PMI-Ritardi pagamenti Pa: è ora di dare un'accelerata!
Lo scorso 29 giugno, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito ha risposto all'interrogazione rivolta dal deputato leghista Marco Reguzzoni al Ministero dello Sviluppo economico in merito a "iniziative per la modifica della disciplina sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, con particolare riferimento alle pubbliche amministrazioni". In particolare, nell'interrogazione viene sia focalizzato il problema delle piccole imprese che accusano più delle grandi i ritardi nei pagamenti, rischiando la propria stessa sopravvivenza, sia evidenziato che il perpetuarsi del fenomeno dei ritardi di pagamento rischia davvero di generare danni irreparabili al tessuto imprenditoriale italiano. Con lo scopo di fronteggiare questa grave situazione, si chiedono iniziative normative di disciplina dei ritardi di pagamento nelle transazioni, con particolare riguardo alle pubbliche amministrazioni, anche attraverso modifiche alle disposizioni relative al patto di stabilità.
Avvalendosi di elementi forniti dal Ministero dello Sviluppo economico, il ministro per i Rapporti con il Parlamento ha comunicato che il Governo "sta attuando una serie di misure atte a recepire la direttiva comunitaria n. 7 del 2011 sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. L'Italia avrà due anni di tempo per recepire tale normativa. Le proposte emerse in sede comunitaria prevedono una riduzione dei tempi di pagamento da parte della pubblica amministrazione fissati da 30 giorni fino ad un massimo di 60 giorni in circostanze eccezionali.Tra le misure previste – ha ricordato Vito - vi è quella per cui le imprese hanno diritto di esigere il pagamento di interessi di mora, di ottenere un importo fisso minimo a titolo di indennizzo dei costi di recupero del credito e di esigere il rimborso di tutti i costi ragionevoli incorsi a tal fine. Il legislatore nazionale era più volte intervenuto negli ultimi tre anni per risolvere la criticità evidenziata nell'interrogazione, stabilendo ad esempio la possibilità che i creditori possano ottenere in via permanente la certificazione dei propri crediti allo scopo della relativa cessione pro soluto a favore di banche o intermediari finanziari. Il disegno di legge di stabilità per il 2011 ha istituito un fondo nello stato di previsione del Ministero dell'interno per il pagamento degli interessi passivi maturati dai comuni rispettosi del patto di stabilità per il ritardato pagamento dei fornitori".
"Il Ministero dello Sviluppo economico – ha continuato il ministro - ricorda che lo scorso 15 marzo è stata approvata all'unanimità dalla Camera dei deputati, ed è attualmente in discussione al Senato, la proposta di legge Norme per la tutela della libertà di impresa. Statuto delle imprese, nella quale si prevede che il Governo adotti, entro 12 mesi dall'entrata in vigore dello statuto, un decreto legislativo recante modifiche al decreto legislativo n. 231 del 2002 in tema di ritardi nei pagamenti delle transazioni commerciali; si prevede, inoltre, che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato possa procedere ad indagini, intervenire in prima istanza con diffide, e comminare sanzioni per comportamenti illeciti compiuti da grandi aziende e da pubbliche amministrazioni. Lo statuto delle imprese – ha spiegato Vito - stabilisce l'istituzione presso il Ministero dello Sviluppo economico del Garante per le micro, piccole e medie imprese, che si faccia portavoce delle esigenze delle Pmianche presso l'Unione europea. A tal proposito, l'Italia nel febbraio scorso - prima in Europa - ha nominato Giuseppe Tripoli, capo dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione del Ministero dello Sviluppo economico, quale Mister Pmi. Quest'ultimo, tra l'altro, vigila sul rispetto del dettato comunitario, anche in riferimento ai tempi di pagamento delle transazioni commerciali tra le piccole e medie imprese e le grandi imprese. Infine – ha poi concluso - il Ministero dello Sviluppo economico fa presente che nell'ambito del tavolo permanente delle Pmi presso lo stesso Ministero, al quale partecipano tra gli altri, associazioni d'impresa, Regioni, Province, Comuni e Camere di commercio, sono state formulate interessanti proposte per il pieno recepimento della direttiva comunitaria prima ricordata e per favorire un migliore ambiente economico in cui operano le piccole e medie imprese".