Governance, la parola del mese di aprile
Perfino nella liberalissima Svezia, diversi anni fa, un autorevole istituto (il Consiglio Linguistico Svedese) si è fatto promotore di un intervento a tutela della lingua nazionale per gli effetti negativi prodotti dall’inglese; a essere difesa, con lo strumento linguistico, un’identità che si avvertiva minacciata dal regime planetario della globalizzazione.
Sul problema mi sono soffermato più volte, e la mia opinione è sempre la stessa: serve a poco dichiarare di volersi sbarazzare di premier o question time, bipartisan o devolution, se si vuole esercitare una qualche azione di “controllo” sul nostro idioma, perché la grammatica “vera” non risiede nei fatti di lessico ma trova alloggio altrove. Governance, però, è una di quelle parole inglesi che irritano non solo i “puristi” della lingua ma anche un “democratico” come il sottoscritto. Piace anche a tanti Rettori che, solo a pronunciarla, sentono di aver già realizzato il loro programma di governo dell’università.