LAVORO-Contributi: il Durc non è autocertificabile
Circa l'obbligo di esibizione del documento unico di regolarità contributiva, il cosiddetto Durc, chiesto dalla normativa vigente per tutti i contratti di fornitura e servizi con la pubblica amministrazione, la Ragioneria generale dello Stato nel 2009 ha espresso un orientamento interpretativo nel senso che per forniture e contratti pubblici di entità modesta, fino al limite di 10mila euro, questa dichiarazione poteva essere sostituita da un atto notorio, da un'autocertificazione. Questo comporterebbe una notevole semplificazione per le piccole e medie imprese, ma anche per la pubblica amministrazione e le società in house. Questo l'argomento oggetto di un'interrogazione rivolta al Governo dal Gruppo Misto – Minoranze linguistiche – primo firmatario il deputato Karl Zeller – per sapere "se questo orientamento viene confermato dal Governo".
Lo scorso 25 maggio la risposta è stata data dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, sulla base degli elementi forniti dal Ministero dell'Economia e delle finanze, che circa l'autocertificabilità del Durc e di contratti di modesto importo fa presente che "il Ministero del lavoro e delle politiche previdenziali ha più volte affermato che il Durc non è autocertificabile. Esso non può essere sostituito dall'autocertificazione dell'interessato ovvero dalla presentazione delle copie di versamenti effettuati in favore degli istituti previdenziali. Il Durc, inoltre, attesta non solo la correttezza dei pagamenti, ma anche l'adempimento di tutti gli altri obblighi previsti dalla normativa previdenziale, come ad esempio la corretta presentazione delle denunce obbligatorie. Il dicastero – ha aggiunto Vito - ha chiarito, inoltre, che sono soggetti all'obbligo di presentazione del Durc tutti i contratti pubblici, a prescindere dall'importo della prestazione ed indipendentemente dalla procedura di selezione del contraente adottata dall'amministrazione. Infatti, dall'esame delle disposizioni del codice dei contratti pubblici e dal regolamento di attuazione approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010 non emergono ragioni che giustifichino l'esonero dal Durc nel caso di contratti di importi modesti".
"Proprio al fine di semplificare le attività delle pubbliche amministrazioni – ha continuato il ministro per i Rapporti con il Parlamento - gli istituti previdenziali, nella nuova versione della procedura telematica www.sportellounicoprevidenziale.it, dedicato alla richiesta ed al rilascio del Durc, hanno previsto un'apposita tipologia di richiesta semplificata. Tale tipologia, denominata contratti di forniture e servizi in economia con affidamento diretto, consente a più amministrazioni pubbliche, nell'arco della sua validità trimestrale, di utilizzare uno stesso Durc avente il medesimo oggetto. L'altra questione indicata nell'interrogazione – ha poi aggiunto Vito - riguarda esclusivamente la materia dei contratti pubblici e delle società pubbliche controllate da un soggetto pubblico. Secondo la giurisprudenza l'espressione in house identifica il fenomeno delle cosiddette autoproduzioni di beni, servizi e lavori da parte della pubblica amministrazione, che si verifica quando quest'ultima acquisisce un bene o un servizio attingendolo all'interno della propria compagine organizzativa, senza ricorrere a terzi tramite gare e dunque al mercato. In presenza di tali condizioni dunque, secondo il Ministero dell'economia e delle finanze, vi sarebbe una sorta di rapporto organico o di delegazione interorganica tra amministrazione e soggetto, il quale beneficerà di affidamenti diretti e senza gare e dunque al di fuori dell'applicazione delle regole previste per i contratti pubblici, tra cui anche quella sull'acquisizione del Durc per il pagamento delle fatture".
Nella consueta replica, Zeller ha evidenziato che "non posso essere soddisfatto da questa risposta, anche perché non si vede per quale motivo per rapporti che hanno un impatto economicamente molto limitato non si possa prevedere una procedura semplificata, nel senso di consentire un'autocertificazione. Ciò, infatti, comporta un notevole aggravio sia per le pubbliche amministrazioni che per le imprese relative. A tale proposito – ha sottolineato ancora - se il Governo riterrà necessaria una modifica della normativa vigente, noi ci riserveremo di presentare emendamenti in tal senso per semplificare tale materia. Dovrebbe essere anche un obiettivo di questo Governo alleggerire il peso burocratico in questa materia".