Il junk food - la parola del mese di aprile
Il junk food, “cibo spazzatura” di alto contenuto calorico ma dalla scarsissima qualità, è una delle tante declinazioni del famigerato fast food. Salgono però sempre più, fortunatamente, le quotazioni dello slow food. La paciosa tranquillità di un tempo contrapposta all’imperante velocità odierna. Se stiamo ai sempre più pressanti inviti al ritorno all’otium, e ai tanti elogi editoriali della lentezza, non solo nel mangiare; anche la lingua, per esempio, vuole la sua parte.
Sul sito www.presidislowfood.it i “valori fondamentali” di cui sono investiti i ben 177 soggetti alimentari presidiati, regione per regione, sono detti consistere nella “tutela della biodiversità, dei saperi produttivi tradizionali e dei territori, che oggi si uniscono all’impegno a stimolare nei produttori l’adozione di pratiche produttive sostenibili, pulite, e a sviluppare anche un approccio etico (giusto) al mercato”. Riscritta con leggerezza e un grano di sale, una dichiarazione del genere potrebbe suonare di “tutela della biodiversità stilistica e culturale, dei saperi linguistici tradizionali e dei loro territori testuali”, con l’“impegno a stimolare nei parlanti (e negli scriventi) l’adozione di pratiche lessicali difendibili (forbite) e a sviluppare anche un approccio critico (serio) all’italiano”.