Fund raising online negli USA: un’analisi
In questa prima fase della campagna elettorale lo strumento del web diventa fondamentale per la raccolta fondi, che rappresenta un fattore strategico anche nella corsa, non solo alle Primarie per i democratici e Great Old Party per i Repubblicani, per la corsa alla Casa Bianca.
Un canale veloce e flessibile disponibile 24 ore al giorno per l’elettore che vuole lasciare una donazione. Un potenziamento notevole per la campagna di fund raising. Il web diventa in questo caso un trainer, che allarga la capacità ricettiva della politica e getta i prodromi per una partecipazione sempre più ampia, che annulla barriere spazio temporali. Un canale che aumenta la democraticità di questa particolare fase della capmpagna elettorale.
Le modalità, poi, con cui i diversi candidati interpretano il fund raising sono sfumate a seconda del candidato, secondo la logica della personalizzazione. Il quadro che si delinea è quello che vede i Democratici quasi doppiare i rivali Repubblicani con 81,2 milioni di dollari totali contro i 46,6. In testa Obama con 58 milioni di dollari (42milioni di euro), 17 milioni ottenuti attraverso la Rete. Segue, poi, Hillary Clinton che con internet ha raccolto 4,2 milioni di dollari (addirittura 600 mila dollari in 36 ore.
Come si può notare, poi, l’on line permette di sfruttare a pieno il momentum in cui gli elettori accelerano la corsa alle donazioni. Una capacità di sfruttare a pieno le potenzialità del timing e intercettare i flussi percettivi e gli umori dell’elettorato. Il web permette di marcare da vicino il clima che serpeggia nell’opinione pubblica, che in questa particolare situazione cavalca il sentimento anti Bush dell’elettorato anti americano, in maniera molto simile al referendum pro o contro Berlusconi che ha caratterizzato le ultime elezioni politiche del nostro Paese.
Andrea Altinier