Fumetti d’Arte: Jacovitti
Era il tempo di quel giornale venduto esclusivamente come culto di quel corriere quotidiano che investiva in notizie che non avevano nulla a che spartire con tavole infarcite di storielle e di svaghi preadolescenziali, precursore quindi di quelle letture moderne che non hanno mai condiviso la feroce maturità del culto dei supereroi, ma per rimanere sempre brevi novelle insaporite di umorismo e ricercata innovativa nel scoprire nuovi talenti e personaggi sempre più caricaturali. Quel Corriere dei Piccoli, condiviso dal celebre il Vittorioso e il Giorno dei Ragazzi, per arrivare negli anni settanta con un attinente TV Junior, precursori di quella fucina di prelibato fumetto di culto che oggi in Linus continua a garantire entusiasmi e generazioni immutate per culto di target di "buon pubblico".
Ed è in questa collocazione che andiamo a conoscere uno dei fumettisti più apprezzati dai giovani di ogni tempo, Benito Jacovitti (Termoli, 9 marzo 1923-Roma, 3 dicembre 1997), fedele compagno sui banchi di scuola delle ultime generazioni di sbarbatelli, prima col suo Diario Vitt, nato dalla fantasia di un sedicenne (era il ’39) che si apprestava a iniziare i primi passi come fumettista, sotto la casa editrice AVE e autore, dopo, di uno dei personaggi più celebri della storia del fumetto italiano: Cocco Bill. Interessante diventa approfondire una non casuale genialità di stile, accostando il disegnatore a uno dei talenti della pittura italiana in Giorgio De Chirico.
Nato a Volos, in Grecia, il 10 luglio 1888, impartì l’educazione artistica presso il politecnico di Atene e l’Accademia delle Belle Arti di Firenze e Monaco, ove assorbì, tramite la stessa conoscenza di artisti come Picasso e Guillaume Apollinare, i concetti simbolisti che lo portarono a sperimentare in ciò che formò la conoscenza metafisica del proprio stile originale. La stessa cultura impartita dall’insegnamento della madre Gemma Cervetto, dopo la morte del padre Evaristo, basata su una formazione di storia classica (principalmente greca antica), influenzò decisamente lo stile e l’espressione del pittore, unendo concetti atemporali con simbolismi privi di spazio a se stante, dove la stilizzazione umana diviene oggettiva, in forme senza anima e spirito, manichini che abbelliscono il concetto della pittura espressa (vedi L’Archeologo). Gli stessi studi filosofici che De Chirico approfondì dal suo soggiorno parigino, negli scritti di Friederich Nietzsche, lo portano ad elaborare il completamento di questo stile nelle composizioni "Cavalli sulla spiaggia" e "I Gladiatori", temi che possono trovare forti attinenze con lo stile illustrativo del disegnatore.
Scenari impressi da caotici assemblaggi in cui l'azione viene ripetutamente sottolineata dall'estro onomatopeico, in cui la tipica verve simbolista di Jacovitti assume una connotazione meno umoristica di come si possa pensare, accostando quel simbolismo originale di De Chirico in cui scenari e oggetti si rivolgono totalmente alla valutazione dell'osservatore.
Scenari, quindi, dove oggetti e forme assumono una collocazione priva di reale dimensione, dove il rigore geometrico conferisce una quasi durezza di stile che è stata più volte condivisa da quella critica che aveva bollato di eccessiva violenza le stesse tavole del Jacovitti.
Quell’energia umoristica che ha da sempre caratterizzato le storie di Cocco Bill, il pistolero nato nel 1957, dopo altri eroi del west nati dalla matita del disegnatore, vedi Pete lo Sceriffo, Pippo nel Texas e Tex Revolver.
Personaggi a cui Jacovitti conferisce meno unicità rispetto al cult "patito per la camomilla", assistito dal suo fedele sauro bianco, comprimario di storie che non hanno quasi mai assunto personaggi di ripetitività stipulata dalla sceneggiatura delle storie, a parte i "cattivi" Kuknas Brothers, accostandosi al personaggio nato dalla fantasia di Morris, Lucky Luke.
L’estro di Jacovitti assume così le caratteristiche di un’illustrazione assorbita dalla reale capacità di chi, nella pittura di uno dei maestri indiscussi, può riflettere le qualità necessarie per capirne i pregi di uno stile non sottotono. Una capacità illustrativa che il disegnatore ha poi elargito in altre produzioni, vedi una revisione personale del "Kamasultra", pubblicato con Marcello Marchesi, arricchito da altre tavole, circa trecento, pubblicate nel "Salgarone", dedicato ad Emilio Salgari, a completamento di quella schiera di personaggi che hanno contraddistinto la vita artistica di un fumettista che ha dato merito al fumetto italiano.
Di seguito, i personaggi pubblicati dal disegnatore :
Battista l’ingenua fascista
Baby Tarallo
Gionni Peppe
Jak Mandolino
Pop Corn
Zorry Kid
Pippo, Pertica e Palla e il loro cane Tom
Cip l’Arcipoliziotto (col cane Kilometro)
Gallina
Zagar
Giorgio detto Giorgio
La Signora Carlomagno
Tom Ficcanaso
Joe Balordo
Alonza detta Alonza
Giacinto corsaro dipinto
Oreste il guastafeste
Microciccio Spaccavento
Gionni Galassia
Giuseppe
Baby Rocket
Mandrago
Peppino il paladino
Pete lo Sceriffo , Pippo nel Texas e Tex Revolver
Cocco Bill