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Andrea Camilleri: il giorno che Montalbano arrestò Caravaggio!

10/03/2008 6553 lettori
4 minuti

 

Gentile professore Camilleri,

le sono grato per avere accettato il mio invito.

 

Mi scuso se dovrà sottostare ad alcune limitazioni indispensabili.

Le spiegherò tutto.

A presto.

Con queste parole, scritte su di un biglietto messo in tasca allo scrittore, si snoda quell’intricato deja-vu narrato dalla penna di Andrea Camilleri, scrittore agrigentino di Porto Empedocle (Calogero di cognome naturale), culla solare di un attivista pensatore che ha rinvigorito i fasti pirandelliani della commedia romanzata. Scaltro e anticonformista sin da ragazzo, incline alle regole, ma affascinato da ideologie che riversa su influenze comuniste che gli recheranno complicazioni professionali facilmente risolvibili dal suo stesso talento letterario, Camilleri riesce a caratterizzare quel suo disagio ribelle in un intreccio dissociato tra due epoche, nel suo romanzo più cupo e devoto al dramma artistico di chi conferisce dolore e passione in un unico attimo, riversato nella vita di Michelangelo Merisi detto Caravaggio. Un soggiorno iniziato dallo scrittore, narrato in una lucidità attuale, come omaggio alla sua terra natale, dopo un lungo esilio di quasi cinquant’anni, recuperando quel distacco in una conciliazione con la proprie origini rivalutando il sapore stesso della rappresentazione teatrale in quella tragedia classica a cui si accinge ad assistere. Camilleri diventa così protagonista consapevole di un’anima sdoppiata dal suo ego e quello del pittore, accostando il suo soggiorno allo stesso dell’artista che fu adottato da Siracusa a Malta, nell’estate del 1607. Atmosfere barocche e di chiaroscuri letterari scritti dalla stessa mano del Merisi, in quel diario fatto di annotazioni e dialoghi, come testimonianza di un breve passaggio in quella terra di Sicilia, fatto di loculi densi e carnali, ansie date da quell’assoluzione che lo concilia alla sua desiderata città di Roma, mentre si alletta in commissioni che lo tengono distante dalle sue angosce, vedi la rappresentazione del seppellimento di Santa Lucia, per volere del vescovo Orosco. Un pellegrinaggio intenso, trasmesso dallo stesso scrittore in quelle stanze di albergo fugaci come l’evolversi di quel romanzo personale, dove i frutti delle sue fantasie di narratore si trasmettono intense e risolutorie, nello stesso epilogo che mette la figura iniziale di quell’interlocutore nell’avvocato Carlo, il mandante di quel biglietto che si riallaccia alla notizia di un omicidio mafioso a sue spese, come assoluzione finale dello scrittore, nel benestare stesso di quel soggiorno tinto di mistero. Andrea Camilleri assorbe i tratti di uno Scorsese d’annata, nelle gestualità realistiche di un Newman impegnato a ripercorrere la sua carriera di giocatore di biliardo, osservatore di mosse umane, Eddie "lo svelto" assorbito da squarci di mattutina quotidianità, mentre la parola fine sembra solo la paura di non poter essere più il grande di sempre. Di certo il personaggio di Montalbano si distacca da un protagonismo atipico nel genere giallo caratteristico dello scrittore, ma la tradizione iniziata dallo stesso Gino Cervi nel suo Meigret (1959) non delude di certo le aspettative del lettore (oggi completate dalle recenti uscite de Il tailleur grigio e il campo del vasaio). Una rivisitazione letteraria, quindi, atipica del mito di Caravaggio, il pittore maledetto che ha conosciuto un nuovo momento di meritato valore nelle qualità recitative di Alessio Boni, reduce dai successi televisivi di Guerra e Pace (2007) e Cime tempestose (2004), che ha saputo dare una luce corposa al suo stesso mito, tra sacro e profano di una vita d’artista che ha immortalato l’estasi barocca che solo i grandi hanno saputo creare. E lui, decisamente, c’è riuscito.

 

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.