UE-Brevetti: procedura rafforzata per 12 Stati senza Italia
Per facilitare l'accesso a un brevetto comune, tutti i cittadini dell'Unione europea dovrebbero poterlo richiedere su una base non discriminatoria: quindi, ai richiedenti di Stati membri che non hanno come lingua ufficiale l'inglese, il francese o il tedesco è data la possibilità di presentare le domande in qualsiasi altra lingua ufficiale dell'Unione europea. Inoltre, a seguito dei negoziati condotti dalla presidenza belga del Consiglio dei ministri dell'Unione europea, la proposta dettagliata riguardo ai requisiti in materia di traduzioni prevede l'adozione dell'attuale regime linguistico a costi competitivi ma il brevetto comune sarebbe valutato e rilasciato in una delle attuali lingue ufficiali (francese, inglese o tedesco) e i costi di traduzione potranno essere rimborsati. Su questo punto, la Commissione Ue presenterà nel 2011 proposte dettagliate per l'attuazione di una cooperazione rafforzata in materia di tutela comune dei brevetti, inclusi i requisiti in materia di traduzione.
Nel frattempo, la Commissione europea ha presentato una proposta che consente di ricorrere alla procedura di "cooperazione rafforzata" al fine di creare un sistema comune di protezione dei brevetti in Europa. Questo sistema unitario consentirebbe agli Stati membri che ne hanno espresso il desiderio di giungere a un accordo sull'istituzione di un brevetto, valido in tutti i paesi partecipanti, ottenibile presentando un'unica domanda. Attualmente ottenere un brevetto in Europa costa dieci volte di più che negli Usa, per i costi di convalida e di traduzione da sostenere a livello nazionale. Questa situazione scoraggia l'attività di ricerca, di sviluppo e d'innovazione e nuoce gravemente alla competitività dell'Europa. Le proposte della Commissione per un unico brevetto Ue sono state discusse per oltre un decennio. Tuttavia in sede di Consiglio si è verificata una situazione di stallo per quanto concerne il regime linguistico. La Commissione ha cercato di sbloccare questa situazione presentando nel giugno 2010 una proposta sul regime linguistico, tuttavia, poiché il Consiglio dei ministri europei non ha potuto raggiungere un accordo unanime, la Commissione ha presentato ora una proposta che, in conformità ai trattati Ue, prevede la possibilità di autorizzare il ricorso alla "cooperazione rafforzata" in materia.
"Il deposito di una domanda di brevetto in Europa è un'operazione costosa e complicata e di conseguenza riservata alle società che dispongono di grossi capitali - ha detto Michel Barnier, commissario europeo per il mercato interno e i servizi –la situazione attuale è inaccettabile: a causa dei costi elevati gli inventori in media convalidano e tutelano i loro brevetti soltanto in 5 dei 27 stati membri dell'Unione. Gli inventori europei non possono permettersi ulteriori ritardi. Ecco perché la Commissione propone che alcuni Stati membri possano proseguire il cammino verso un sistema comune di tutela dei brevetti e spero che col tempo tutti gli Stati membri aderiranno al nuovo sistema. In ogni caso le imprese non saranno discriminate e potranno domandare un brevetto Ue a parità di condizioni, indipendentemente dal loro Paese di origine". Il sistema europeo dei brevetti attualmente in vigore è assai costoso e complesso, in particolare a causa delle esigenze di traduzione. L'Ufficio europeo dei brevetti (Ueb), un organismo dell'Organizzazione europea dei brevetti di cui fanno parte 38 paesi (I 27 dell'UE + altri 11 Paesi europei), esamina le domande di brevetto ed è competente per il rilascio di un brevetto europeo quando sono soddisfatte le condizioni previste. Tuttavia, affinché il brevetto così rilasciato sia valido in uno Stato membro, il titolare deve chiederne la convalida a livello nazionale in ciascuno Stato membro nel quale desidera ottenerne la tutela. Questa procedura comporta ulteriori traduzioni, con le spese relative, e costi amministrativi rilevanti.
Un brevetto europeo convalidato soltanto in 13 Paesi può costare fino a 18mila euro, di cui quasi 10mila dovuti alle sole spese di traduzione. Questo ha portato a una situazione in cui un brevetto europeo è dieci volte più costoso di un brevetto statunitense, che costa in media 1.850 euro. A causa delle spese da sostenere, la maggior parte degli inventori preferisce brevettare la propria invenzione in un numero assai limitato di Stati membri.
La proposta della Commissione fa seguito a una richiesta avanzata da 12 Stati membri (Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Slovenia, Svezia e Regno Unito). Si tratterebbe della seconda volta nella storia dell'Unione europea che viene utilizzata la cosiddetta "cooperazione rafforzata" grazie alla quale alcuni Stati membri possono portare avanti senza indugi un'iniziativa, lasciando agli altri la possibilità di aderirvi in un secondo tempo. La proposta di decisione intesa ad autorizzare una cooperazione rafforzata per un sistema comune di tutela dei brevetti deve essere approvata a maggioranza qualificata dal Consiglio dei ministri dell'Ue, previo accordo del Parlamento europeo.