IL CIELO CON UN DITO, IL PRIMO ROMANZO DI CLAUDIO BIGAGLI
Gina è bella, ha vent’anni. In un giorno sceglie il suo futuro. E’ la protagonista di “Il cielo con un dito”, il primo romanzo di Claudio Bigagli, il tenente Montini di Mediterraneo. In veste di scrittore, per l’occasione. In realtà, la scrittura per Claudio Bigagli non è una novità. Il suo primo testo teatrale, Piccolo equivoci, è diventato un film con la regia di Ricky Tognazzi. Dicevamo, Gina.
Gina vuole avere successo, ma c’è da pagare un prezzo. Ha deciso di accettare, “perché tanto fanno tutti così”. L’onorevole Balestra la manda a prendere con una macchina da sogno. Alla guida c’è Marco, un bel ragazzo al suo primo giorno di lavoro. Lo saprà, si chiede Gina, cosa vado a fare con l’onorevole?
Contrattempi e sorprese, ritardi e imprevisti: la giornata sarà lunga. Ed è in questo tempo sospeso che i due giovanissimi ragazzi sognano. Marco, euforico, brinda al suo futuro radioso. Gina fa finta di sognare, percepisce che non sarà una passeggiata andare dall’onorevole, né durante, né dopo.
Claudio Bigagli entra nella testa di una ventenne di oggi che vuole fare la valletta in una trasmissione televisiva e racconta una storia qualunque di una ragazza qualunque. In realtà Gina è una ragazza speciale, ha una percezione della vita che poco per volta diventerà consapevolezza e che inciderà nelle sue scelte. L’autore punta i riflettori sul mondo lavorativo, di oggi più che mai. Il lavoro è una merce di scambio? Do una cosa a te e tu ne dai una a me, è così che si dice? Non c’è davvero niente di male a dare una cosa, qualsiasi essa sia, e prenderne un’altra? Una raccomandazione è la norma?
E’ l’orrore quotidiano della banalità che esplode in queste pagine.
Ma è la tenerezza, la chiave del libro. La mamma di Gina è a conoscenza di tutto, le compra persino un vestito firmato Armani per andare dall’onorevole, affinché la figlia possa apparire perfetta. In una casa dove non ci sono soldi per arrivare a fine mese, ci sono due televisori di cui uno al plasma. La televisione ad alto volume riempie la solitudine e distrae dalle botte che prende dal marito la mamma di Gina.
L’aria che si respira si trasforma da una pagina all’altra: dalla commedia all’italiana al noir francese, dal neo-Neorealismo di Virzì agli anni Cinquanta. La scrittura è scorrevolissima. E’ un libro che si legge in poche ore e che dà uno spaccato inquietantemente lucido del presente che viviamo.
La copertina è un po’ mocciana, il titolo anche. Ciò che racconta è tutt’altro che mocciano. Con un finale a sorpresa.