Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Bruegel e la rinascita fiamminga.

20/03/2012 6539 lettori
5 minuti

Quasi una frenesia, il volersi sentire partecipe, giacché cittadino potenzialmente attivo e fautore del decentramento culturale; allargare gli spazi dell’utilizzo sociale in quel processo avvertito dall’Assessore alla cultura: «…la città deve metabolizzare in toto il concetto che la cultura è il nostro maggior petrolio». In senso figurato: si e inteso dire di un organismo di carattere economico o politico a struttura complessa, che trasforma i suoi elementi costitutivi, sviluppandoli e rinnovandoli. In altri termini è plausibile ritenere l'ambizione del proposito che vuole l'ammaestramento, già nella fase di studio di ogni ideazione, mediante il relativo processo di conoscenza.

Negli anni, si è prestata assidua attenzione, allo svolgersi delle grandi mostre di Villa Olmo. Anno per anno in una qualche maniera si è cercato di lasciar traccia, dell’intento di conoscere, per quanto possibile, sia l’allestimento, sia la gestione: null’altro, in coscienza, si era in grado di capire per «dotta ignoranza». Da qui la necessità dell'«ammaestramento», già nella fase di studio. A onor del vero se non «godimento estetico» certamente conoscenze impersonali ne sono state fatte. Ora all’approssimarsi del nono evento – La Dinastia Brueghel - avutene condizioni opportune, e visti sordi all’accorata ragione di attempato «tirocinante», ci s’improvvisa accorto «ricercatore».

Passati due mesi a Parigi mi hanno dato l’opportunità, tra biblioteche e librerie con accesso alla lettura, di avere avuto a disposizione diversi volumi, cataloghi e libri di autori, concernenti Brueghel e la pittura fiamminga. Notevole l’impegno profuso per la consultazione dei testi, intanto perché scritti in francese, poi perché non si trattava di strumenti didattici e tampoco io ormai fossi adattabile a tal esigenza. Qualcosa però penso di averla acquisita. Peraltro, è ormai mia prassi riportare il più possibile, in questi miei post, le parti integralmente riprese per poterli rileggere e assimilarli cammin facendo. E magari, perché no, evitando ogni ostentazione: suggerirli. L’esposizione che si apre il ventiquattro di marzo, ripercorre la storia della più importante stirpe di artisti fiamminghi attivi tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo. Appunto di seguito alcuni stralci riportati sul capostipite, la pittura fiamminga e la sua visione del mondo contrapposta alla visione dell’arte italiana. 

La pittura fiamminga, a sua volta, ha percorso tutto un ciclo di possibilità tecniche, culturali e umane: ha rivelato nella miniatura la sua vocazione allo splendore dei colori e della trasparenza della luce e dell’atmosfera, il culto realistico e insieme religioso del particolare, l’amore della natura nei suoi fenomeni perennemente ricorrenti, e dalla miniatura ha tratto, pur nella sua età aurea, non pochi né insignificanti stimoli e sollecitazioni. Con Pieter Bruegel la pittura fiamminga celebra i fasti del suo risorgimento, contrapponendo con nazionale orgoglio la sua visione del mondo alla visione dell’arte italiana.

In Italia il risorgimento era una gioiosa riscoperta dell’uomo e dell’universo, oltre le anticipazioni tecnologiche e dogmatiche: indagava la struttura matematica del mondo fisico, le leggi della prospettiva, la cifra delle proporzioni, l’equilibrio degli spazi, e intanto evolveva, con la magica formula delle costruzioni razionali, il senso dell’infinito, la tonalità lirica delle cose, la suggestione di un cosmo irreale e pure umano. Studiava con ostinato rigore i misteri della luce, le modalità del chiaro scuro, i toni cromatici, il linguaggio nascosto dei colori, e intanto annunciava i misteri della vita e dell’umanità e fissava per sempre l’attimo sacro in cui la bellezza appare sulla terra a turbare gli uomini.

L’artista italiano del rinascimento era assetato d’idealità e di perfezione (…) La realtà terrena era sì per lui, come per Anteo, necessaria per riprendere vita e vigore: ma il suo vero mondo era quello dei miti e delle figure eroiche, dei semidei e delle donne divine, chiamate con nomi cristiani, ma in realtà abitatrici di una terra innocente ignara di colpe originali e di ansie di redenzione. Il ritorno alla terra e alla realtà visibile era il ritorno di un’umanità già vissuta nel paradiso terreste dell’esperienza precristiana. Con Bruegel la rinascita fiamminga vuole essere davvero, pur senza declamazioni programmatiche e rivoluzionarie, un ritorno alla terra, alla vita, alla rude avventura terrena.

Proprio Pieter Brueghel il Vecchio (1520/25-1569, detto Pieter Brueghel I) è il capostipite e il pittore più importante della dinastia artistica più influente nell’Olanda meridionale tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo. La sua opera s’interroga sulla condizione dell’uomo e del mondo in cui vive; le raffigurazioni di paesaggi animati da popolani e le scene di vita contadina propongono una critica sarcastica dei vizi umani. Illustra proverbi e detti popolari, in modo realistico, riflessivo, provocatorio, tagliente e non sempre di facile interpretazione, originando un’opera ricca di contenuti morali. I dipinti di Pieter I erano per la maggior parte custoditi in collezioni private e pertanto inaccessibili al pubblico, per questo la sua fama è ampiamente riconducibile al figlio Pieter Brueghel il Giovane il quale assicurò la diffusione delle opere paterne eseguendo copie delle stesse, come nel caso del Censimento a Betlemme eseguito da Pieter II nel 1605 – 1610, riproducendo la versione paterna del 1566, oggi custodita ai Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles.

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.