Orazio Maria Valastro [Osservatorio
Processi Comunicativi]
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“L’esercizio del potere ed i rapporti sociali in un contesto
politico cosiddetto democratico, in cui si elabora e si definisce
una moderna cittadinanza attiva e informata, hanno ridimensionato
il ruolo degli strumenti di comunicazione, avvertito come influenza
determinante nella produzione di un’opinione pubblica completamente
assoggettata e passiva ai messaggi dei media. La possibilità
di porre le condizioni per un’effettiva partecipazione dei
cittadini alla formazione dell’opinione pubblica, attraverso
un’elaborazione dialogica della pubblica comunicazione, è
tuttavia delimitata da alcune influenze funzionali attribuite ai
media: ad esempio, la presentazione selettiva delle informazioni
sollecita dei particolari fenomeni di memorizzazione e percezione
selettiva, generando un processo di diffusione di queste stesse
informazioni e di un’attenzione privilegiata verso le problematiche
che queste stesse rappresentano.
Ma questo condizionamento non è illimitato. Basta ricordare
come Alexis De Toqueville, un intellettuale del XIX secolo riconosciuto
oggi come uno dei padri del liberalismo, ha messo in guardia le
stesse società democratiche ed i potenti nei confronti delle
opinioni pubbliche prevalenti e dei loro effetti perversi: la cosiddetta
tirannia dell’opinione. L’opinione pubblica è in
quest’accezione una norma che s’impone all’opinione
individuale, allontanando qualunque contraddizione, una sorta di
censura simbolica, una forza capace in definitiva di contrastare
i progetti dei potenti. In questo senso l’opinione pubblica
ha un ruolo importante e Paul Beaud, un altro sociologo francofono
della Svizzera, individua nei sondaggi un metodo per scongiurare
i movimenti di massa e addomesticare l’opinione pubblica, restituendo
la parola agli individui e ponendosi come uno strumento per la formazione
dell’opinione pubblica, nel tentativo di sottrarre gli individui
alla logica dei gruppi sociali di riferimento.
L’opinione pubblica concepita come identità tra uomo
e cittadino, tra donne e cittadine, cerca invece di sostenere, con
lo sviluppo delle società contemporanee, un’esauriente
realizzazione delle sue funzioni politiche, la competenza politica
dei cittadini, rivelandosi allo stesso tempo come uno spauracchio
per gli interessi dei nuovi potenti. Informare significa contribuire
a formare e orientare l'opinione, la gestione dell’informazione
diventa quindi sempre più oggetto e terreno di discussioni
e conflitti sui mezzi di produzione dell’informazione che assumono
un ruolo importante nella formazione dell'opinione pubblica. Se
consideriamo quest’immagine del ruolo dei media come una possibile
chiave di lettura dell’informazione pubblica, possiamo dire
che quando si cerca di tenere in considerazione l’opinione
pubblica, soprattutto quando questa è la concreta manifestazione
di gruppi di pressione individuati da un sistema d’interessi
esplicitamente formulato, i comunicatori sono influenzati da differenti
sollecitazioni da parte del mondo politico e questa è una
costante di tutte le società, siano esse totalitarie o democratiche.”
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