Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Correre ai fatti per sopperire ai misfatti!

09/10/2011 10377 lettori
4 minuti

«Traspare, dall'esame degli atti, la poco confortante sensazione che un intero insieme di apparati dirigenti, preposti alla tutela dei forti valori paesaggistici» del lungolago «e al controllo della bontà progettuale degli interventi abbia di volta in volta preferito adagiarsi in comportamenti e atteggiamenti improntati al laissez faires, non è dato sapere se spontanei o magari suggeriti dall'alto, cioè da chi avrebbe probabilmente tratto un vantaggio in termini di visibilità politica» «Sono state assunte - si legge nella consulenza - decisioni improvvide e affrettate, spesso limitandosi ad analisi superficiali delle problematiche e suggerendo blande prescrizioni». «scarsa profondità d'analisi e colpevole carenza di quelle attenzioni, di quelle competenze e di quelle sensibilità che sarebbero state necessarie» in un cantiere di un simile «impatto» per il volto della città.[1]

Sobrietà si osserva a Dogliani nel rievocare la figura di Luigi Einaudi a cinquanta anni dalla scomparsa. La lezione di Einaudi è di grande attualità. S’invita a non limitarsi all'esperienza presidenziale di Einaudi ma a recuperare anche aspetti importanti del suo pensiero, dall’eredità di «riformista e precursore della scelta federalistica ed europea. E c'è poi da riflettere pure su aspetti misconosciuti del pensiero di Einaudi come quella che potremmo chiamare con molta approssimazione la sua dimensione sociale». Vi è più che mai bisogno oggi di recuperare «tutti questi nutrimenti per portare la politica e la dialettica politica nelle istituzioni a livello di dignità». L'altro invito è a riflettere «con spirito nuovo» anche su famosi e un «po’ equivocato momento di dibattito», come quello tra Croce ed Einaudi.[2]

Bisogna tornare a scuola di liberalismo e liberismo: non c’è maestro migliore di chi viene citato oggi troppe volte a sproposito, Luigi Einaudi. Riprendendo una vecchia polemica con Croce, e condannando ogni forma di comunismo, nel 1948 Einaudi scriveva sul «Corriere della sera» un elogio della «libertà dell’uomo comune» accettando la tesi che la libertà politica debba essere accompagnata dalla libertà economica : «a che serve la libertà politica a chi dipende da altri per soddisfare i bisogni elementari della vita? Fa d’uopo dare all’uomo la sicurezza della vita materiale, dargli la libertà dal bisogno, perché egli sia veramente libero nella vita civile e politica… La libertà economica è la condizione necessaria della libertà politica…».[3]

Mentre in Gran Bretagna Keynes proponeva una riforma nei metodi e negli obiettivi della politica economica che rifiutava il laissez-faire per enfatizzare le componenti di progresso e giustizia sociale del liberalismo, in Italia Luigi Einaudi era impegnato in un dibattito decennale con Benedetto Croce sul significato e sulle implicazioni delle nozioni di liberalismo e liberismo. «L’idea liberale» secondo Benedetto Croce «vuole libertà per tutti». La dottrina del laissez - faire é meno ecumenica. Quando Colbert chiese al mercante Legendre «Que faut-il faire pour vous aider? La risposta di Lgendre fu «Nous laisser faire». La differenza è tra quel «tutti» e quel «Nous».[4]

Liberismo: in senso ampio, sistema imperniato sulla libertà del mercato, in cui lo Stato si limita a garantire con norme giuridiche la libertà economica e a provvedere soltanto ai bisogni della collettività che non possono essere soddisfatti per iniziativa dei singoli «in tal senso è detto anche liberalismo o individualismo economico».[5]

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.