creare un circolo virtuoso in grado di produrre benefici per il territorio e la collettività. Tutto lascia pensare che condizioni disattese - vuoi per la crisi in atto, vuoi per un certo discredito sull’amministrazione comunale - fanno velo all’intento della curatela, e all’Assessore alla Cultura, riguardo all’apporto delle mostre: in quanto contributo alla valorizzazione urbana che porta con sé innovazione di processo, modificandone la funzione dal punto di vista della comunicazione e della sua interfaccia immateriale. Mi si passi, a conclusione, una precisazione su Budget.

«Nell’ingegneria gestionale, piano complessivo contenente le previsioni dei risultati economici e finanziari che un’azienda o un’organizzazione in generale ritiene di conseguire in un futuro periodo amministrativo o nel corso della realizzazione di una determinata iniziativa. Nello specifico, a fronte di un budget complessivo riguardante l’azienda nella sua totalità, s’individuano, come quota parte di quello complessivo, i budget per ogni unità organizzativa o progettuale che concorre a determinare il risultato dell’azienda, ripartendo in tal modo il peso strategico delle diverse iniziative. Particolarmente importante è il budget di progetto , che stabilisce quali oneri possano essere sostenuti per raggiungere gli obiettivi progettuali assegnati. Nell’organizzazione aziendale, processo di pianificazione, controllo e gestione di un insieme di risorse per raggiungere un dato obiettivo, con un budget predeterminato ed entro un periodo prestabilito, e dei flussi di informazione fra i partecipanti al progetto e verso l’esterno, misurando e, ove richiesto, certificando i risultati conseguiti, e rispettando le condizioni richieste dal committente e dall’ambiente in cui il progetto si sviluppa. Un progetto si differenzia da un programma, generalmente ripetitivo, in quanto si realizza una sola volta. La nascita di questa disciplina può essere associata alle tecniche di analisi per la scomposizione di un’attività complessa in attività elementari».

 
 
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.