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CARAVAGGIO l'Immagine del Divino

29/02/2008 28474 lettori
5 minuti

 Michelangelo Merisi detto Caravaggio(piccolo paese vicino a Bergamo)

(1571 - 1610)

 

Il padre Fermo Merisi e la madre Lucia Aratori appartenevano ad una piccola nobiltà.  Il padre disegnatore di progetti, un uomo benestante che, oltre ad alcune proprietà, godeva di un reddito fisso da parte dei Marchesi Sforza.

 

Incertezza ed instabilità economica erano le caratteristiche degli anni tra il Cinquecento e il Seicento 

 

Era il periodo in cui solo i ricchi e gli aristocratici avevano importanza in un mondo osceno e corrotto; nascendo Caravaggio in un ambiente benestante, godette di una certa agiatezza, ma il padre morì quando era ancora fanciullo in seguito all’epidemia di peste del 1577.

Aveva solo tredici anni quando la madre firmò il contratto quadriennale di apprendistato presso la bottega di un pittore straordinario: Simone Peterzano dove imparò a dipingere piccoli quadri dietro un compenso di quarantaquattro scudi d’oro.

Le nature morte erano i soggetti preferiti perché riproducono la natura dal vero: la frutta colorata, turgida seppur bacata, rappresenta la metafora della ostentazione della vita umana.

PERIODO MILANESE

A Milano, durante una polemica con un suo compagno, accesa dalla presenza di donne e di sguardi di persone che incitavano alla brutalità,Caravaggio si macchiò del suo primo delitto: estrasse la spada e colpì a morte un suo giovane amico e compagno;questo terribile evento lo accompagnerà per tutta la vita, cambierà i rapporti con i suoi fratelli, lo indurrà a lasciare Milano per Roma.

PERIODO ROMANO

Quando arrivò a Roma,a Piazza del Popolo vide i resti dei condannati a morte appesi alla porta e comprese che quel mondo tormentato e sofferente era la sua realtà;

Era ormai un giovinastro dai capelli lunghi, golosamente conteso dagli uomini, un giovane acceso di passione, a volte brutale, ma anche angelico, maledetto, carnale e sordido insieme, demonio e angelo allo stesso tempo,torbido e violento, ma sapeva fare delicatissimi madrigali per la donna cui era legato: Maddalena Antonietti, prostituta ed amante.

Iniziò a dipingere presso Pandolfo Pucci da Recanati maggiordomo della sorella del Papa Sisto V con un vitto frugale fatto soltanto di insalata e pane tanto che Caravaggio soprannominò il Pucci "Monsignor Insalata".

Dipinse sia per un oscuro pittore siciliano di nome Lorenzo e sia per un altro pittore, Antiveduto Gramatica; il tema era sempre lo stesso: mezze figure di fanciulli intenti a lavori umili come lavori domestici o suonatori di strumenti.

Teste e volti, sciabolate di luce e contrasti violenti tra luce e ombra, peccato e tenebre, follia e redenzione della divinità che riscatta l’uomo, sono l’ispirazione di Caravaggio e la grandiosità della sua pittura.

Gli inizi furono duri; senza denari e pessimamente vestito una sera venne bloccato a Piazza del Popolo armato di spada e di biscaglina; lo fermarono e gli chiesero di mostrare il porto d’armi, Caravaggio rispose con offese arroganti ed oscene e venne sbattuto in carcere.

La sua vita si svolse su due realtà altalenanti e contrastanti tra loro:una raffinata, aristocratica, lussuosa e un’altra sordida, brutale, sanguinaria. Vestiva abiti sfarzosi di seta e di broccato, superbi, degni di un principe, ma li indossava senza cambiarli mai, fino ad averli consunti e laceri.

Era  litigioso ed arrogante,ma un rivoluzionario nemico della corruzione,della prepotenza e dell'ingiustizia

Desiderando, un giorno, gustare i carciofi di cui è goloso, si recò all’Osteria del Moro e ne chiese un piatto; l’oste gli portò quattro carciofi: due al "butirro" e due all’olio; e quando chiese quali fossero i due al "butirro" e i due all’olio, alla risposta dell’oste: "Odorali!", fu un attimo; fece volare il piatto in faccia all’oste che dovette presentarsi al Bargello di Roma (Magistrato che comandava le forze di polizia ed anche Capo dei "birri") con la faccia ricoperta di sangue, frammenti di porcellana in testa e untume e grasso in tutto il corpo.

Andava a mangiare nelle osterie e, piantando il pugnale sul tavolo, mormorava: "fa che non ti debba mai usare".

Era un tipaccio, ma era anche l’unico che dipingeva dal vero anche se questo non piaceva a Roma.

Dipingeva dal vero perché la realtà è sporca, non è degna di essere riscattata dalla sua sordida natura; la realtà non ha nulla che la elevi, la purifichi per assurgere ad un valore eterno, ideale, cui, invece, aspira sempre la pittura.

 

Come riuscì, allora, Caravaggio a farsi conoscere a Roma?

Con i dipinti che arrivavano nelle mani di un maestro di quadri , un certo MASTRO VALENTINI che per una piccola provvigione, li vendeva nella zona di San Luigi dei Francesi dove un raffinato Cardinale di Santa Romana Chiesa, rappresentante del Vaticano per il Granducato di Toscana, Francesco Maria Borbone Del Monte abitava…

vide quei quadri superbi e decise di introdurre Caravaggio tra i giovani talenti che collaboravano ad incrementare i suoi interessi artistici, musicali e scientifici.

L’ingresso di Caravaggio nel palazzo del Cardinale Del Monte segnò un totale cambiamento di ambiente che influì sulla sua pittura tanto da orientarlo verso interessi nuovi quali gli strumenti musicali;farà, anche, il ritratto ad uno di quei musici, un giovanissimo castrato, che suonava brani a madrigale inebrianti:

 è il dipinto del "Suonatore di liuto".

 

 Nel 1599 Francesco Maria Del Monte decise di far completare l’affresco della cappella del Segretario di Gregorio XIII, un tal Matteo Contarelli e di affidare l’incarico a Caravaggio.

Il Cardinale Contarelli aveva acquistato la cappella della chiesa di San Luigi dei Francesi nel 1565 ma, morto anzitempo, il suo esecutore testamentario aveva affidato la decorazione pittorica al Cavalier d’Arpino, - vecchio maestro di Caravaggio - che, completata la volta, ma oberato di commissioni papali, lasciò la cappella priva delle decorazioni che il Cardinale prima di morire aveva richiesto; mancavano, quindi, la pala d’altare e la decorazione delle pareti laterali.

Ma Caravaggio non sapeva dipingere ad affresco e, di sua iniziativa, dipinse su tela dando un’interpretazione personale alla scena: i personaggi della

"Vocazione di San Matteo"

sono dipinti con gli abiti dell’epoca e la scena è quella della vita quotidiana;la caratteristica della pittura di Caravaggio è esaltata in pieno: un fascio di luce luminosa accompagna la direzione del gesto di Cristo collegandolo a quello di Matteo.

La fama era raggiunta anche se suscitò grande scandalo per l’ardita interpretazione realistica degli episodi religiosi; da quel momento iniziarono le commissioni importanti come

 la Crocifissione di San Pietro e la Caduta di San Paolo della Cappella Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma,

 

 

Caravaggio aveva un carattere collerico, bizzoso, folle e cominciò a collezionare una serie di atti giudiziari:spaccò in faccia all’oste il piatto con i carciofi, aggredì a sassate i tutori dell’ordine, cantò sonetti infamanti contro il pittore Giovanni Baglione,cantò canzonacce agli sbirri a Piazza del Popolo; aggredì, a colpi di spada, il Notaio dello stato ecclesiastico Mariano Pasqualone che volendo trascorrere un’allegra notte di piacere andò ad infastidire una donna ammaliante: la donna di Caravaggio.

Michelangelo Merisi venne condannato ben cinque volte e cinque volte imprigionato, ma protetto dai nobili subito scarcerato (per tutta la vita Caravaggio sarà protetto dai nobili, dai Marchesi di Caravaggio, dagli Sforza, dai Savelli, dai Colonna).

Si dovette allontanare da dove abitava a Roma in Vico San Biagio angolo con Vicolo del Divino Amore

(la casa di Caravaggio è ancora là).

 La padrona di casa, una vedova di nome Prudenzia Bruni, non avendo ricevuto i soldi dell’affitto da ben sei mesi, si rivolse al Bargello di Roma (Bartolomeo Scoccia) che, entrando nell’appartamento di Caravaggio, stilò un elenco per l’esproprio dei beni da vendere all’asta.

Il documento descriveva il contenuto della casa di Caravaggio:

un corpetto di cuoio nero impunturato che ritroviamo dipinto indosso ad un ragazzo di spalle nella "Conversione di San Matteo;gli orecchini in oro, velluto e perla gli stessi che indossa Giuditta ai lobi nel dipinto di "Giuditta e Oloferne"; le perle scaramazze, simbolo della Madonna e lacrime della Vergine, dipinte ai piedi della Maddalena nella "Maddalena Penitente" della collezione Doria Pamphilij (quella donna bellissima dai capelli rossi è Maddalena Antonietti, la sua amante, la stessa che appare anche nel "Riposo durante la fuga in Egitto").

Nel lucernario, poi, trovò una sorpresa sconcertante: tutta la parte superiore del soffitto era dipinta di nero ed era sfondata la parte superiore del vetro, dove era stato posto uno scudo a specchio, uno specchio bombato lenticolare, affinché la luce che entrava dal lucernario sfondato, guidata dallo specchio bombato si concentrasse in un fascio di luce circolare bianca (la luce del sole a mezzogiorno) ed esaltasse la pittura su uno sfondo di penombra, di chiaroscuro, di tenebroso contrasto.

 

 

Caravaggio dipingeva guardando le immagini nello specchio; l’effetto di luce e ombra è evidentissimo; i modelli sono tutti ragazzi pescatori, donne di piacere; vestiti con gli abiti attuali e sono in posa; la scena non è dipinta direttamente, ma rifratta dalla specchio nelle stesse dimensioni del quadro (perché uno specchio riduce a due, le tre dimensioni naturali volumetriche).

Gli esperti che hanno studiato i quadri di Caravaggio, tramite il metodo della luce radente, hanno notato che i suoi quadri sono interamente coperti di piccole incisioni perché Caravaggio preparava la tela con colla di pelle (colla trasparente in fogli), mestica (mescolanza di colori diluiti con olio) e gesso finissimo da spalmare sulla tela fresca dove, ancora umida al tatto, il pennello, girato dalla parte del legno, potesse tracciare linee guida per la preparazione del disegno; lo aveva imparato alla scuola di Giuseppe Cesari più conosciuto come Cavalier d’Arpino.

Gli esperti hanno anche notato che nei quadri visti alla radiografia, si notano tantissime orecchie.

Caravaggio per creare un volto in tridimensione stabiliva dei punti: le labbra, il naso, il mento e le orecchie; utilizzava le orecchie per sperimentare e diversamente modificare il volto della persona.

Inoltre lasciava sempre un sottile bordo di preparazione color ambra intorno alle figure per poterle aumentare o contrarre a sua scelta.

 

Nel quadro "Sacrificio di Isacco", oggi alla Galleria degli Uffizi, si vede perfettamente intorno al pollice di Abramo che affonda nelle guance di Isacco, il sottile bordo di preparazione lasciato intatto dall’artista per avere l’opportunità di aumentare o diminuire la grandezza del pollice.

Tutto, quindi era stato sequestrato e quando Caravaggio tornò, dopo alcune settimane, si ritrovò senza più nulla e senza una casa; prese una mandola (strumento musicale a corde) e cominciò a cantare canzonacce triviali verso Prudenzia Bruni spaccando i vetri e le gelosie alle finestre.

 

 

Venne di nuovo sbattuto in carcere.

In una mattina di giugno del 1606 venne sfidato alla pallacorda da Ranuccio Tomassoni da Terni, procuratore di prostitute per il Papa e per i Cardinali; la partita fu vinta da Caravaggio ma ne nacque un tafferuglio che coinvolse anche i padrini dell’uno e gli amici dell’altro che furono quelli che diedero origine al diverbio iniziale; Caravaggio brandì la spada e trafisse per tre volte Ranuccio uccidendolo.

 

Condannato a morte in tutto il Regno Pontificio e, per sfuggire alla condanna, scappò da Roma e si rifugiò a Napoli – capitale del Regno delle due Sicilie e fuori dei confini papalini - nel palazzo del Principe di Zagarolo, Don Marzio Colonna.

Protetto dai Colonna, Caravaggio andò a Malta ospite dei Cavalieri di Malta, quei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, un Ordine religioso che accoglieva i giovani nobili più turbolenti e scapestrati restituendo loro una sorta di immunità.

E’ di quel periodo la commissione del Ritratto di Alof de Wignacourt, Gran Maestro dell’Ordine Gerosolimitano; il quadro oggi si trova al Louvre.

Questo grande personaggio favorì in tutti modi l’artista concedendogli tutti i privilegi riservati ai giovani aspiranti cavalieri, ma, come all’improvviso e senza conoscere la vera ragione Michelangelo Merisi si trovò nuovamente agli arresti nella "guva" (fossa profonda tre metri scavata nella roccia) del Forte di Sant’Angelo a Malta.

Unico indizio di questo nuovo arresto era contenuto nella nota di espulsione dall’Ordine dei Cavalieri

Come misteriosa fu la causa dell’arresto, altrettanto misteriosa la fuga dalla "guva", nel solo volgere di una settimana.

Costretto a tornare in Italia; si fermò prima a Napoli, poi a Messina, Siracusa e a Palermo;alla fine ritornò a Napoli dove chiese il perdono del Papa e per risposta gli arrivarono, in un vicolo di notte, tre Cavalieri di Malta che gli diedero la più tragica e vergognosa delle punizioni squarciandogli e deturpandogli il volto;sopravvisse e riuscì a raggiungere Porto Ercole dove gli arrivò il perdono del Papa (forse perché Caravaggio gli aveva donato un suo grandioso quadro che oggi si trova alla Galleria Borghese : "Davide con la testa di Golia" dove Golia con la testa mozzata è l’autoritratto di Caravaggio con le labbra semiaperte, gli occhi dolenti imploranti il perdono del Papa?).

 

Per un’ennesima volta Caravaggio ritornò in carcere perché venne scambiato con un bandito tutto sfregiato in volto che, proprio in quei giorni, era evaso; sarà liberato solo più tardi con mille scuse ma ormai era troppo tardi…

 

 

Caravaggio era malato di malaria e la feluca che doveva prendere per uno dei suoi innumerevoli viaggi era ormai partita, cadde bocconi sulla spiaggia e si dice che lì agonizzò; morì poco dopo in un ospedale, senza assistenza e senza conforti religiosi; era il 18 luglio 1610.

Del suo corpo non si seppe più nulla.

Tutta la sua vita sembra una leggenda.

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La prima parte dello sceneggiato televisivo ha mostrato una splendida ricostruzione dell'epoca e della personalità duplice di questo mitico personaggio:angelo o demonio? Sicuramente rivoluzionario nemico dei soprusi, della corruzione e dell'ingiustizia in un desolato quadro storico in cui la vita politica,religiosa e sociale era immobile nei pregiudizi,negli istinti,nella prevaricazione da parte dei potenti nei riguardi dei soggetti più deboli come le donne e i bambini. Periodo buio in questo senso,ma prodigiosamente in piena luce per l'ARTE che ha donato artisti straordinari, in questo caso,geni della pittura straziata, intensa,tremenda nel buio quanto radiosa nella luce. Caravaggio sapeva creare le gocce cristalline, intatte e reali da toccare  in quell'attimo magico della formazione. Stupenda puntata. A domani la seconda. Vi comunicherò altre impressioni.  

Il ritmo della seconda parte è stato più incalzante ed i riflettori decisamente posti su Michele. Attore straordinario. Recita col corpo oltre  che col viso. Il dolore e la sofferenza fisica non tanto per lui quanto per le persone incontrate, comprese, amate,per gli amici che lo hanno aiutato,perdonato per le sue intemperanze

Ammirato per il suo genio,forse odiato e sfidato per la sua unicità. Esempio di una vita spesa totalmente al servizio della Pittura,sua vera gioia,irrinunciabile più della vita stessa. Voleva la vita solo per ritrarla negli aspetti più realistici. Afferrava un viso deturpato e lo voleva così nel suo ritratto. Cercava la Luce per farla piovere sull'immagine scelta. Il lavoro iniziato come un mestiere nelle varie botteghe dei Maestri d'arte divenne piano piano certezza,passione,amore, follia.Bellissima l'apparizione della Morte nera a cavallo che lui fuggiva disperato e non accettava perchè sentiva che avrebbe voluto raccontare ancora la Verità,la Realtà seppure tragica e crudele. Nello sfondo dell'ultima scena, l'immagine della carrozza della marchesa Sforza che correva disperata verso quell'ultima spiaggia dove il suo adorato Michele stava spirando.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- "CARAVAGGIO. L'IMMAGINE DEL DIVINO"
in mostra a Trapani  nel
 Museo Regionale Conte Agostino Pepoli
15 dicembre 2007 - 14 marzo 2008

L'esposizione, a cura di Sir Denis Mahon, sarà un'occasione  per  ammirare i capolavori, anche inediti, del Pittore.  Per la prima volta, sarà esposta l'opera I Bari

Maresa Baur
Maresa Baur

Sono una scrittrice conosciuta nel web per aver pubblicato sette libri con case editrici online. Il mio sito è http;//digilander.libero.it/biribanti.maresa Credo che cliccando sul link possiate apprendere molto di me,quasi tutto. Amo leggere, informarmi ed informare e scrivo come una forsennata come se non avessi il tempo sufficiente per farlo. Ho scritto libri di poesie, racconti, storie fantasy e "thriller". Anche il giornalismo mi affascina. Mi sono diplomata a Cambridge e adoro l'inglese che è sempre stato la colonna sonora della mia vita. Ho insegnato inglese e fatto traduzioni tecniche. La poesia è tuttavia il mio grande amore e ho invaso tutti i siti letterari possibili.La mia passione è scrivere e se non lo facessi più morirei. Mi definisco una folle-saggia con un pizzico di ironia e con questo mi presento. Maresa Baur