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La Comunicazione e la concorrenza

01/04/2004 9465 lettori
5 minuti

Nel 1990 Michael Porter scriveva, nel suo libro "Il vantaggio competitivo delle nazioni", che la vivacità della concorrenza domestica e il grado di competenza e di sofisticatezza della domanda interna sono fra le basi del successo dei prodotti di un paese (o di un territorio), anche all'estero.
Infatti entrambi gli elementi sono uno stimolo continuo all'innovazione, poiché chi si adagia sulle proprie posizioni perde rapidamente terreno, mentre la domanda evolve ed i concorrenti si fanno ancora più agguerriti.

Questa situazione sicuramente oggi non è ancora propria degli operatori italiani della comunicazione.
Una prima ragione è essenzialmente strutturale, ossia le aziende italiane, grandi o piccole che siano, non hanno ancora sviluppato una seria cultura della comunicazione.
Il risultato è che esse tentano di spendere il meno possibile per questa funzione e, di conseguenza, si accontentano di servizi o prodotti mediocri, che a loro volta alimentano l'opinione negativa delle imprese nei confronti della comunicazione.
Stiamo parlando in pratica della domanda domestica di cui scriveva Porter.

Tuttavia anche coloro che operano nella comunicazione devono fare la loro parte nel rendere competitivo il sistema, ricercando continuamente l'innovazione, che su lungo periodo produce sicuramente dei ritorni.
Le aziende infatti per il loro budget in comunicazione si basano sui costi ma esigono anche dei risultati, e ovviamente chi sa dare i risultati migliori alla lunga sarà premiato dal mercato, sottraendo quote alla concorrenza.
Se tramite l'innovazione e la ricerca quest'azienda di comunicazione riesce a fare le cose migliori con un costo vicino a quello della concorrenza più statica quest'ultima sarà costretta a muoversi per migliorare o a sparire.

La storia dell'imprenditoria italiana c'insegna che le aziende nel nostro paese sono sempre state molto reattive e vivaci di fronte alle novità, innovando molto e conquistando posizioni di leadership in molti settori industriali, e per questo si potrebbe sperare che qualcosa del genere accada anche nel mondo della comunicazione.

Il rischio maggiore in tal senso potrebbe essere l'eccessiva concentrazione e la configurazione di una situazione monopolistica od oligopolistica, che finirebbe per rallentare in modo molto penalizzante la corsa allo sviluppo di nuove strategie.
D'altra parte per sviluppare realmente il mercato la comunicazione italiana deve professionalizzarsi, chiudendo qui una certa epoca avventurosa degli inizi, e anche in questo caso una forte concorrenza interna potrebbe essere un valido strumento di "selezione naturale".

Da qualsiasi parte si guardi il problema dunque chi fa comunicazione in Italia oggi deve essere molto competitivo, professionale ed innovatore, e non scoraggiarsi facilmente, perché qualche rischio iniziale può diventare un grande investimento sul lungo periodo.

GIANLUIGI ZARANTONELLO

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.