Il diavolo veste 2.0
Oggi è l’utente che sceglie il modo in cui deve essere raggiunto, perché conosce perfettamente le dinamiche del marketing duepuntozero delle aziende. Anzi, a volte ancora meglio.
Le aziende iniziano solo adesso, seppur con i prevedibili ritardi, a capirlo: è l’era della partecipazione e dei contenuti user genereted, che si concretizza attraverso le reti di amicizie, voci fidate, o semplici conoscenze. Gli utenti diventano così gelosi della propria indipendenza, ma irresistibilmente vogliosi di fare community, per ridistribuire la propria (o altrui) creatività, tradotta in video, musica, immagini e testi. Di fronte a questo scenario, i media tradizionali, smaniosi di convergenza, stanno cercando a fatica il modo di banchettare alla tavola del duepuntozero. La televisione in primis dovrà riadattarsi, e farlo anche in fretta.
Web 2.0 e viral marketing sono strumenti sotto gli occhi di tutti, ma questo non è sufficiente. Le aziende devono avere il coraggio di rischiare ed affidarsi a chi ha il know how adeguato a non perdere il treno in corsa.
I consumatori di un prodotto o di un servizio non sono più il target, ma i partner di un’azienza.
La comunicazione ha successo quando è in piena sintonia con quel dato momento storico, non quando anticipa o peggio ancora posticipa le tendenze. Il futuro quindi è interattivo, partecipativo, globale - e le parole chiave che da tenere a mente sono appena tre.
Relazione. Personalizzazione. Emozione.
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(articolo originalmente pubblicato qui)