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Chi ha paura della comunicazione?

01/12/2002 00:01:00 14634 lettori
5 minuti
Su http://www.undicom.it, su http://www.scienzedellacomunicazione.com, su http://www.puntocomonline.it e, naturalmente, nei corridoi della mia facoltà ultimamente ho visto e sentito molta gente scoraggiata, preoccupata o almeno perplessa sul futuro che l’aspetta al termine degli studi in Scienze della Comunicazione.

D’accordo, il mercato e la conoscenza delle nostre potenzialità in Italia non sono proprio all’apice del loro splendore, tuttavia io non credo che chi ha scelto un percorso di studi del genere abbia per forza sbagliato tutto. Perché?

Innanzi tutto, come ho detto nell’articolo SdC, tante risorse da integrare (http://www.comunitazione.it/leggi.asp?key=156), oggi sta nascendo un dibattito, anche a livello studentesco, sul mondo della comunicazione, dibattito che sta favorendo un progressivo collegamento fra i comunicatori e, indirettamente, ci sta facendo conoscere dal mondo del lavoro.

In secondo luogo è vero che, nei momenti di crisi, le aziende tagliano subito le spese di comunicazione ma è altrettanto vero che, quando le situazioni sono troppo critiche perché possano essere affrontate sul piano produttivo, l’unica salvezza è il ricorso al marchio ed alle risorse immateriali dell’impresa (di cui si occupa chi? Indovinate un po’!). Ricordiamoci poi che tutte le crisi alla fine terminano.

Infine non dimentichiamo che fino ad oggi le professioni della comunicazione sono state svolte da persone che hanno seguito i più diversi percorsi formativi, ora invece, come detto qualche tempo fa dallo stesso Lorenzo Strona (Presidente di Unicom), c’è bisogno di un numero ristretto di professionisti preparati.

Teniamo presente tuttavia che essere preparati non significa solo aver studiato ma anche essersi interessati attivamente di quanto succede nel mondo del lavoro, per essere aggiornati e pronti a gestire le novità.

Purtroppo infatti oggi come oggi gli studenti di SdC e simili sono troppi a causa della proliferazione indiscriminata dei corsi nell’area comunicazione, difficile dunque che ci sia posto per tutti, credo quindi che la competizione sarà vinta da chi saprà unire alle competenze acquisite la capacità di applicarle sul campo.

Gli spazi per chi si sappia gestire in ogni modo non sono così scarsi come potrebbe apparire a prima vista. Lasciamo per un momento da parte le occupazioni più note, come radio, tv, giornalismo, pubblicità, che pur continueranno ad assorbire personale nei prossimi anni.

Nuove prospettive si aprono nell’ambito della comunicazione pubblica, sfera che la legge 150/2000 ha disciplinato dando un’importanza chiave all’attività di comunicazione nei rapporti tra P.A. e cittadini.

Sono prevedibili, inoltre, ampi spazi nei progetti di e-governament, nell’ambito delle reti civiche e delle città digitali (per approfondire l’argomento si veda http://www.rur.it ed i rapporti che contiene).

Sia chiaro che è un campo in via di sviluppo, e per questo non mancano incertezze ed ambiguità, ma le prospettive a lungo termine dovrebbero essere in ogni modo buone, visto anche l’interesse per il settore reso evidente dal successo dell’ultimo Compa (Salone della comunicazione pubblica ed istituzionale) di Bologna

Un altro ambito poi è quello della comunicazione universitaria, che, come si vede già dai dati sulle campagne promozionali degli atenei italiani, di cui mi sono occupato recentemente (vedi Università degli spot di… http://www.undicom.it/canali/universitas/spotUniv2002.html), è un settore nuovo e vivace.

Un notevole vantaggio poi è quello di poter collaborare a tali iniziative finché si è ancora studenti, poiché conosciamo bene il cliente, ossia il nostro ateneo, ed abbiamo buoni contatti al suo interno, i nostri professori. Per chi volesse continuare anche in seguito poi esistono riferimenti di categoria, come l’Aicun-Associazione Italiana Comunicatori d'Università (http://www.aicun.it/).

Un ultimo esempio infine è quello dell’applicazione del marketing alle comunità virtuali, tramite cui le aziende instaurano rapporti di dialogo e comunicazione diretta con le frange più attive dei consumatori di un certo prodotto/settore, ricavandone preziose informazioni sullo sviluppo di nuovi prodotti e rafforzando il proprio marchio.

Tutte operazioni che richiedono capacità comunicative e sensibilità linguistiche e dialogiche professionali.

Questi naturalmente sono solo alcuni esempi delle potenzialità occupazionali, vecchie e nuove, della comunicazione (gli altri scopriteli da soli, meglio se quando io mi sarò già sistemato!), ma dovrebbero far capire che, anche se aprirsi la strada è difficile, gli sbocchi ci sono, eccome.

Vi lascio con un’ultima annotazione: moltissimi professionisti importanti hanno seguito percorsi di studio completamente estranei ai campi in cui sono andati a lavorare, per cui voi oggi studiate comunicazione ma poi potreste avere l’occasione della vita in un altro settore ed essere lo stesso soddisfatti. Quello che studiate in seguito vi servirà sicuramente, per cui abbiate grinta e vedrete che la spunterete, in ogni caso.

In bocca al lupo!

GIANLUIGI ZARANTONELLO (http://www.gianluigizarantonello.too.it

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.