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DiCinema: la nuova Hollywood

28/06/2016 14957 lettori
4 minuti

Non è facile farsi largo nell’alcova delle dive patinate della mecca del cinema, soprattutto quando esserlo significa rinunciare ad una parte di vita privata che forse è più facile distogliere dall’occhio ciclonico dei riflettori, per non spogliarsi di quel clichè di eroina romantica che facilmente può accostarsi allo stesso glamour che circonda l’enfasi di una personalità che si accompagna alla fragilità di chi diva lo è sin dalla nascita, senza contenziosi di parte. Demi Moore quella classe l’ha sempre meritata e ostentata, nonché pretesa, visto il nomignolo Gimme Moore affibbiatole per l’onere di un cachè avidamente richiesto per le proprie qualità esercite con meritato talento di attrice. Nata a Roswell, l’11 novembre del 1962, la vita famigliare di Demetria (il vero nome per esteso è Demetria Gene) è un difficile focolaio fatto di continui spostamenti e traslochi, per seguire un padre adottivo affibbiatole per la separazione dal suo biologico, terminato con un suicidio per mano di un tubo di scarico. Sposatasi giovanissima (appena diciottenne), dopo una crisi esistenziale che l’ha vista divorziare precocemente da un infelice matrimonio di cui si è tenuta il cognome del marito musicista Freddy Moore, la carriera di Demi ostenta a decollare, passando da felici produzioni per teenager in cerca di consensi generazionali alle serie televisive del calibro di General Hospital , per avviare quel successo pronosticato con le riuscite interpretazioni di St. Elmo’s Fire e A proposito della notte scorsa..., comprimaria di un consistente nucleo di giovani leve del calibro di Rob Lowe, per arridere a quel successo con il più altisonante remake di Non siamo Angeli, complici gli stessi Robert De Niro e Sean Penn in chiave umoristica rivisitati dal regista Neil Jordan. Abbandonati i panni di madre dai facili costumi, il successo e la conferma arrivano con Ghost, al fianco di Patrick Swayze e diretti da Jerry Zucker, in quel melenso contenitore commerciale di facile presa che spiana il cammino dell’attrice in quella esuberante decade degli anni novanta che la vede prepotentemente protagonista, passando da Codice d’Onore (ottimo Jack Nicholson che ruba la scena a Tom Cruise) all’esuberante triangolo di Proposta indecente (Robert Redford e Woody Harrelson i due pretendenti) diretto da Adrian Lyne come ostentato falò delle vanità che rasenta il sublime. Riuscito il ruolo di Hester nella riedizione de La Lettera scarlatta di Roland Joffè, per peccare di quell’audacia esuberanza che la contamina come Razzie Hawards per le infelici scelte di Striptease e Soldato Jane (diretta da Ridley Scott). La stella di attrice viene offuscata dallo spazio a cui Demi riserva per le traversie coniugali private che la vede sposata per un lungo periodo con l’attore Bruce Willis e dal quale ha tre figlie (nonché fondatrice della catena di ristornati per celebrità Planet Hollywood insieme al marito), per arrivare al divorzio risolto inizialmente con una unione turbolenta con il giovane (di quindici anni rispetto all’attrice) Ashton Kutcher, anch’esso finito recentemente con la medesima risoluzione del contratto matrimoniale. Incursioni recenti di successo cinematografico rimangono l’episodio di Charlie’s Angels e il semi biopic Bobby, sull’inedita interpretazione dell’attentato di Robert Kennedy.

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.