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A proposito di Leadership

21/08/2005 9431 lettori
5 minuti

A proposito di leadership

Vision - Mission - Competenze

Assodato che un moderno stile di gestione del personale ruota attorno alla figura del leader, è necessario individuare i compiti di una leadership che voglia affrontare le turbolenze del mercato, abbandonando la navigazione a vista, ma affidandosi al controllo di alcuni parametri. Valutiamo, insieme, alcuni compiti che competono di diritto alla leadership e che, come intuiremo, non si conciliano affatto con la gestione ordinaria dell’azienda. In un circolo virtuoso “ideale”, l’imprenditore dovrebbe alleggerirsi dai problemi operativi delegandoli ai collaboratori che avrà, in precedenza, “responsabilizzato”. Così facendo l’imprenditore sarà più libero di dedicarsi alla gestione ed al futuro della sua azienda.

Un leader capace dovrà individuare i compiti più consoni alle necessità della propria impresa e più adeguati alla creazione di valore; per ciascun compito vedremo quale dovrà essere l’impatto sui collaboratori.

Compito del leader è possedere la VISION che gli consenta di tracciare la rotta dell’impresa e di dare un senso alle azioni di ciascun collaboratore.

La VISION deve essere associata a ipotesi concrete e dimostrabili e dovrà essere intuitivamente semplice e comprensibile così da poter veicolata e in modo trasparente e facile. Uno dei target principali della VISION Aziendale sono i propri collaboratori. Trasferendo loro la VISION i collaboratori accetteranno i valori che la VISION richiede e di conseguenza, potranno identificare ed apprezzare il proprio ruolo in azienda. Potranno migliorare le proprie competenze, saranno invogliati ad assumersi responsabilità e parteciperanno alla creazione dell’intelligenza emotiva aziendale.

La VISION è la ragion d’essere di un’azienda e deve essere pensata dalla leadership in modo che ciascun collaboratore, pur con diversi gradi di approfondimento, sia in grado di dare risposte precise relativamente alla ragion d’essere dell’impresa, ai suoi valori, ai suoi clienti, ai suoi prodotti ed alle sue priorità strategiche.

La leadership deve assicurarsi che la VISION aziendale soddisfi i seguenti requisiti: sia enunciata in modo chiaro e visibile, contenga le regole fondamentali della vita aziendale, sia rispettata da tutti e tenga conto della soddisfazione dei collaboratori.

La leadership dovrà operare al fine che la propria impresa raggiunga l’eccellenza grazie a competenze distintive che le consentano di essere diversa dalle altre.

Com’è già stato ampiamente descritto in letteratura (Caruso, 2003), uno degli elementi del vantaggio competitivo di un’impresa è rappresentato dalla differenziazione; questa caratteristica può essere acquisita grazie al costante sviluppo delle competenze dell’azienda.

Le competenze distintive sono, generalmente asset immateriali che si sviluppano attraverso lo studio, l’addestramento, l’aggiornamento ed aiutano a migliorare l’autostima dei lavoratori ed il loro spirito di squadra. Al fine di potenziare e di sfruttare le competenze distintive dell’impresa, la leadership dovrà aver ben chiari alcuni concetti: qual è il principale know-how dell’impresa? Qual’è il suo maggiore potenziale conoscitivo? quale prodotto mette in evidenza le competenze distintive? quale segmento di mercato può meglio apprezzare tali competenze e quali altre opportunità di business possono nascere dal know-how aziendale. La leadership dovrà inoltre preoccuparsi di sviluppare in azienda le competenze emotive che consentono sia di trasmettere ai collaboratori: cuore, entusiasmo, senso di appartenenza e spirito di sacrificio sia, di evitare la caduta nella routine, nella de-responsabilizzazione, nella burocratizzazione, e nel disimpegno emotivo.

È utile ed interessante leggere cosa afferma il sociologo Alberoni riguardo all’entusiasmo:

«La parola entusiasmo viene dal greco "en theós", essere in Dio. L’entusiasmo è, quindi, energia straordinaria, slancio, fede. È una forza che ci spinge verso ciò che è elevato, ciò che ha valore. [...] È una spinta verso il futuro, una fede nella propria meta, nelle proprie possibilità. L’entusiasmo è un’esplosione di speranza. Curiosamente sono pochi quelli che sanno accettare l’entusiasmo in se stessi e coltivarlo negli altri. Molti si vergognano dei loro sentimenti, del loro slancio vitale, pensano che possa indebolire la loro razionalità e la loro capacità di autocontrollo. Ma non è affatto vero. L’entusiasmo è una forza vitale che può essere sprecata nell’inseguire sogni ad occhi aperti, ma che può essere incanalata in un compito costruttivo, in una ricerca razionale. [...] L’entusiasmo è fondamentale per convincere gli altri. Se non siete sicuri di voi stessi, se non siete convinti del progetto che andate a proporre, come credete di poter suscitare nell’altro interesse, fiducia perché possa ascoltarvi? [...] Ma l’entusiasta ha un nemico subdolo: il cinico. Che è appiattito sul presente, sul proprio egoismo, sulla propria pigrizia, sul proprio utile e non crede in niente perché è privo di fantasia e di generosità. Nelle imprese ci sono molte persone di questo tipo, che fanno di tutto per spegnere l’entusiasmo degli altri, soprattutto dei giovani, che arrivano in azienda pieni di fede e di valori» (Alberoni, 2001).

CarloMaria Grassi
CarloMaria Grassi

Carlomaria nasce a Milano e dopo aver conseguito la Maturità Artistica al Brera si trasferisce all'estero per perfezionare la conoscenza delle lingue straniere ed acquisirne maggior conoscenza. Si laurea in lingue (Ruprecht-Karls Universität) a Heidelberg (Germania) nel 1971 pur avendo, nel contempo, maturato molteplici esperienze lavorative nell’hotellerie internazionale. Nel 1971 assume la prima direzione alberghiera e persegue questa carriera che lo porta a viaggiare per oltre 10 anni; rientra in Italia con due master (MBA e Marketing) ed una specializzazione abbastanza rara in quegli anni, il lancio di destinazioni turistiche e grandi strutture ricettive che, in quel periodo, in Italia erano rare. Tra i successi più significativi, nel nostro paese, vi sono la ristrutturazione di uno storico albergo, in quegli anni, di Limone Piemonte che coincise con il lancio turistico di Limone Piemonte quale destinazione invernale. Dopo quel successo che culminò con i mondiali di sci nacque la collaborazione con il fondatore della Sole e Sabbia di Sicilia S.p.A. e nacque Kamarina che, ancora oggi, è considerata tra le più belle strutture turistico alberghiere del mediterraneo. Molto significativa è stata anche la collaborazione con la SEMI, società turistico alberghiera del Gruppo ENI dove CarloMaria ha affiancato il Dr. Chiais, Amm. Delegato che proveniva dalla CIGA ed il Dr. Rumi, Presidente, che proveniva da Valtur. Tre culture e tre esperienze che unendosi al background della compagnia hanno tracciato quella policy aziendale di leadership. Raggiunti gli obiettivi aziendali prefissati, CarloMaria, lascia il Gruppo e si trasferisce definitivamente a Roma per mettere a frutto il know-how acquisito nella direzione e nel marketing e crea una un gruppo molto attivo nelle attività di marketing ed incentive. Tra le success story più significative di questo periodo ricordiamo alcune cases history come Centurion Assicurazioni, Bvlgari, Gruppo MPS (MPV, Consum.it), BNA, TIM, ACRAF/Gruppo Angelini (Tachipirina, Zoref, Nottem), Gruppo BMS, Gruppo Nestlè, Gruppo Buffetti, Renault. Potrebbe sembrare che il background turistico prevalga sulle esperienze lavorative di CarloMaria ma non è così poiché, gli ultimi anni hanno visto CarloMaria agire in prima persona nel marketing, nella motivazione, nel teambuilding. Nella creazione di grandi eventi, convention e campagne di motivazione. CarloMaria conosce le seguenti lingue straniere: Francese, Inglese, Spagnolo e Tedesco e naturalmente l'Italiano.