Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Cammino a Fortapasc...

27/03/2009 24711 lettori
5 minuti
Tonalità seppia questa mia terra; a me le seppie non piacciono, forse perché quello che voglio dire fa troppo male… non vedo colori,qui il rapido scorrere del tempo sembra aumentare la quota d’ignoranza, qui nasce la lotta di un sapere che cerca di varcare i confini di un tessuto sociale, in cui, al primo esame, sembrerebbe che la convivenza crei assuefazione e che nemmeno dia più fastidio l’aggressività, lo sporco e la violenza quotidiana.
La vita in città si fa difficile e faticosa e il vuoto creato dalla mancanza di legame sociale, viene immancabilmente riempito dai principi e dai valori della cultura della violenza; uno vince, l’altro perde, uno domina, l’altro è dominato.
Il 23 settembre del 1985 muore Giancarlo Siani, 26 anni appena compiuti, ucciso sotto casa nel quartiere Vomero. Ha raccontato la Camorra e per questo è stato punito.
Le cose da allora non sono cambiate, si continua a respirare l’aria nera, lo stesso scenario che ha circondato Giancarlo nei suoi 4 anni di attività giornalistica, lo scorcio di una realtà che probabilmente lui desiderava potesse cambiare e invece…Roberto Saviano, Rosaria Capacchione, il pm Raffaele Cantone; ricordando chi paga un prezzo altissimo per le proprie scelte, per chi ha deciso di fare il proprio lavoro sempre a testa alta.
Esiste una patologia del sistema che va arginata, chiusa con un cordone di sicurezza entro i suoi limiti, perché non intacchi la parte sana.
Comunicare non è una scelta, diventa un’esigenza
Intanto…si vive a Fortapasc!