Storyboarding e prototipazione
Finalmente il progetto e' entrato, il cliente ha consegnato i prerequisiti e ora voi vi trovate nella condizione di dover convincere il vostro committente che una parte del sito rendera' meglio se sviluppata con tecnologia Flash.Fatto di cui voi siete certi, ma che il vostro cliente al contrario ignora totalmente; anzi: diciamo pure che da quello che ha sentito in giro la tecnologia Flash e' addirittura inusabile e controproducente.
Vi trovate quindi di fronte ad un bivio: tralasciare l'utilizzo di Flash (e quindi rischiare un'esperienza utente meno affascinante) o riuscire a fare valere la vostra posizione su quella del cliente (che, non dimentichiamolo, sara' il primo giudice del risultato finale).
Non credo esista un modus operandi universalmente valido ed efficace per le molteplici tipologie di progetto e di cliente ma posso consigliarvene uno che metto in pratica da tempo e che (quantomeno fino ad oggi) ha sempre dato i frutti sperati.
Se la vostra idea e' buona e l'utilizzo di Flash e' realmente da preferire dovrete convincerne anche il cliente. Questa e' sicuramente la base da cui partire.
Mi trovo spesso a pensare a come registi e
sceneggiatori si trovino ad affrontare problemi molto simili quando
propongono un film ad un produttore. Risulta abbastanza facile paragonare
un film ad un filmato flash.
La prima azione da perseguire e' mutuata infatti da questo settore; e la mia fonte di ispirazione e' un regista che negli ultimi decenni piu' di altri ha cambiato il modo di fare cinema: George Lucas.
Il disco di inserti speciali che viene venduto insieme al DVD di Episodio I ripercorre minuziosamente il making of del film: la lavorazione si e' basata su storyboard montati su immensi pannelli mobili: ogni inquadratura del film era lì riassunta e progettata.
Gli storyboard sono stati la materia grezza su cui scenografi e artisti di effetti speciali hanno poi lavorato; con un investimento minimo sia in termini di tempo che di denaro la troupe aveva a disposizione una visione di insieme di quello che il film sarebbe diventato al termine delle riprese.
Lo stesso deve essere per il vostro cliente: dovrete
metterlo nella condizione di riuscire a immaginare quello che sara' il
risultato finale di un progetto dove l'animazione gioca un ruolo
fondamentale utilizzando solo immagini statiche.
Il vantaggio e' che la strumentazione necessaria e' estremamente economica: matita, carboncino e carta in abbondanza. Ah... e naturalmente un illustratore.
Il making of dello storyboard
Il mio suggerimento e' di trasporre su carta quelle che sono le fasi principali del filmato: l'ingresso in scena dell'interfaccia, l'interazione con l'utente, le transizioni tra una pagina e l'altra sono solo alcuni degli elementi che non possono mancare nel vostro storyboard.
Conclusa questa fase sara' il momento di organizzare un meeting col
cliente dove illustrerete minuziosamente la vostra proposta di
realizzazione: particolare attenzione e impegno dovra' essere riposta
nell'integrare con le parole le mancanze dello storyboard.
Nuove
richieste o idee potrebbero presentarsi nel corso della riunione: non
dimenticate che lo storyboard e' il supporto migliore su cui riportarle.
Potrebbe anche capitare che il cliente, incuriosito dalle possibilita'
offerte dalla vostra idea sia impaziente di vedere tramutati i disegni in
qualcosa di piu' interattivo.
Lo storyboard costituira' il punto di partenza del
brief sia per i designer sia per i programmatori: sia per quanto riguarda
il design dell'interfaccia che per le interazioni utente e le risposte del
filmato.
E' il momento della la seconda fase di preparazione: il prototipo (parola che in me ha da sempre invocato in me piu' l'idea di progettazione di automobili che di software).
Al fine di velocizzare i tempi e ridurre i costi legati allo sviluppo consiglio di limitare gli interventi di programmazione esclusivamente a quelle azioni non riproducibili altrimenti.
Il prototipo sara' una copia quanto piu' fedele al prodotto finito senza tuttavia riportarne i dettagli; se ad esempio il vostro filmato prevede il caricamento dinamico dei testi, nel prototipo sara' sufficiente utilizzare come testo statico il piu' classico "Lorem Ipsum". Nel caso l'interazione con il filmato abbia come conseguenza "n" differenti comportamenti, nel prototipo sara' sufficiente considerarne solo due o tre.
Tenete sempre presente l'industria dell'automobile: i prototipi sono spesso realizzati in legno (anche se oggi e' utilizzatissimo il rendering tridimensionale): non hanno motore, parti meccaniche, sistemi di alimentazione; sono modellini giocattolo... in scala 1:1.
Un grosso vantaggio dato dalla fase di prototipazione e' quello di avere a disposizione un prodotto che si comporta in modo molto simile a quello definitivo richiedendo pero' solo una minima parte dello sforzo altrimenti necessario. E' possibile fare test di usabilita' preliminari che daranno risultati molto simili a quelli definitivi, e prendere, se necessario, le dovute contromisure.
Immaginate di dover programmare un sistema di commercio elettronico dove l'interfaccia utente e' interamente realizzata in flash. In casi come questi i margini di errore devono essere veramente nulli e un prototipo vi puo' aiutare a testare realisticamente le reazioni dell'utente al momento di interagire col sistema.
Naturalmente anche il prototipo del vostro filmato sara' oggetto di un
opportuno incontro col cliente: sara' questa l'occasione per presentare in
maniera efficace la vostra idea originaria.
Avrete tutto l'agio di
un'ambiente "controllato": utilizzerete probabilmente il vostro portatile
collegato ad un proiettore (e disporrete quindi di tutta la potenza di
calcolo necessaria), navigherete col browser su cui siete sicuri il
filmato giri alla perfezione, non ci saranno rallentamenti dovuti a
problemi di connessione... ma non preoccupatevi: avrete tutto il tempo in
fase di sviluppo per risolvere questi "potenziali"
problemi!