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DiCinema: la nuova Hollywood

01/11/2010 9252 lettori
4 minuti

Tutti abbiamo amato Gilda, nelle rievocazioni psicoanalitiche di una sensuale Rita Hayworth che seduce un Glenn Ford renitente, tanto quanto l’indimenticabile Kim Novak che fà indubbiamente perdere la testa a un James Stewart stravolto dalla sua ossessiva ricerca di una donna uccisa dal suo stesso passato. Bene, e ne siamo rimasti talmente affascinati che Hollywood ha saputo rinnovare il mito sexy di una perfezione di bellezza e maniacale seduzione in una delle poche attrici che ha saputo mantenere fede a uno dei clichè più amati dalle trame cinematografiche; Sharon Stone. Nata in Pennsylvania il 10 marzo ’58, da genitori umili di origini irlandesi, il “brutto anatroccolo” destinato a diventare cigno si è contraddistinta precocemente per quella intelligenza che l’ha agevolata nella carriera scolastica (a cinque anni aveva sorpassato di due classi i suoi coetanei e a quindici era iscritta già all’università) e artistica, dapprima renitente, ma spronata da un famigliare ad iscriversi al primo concorso di bellezza che le ha aperto le porte a quella carriera di modella che l’ha consacrata poi, definitivamente, attrice. L’ambizione di Sharon viene premiata con il suo battesimo cinematografico, diretta da Woody Allen in Stardust Memories, per poi conoscere il partner Richard Chamberlain nei due episodi di Allan Quatermain, sulla falsa riga dei fasti di un Indiana Jones rivisitato da un Michael Douglas ne Il Gioiello del Nilo, prima di essere entrambi consacrati alla storia del cinema con il fortunato erotic-thriller di Paul Verhoeven, Basic Instinct (il primo successo che  l’ha fatta balzare nella classifica delle 50 donne più belle). Tralasciando la partecipazione nella indefinita saga di Scuola di Polizia (suo è il quarto episodio), i flop evitati dalla Stone vengono rivalutati dalle fortunate operazioni commerciali di Ossessione d’amore, ennesimo remake di Sangue e Arena (anche nell’originale titolo da noi trasposto) diretto da Javier Elorrieta e con Chrystopher Rydell a rivestire i panni del torero, precedentemente interpretato da Tyrone Power e Rodolfo Valentino, e lo stesso Sliver, parabola hitchcockiana del La finestra sul cortile, con William Baldwin a reinventare il ruolo di Stewart. Di non meno importanza i precedenti Atto di Forza del pigmalione Verhoeven, moderna revisione del dogma consacrato ne La Fuga di Logan di Michael Anderson, con un pianeta Marte visionario nel ricongiungimento del binomio Ordine-Sistema (suo è il cameo con Shwarzenegger nel successivo The Last Action Hero).  Prima nomination all’Oscar e premiata con il Golden Globe per il film diretto da Martin Scorsese Casinò, nel ruolo di Ginger, dopo delle felici incursioni nella commedia drammatica, vedi Lo Specialista, accanto a “Sly” Stallone (partner di doppiaggio anche nel cartoon digitale della Fox, Z-La Formica) e il thriller firmato da Jeremiah Chechic, Diabolique, interpretato da Chazz Palminteri (accurato sceneggiatore nel Bronx di De Niro, dopo la commedia “operistica” Oscar-Un fidanzato per due figlie) e Isabelle Adjani, sensuale complice della Stone del delitto noir alle spese del marito. Infelice operazione western, nella pretenziosa fotografia di Dante Spinotti, nel Pronti a Morire, accanto a un monolitico e spietato Gene Hackman e un giovane Leonardo DiCaprio, sotto il taglio “cartoonistico” del montaggio di Pietro Scalia, supervisionato dalla stessa Stone nelle scene hard con Russell Crowe. Pretenzioso flop degno di citazione è il film diretto da Barry Levinson, Sfera, al fianco di Dustin Hoffman e Samuel L. Jackson, complici di un sabotaggio sugli alieni da parte del Pentagono, per essere smentiti dagli stessi nelle profondità dell’oceano. Riuscito restyling sopra le righe, per evitare i danni da spin-off, nel Catwoman diretto da Pitof (Jean Christophe Comar), intepretato da Halle Berry (l’eroina) e Benjamin Bratt, dove la sensualità delle protagoniste riesce a convincere un adattamento “sdoganato” dalla stessa DC comics (soprattutto per i precedenti dark designati dallo stesso Burton, nelle forme plastiche della Pfeiffer). Di non ultima importanza, il ritorno all’eterna giovinezza voluto dall’imponente sequel diretto da Michael Caton Jones, Basic Instinct 2, complici quattordici anni di gestazione cinematografica, per una danza erotica condotta da una “veterana” Stone che risulta ancora convincente nei panni della scrittrice bisessuale e viziosa, a scapito di un indimenticabile “interrogatorio no slip” che ha decretato il successo di un marchio tipicamente hollywoodiano.

Di seguito, tutti i film dell’attrice:

Stardust Memories (Stardust Memories), regia di Woody Allen (1980)

Allan Quatermain e le miniere di re Salomone (King Solomon's Mines), regia di J. Lee Thompson (1985)

Gli avventurieri della città perduta (Allan Quatermain and the Lost City of Gold), regia di Gary Nelson (1987)

Scuola di polizia 4: cittadini... in guardia (Police Academy 4: Citizens on Patrol) regia di Jim Drake (1987)

Action Jackson, regia di Craig R. Baxley (1988)

Nico (Above the Law), regia di Andrew Davis (1988)

Tramonto di un eroe (Beyond the Stars), regia di David Saperstein (1989)

Ricordi di Guerra (War and Remembrance) (1988-1989) - Miniserie TV

Ossessione d'amore (Sangre y arena), regia di Javier Elorrieta (1989)

Atto di forza (Total Recall), regia di Paul Verhoeven (1990)

L'anno del terrore (Year of the Gun), regia di John Frankenheimer (1991)

Basic Instinct, regia di Paul Verhoeven (1992)

Sliver, regia di Phillip Noyce (1993)

Last Action Hero - L'ultimo grande eroe (Last Action Hero) (1993) - Cameo

Trappola d'amore (Intersection), regia di Mark Rydell (1994)

Lo specialista (The Specialist) (1994)

Casinò (Casino), regia di Martin Scorsese (1995)

Pronti a morire (The Quick and the Dead), regia di Sam Raimi (1995)

Difesa ad oltranza (Last Dance), regia di Bruce Beresford (1996)

Diabolique, regia di Jeremiah Chechick (1996)

Sfera (Sphere), regia di Barry Levinson (1998)

Z la formica (Antz), regia di Eric Darnell e Tim Johnson (1998) - Voce

Basta guardare il cielo (The Mighty), regia di Peter Chelsom (1998)

Gloria, regia di Sidney Lumet (1999)

La dea del successo (The Muse), regia di Albert Brooks (1999)

2000, episodio di Women (If These Walls Could Talk 2), regia di Anne Heche (2000) - Film TV

Ho solo fatto a pezzi mia moglie (Picking Up the Pieces), regia di Alfonso Arau (2000)

Beautiful Joe, regia di Stephen Metcalfe (2000)

Oscure presenze a Cold Creek (Cold Creek Manor), regia di Mike Figgis (2003)

Codice Homer - A Different Loyalty (A Different Loyalty), regia di Marek Kanievska (2004)

Catwoman (Catwoman), regia di Pitof (2004)

Will & Grace, episodio 7x20 (2005) - Serie TV

Broken Flowers, regia di Jim Jarmusch (2005)

Basic Instinct 2, regia di Michael Caton-Jones (2006)

Huff, episodi 2x01 e 2x03-04 (2006) - Serie TV

Alpha Dog, regia di Nick Cassavetes (2006)

Bobby, regia di Emilio Estevez (2006)

If I Had Known I Was a Genius, regia di Dominique Wirtschafter (2007)

When a Man Falls in the Forest, regia di Ryan Eslinger (2007)

Democrazy, regia di Francesco Vezzoli (2007) - Cortometraggio

The Year of Getting to Know Us, regia di Patrick Sisam (2008)

$5 a Day, regia di Nigel Cole (2008)

Streets of Blood, regia di Charles Winkler (2009)

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.