Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

I filosofi dell'uomo e della città.

16/03/2016 12497 lettori
4 minuti

Ciò che, infatti, le etiche dell'ambiente generalmente sottolineano essere un aspetto particolarmente problematico dell'impostazione antropocentrica è il suo considerare l'essere umano come il legittimo proprietario o conquistatore della natura. Ciò premesso, mi intrica un’iniziativa (DilaBlog) I giovani e il lavoro: la mission del progetto Policoro. «L’obiettivo vero, non è solo e semplicemente trovare un lavoro, ma è più ambizioso e completo perché tende ad un lavoro libero e creativo che nobiliti consentendo di esprimere se stesso. Molti gli aspetti comuni con la visione ” liberale ” di Don Luigi Sturzo che puntava sulla capacità dell’uomo, la sua operosità ed intelligenza, elogiando pure il ” rischio ” di impresa, come fattori determinanti per lo sviluppo umano, sociale ed economico».

La visione antropocentrica continua a contraddistinguere la civiltà globale contemporanea, spesso osteggiata da correnti etiche non antropocentriche, che invece cercano di reinserire l'essere umano in natura. Per altro ogni tipo di comportamento, azione e relazione sociale ha senso se disciplinato e governato stabilmente da regole riconosciute dalla collettività. È dovere di ognuno assicurare ad ogni livello un comportamento disciplinato: una disciplina estremamente ampia che risenta dei contributi di tutti. Nel dare atto ai tanti che rilevano la scarsità dei risultati rimarco altrettanta manchevolezza nell’oggettività d’analisi. Non sfugge la tanta autoreferenzialità nonché il preconcetto insito nell’agire dell’altro.

La condotta non può prescindere dal contesto e dalle disponibilità più che dalle opportunità: «conoscere significa cambiare, in senso lineare e irrevocabile, e non semplicemente soddisfare un bisogno che si presenta ciclicamente e che deve essere compensato per mantenerci in vita. Per questo le cognizioni non possono essere valutate come se fossero cose. Il sofista vende qualcosa, e perciò può essere ingannevole nel lodare la sua merce, senza porsi il problema di sapere se faccia bene o male…». Si consideri la struttura essenziale di ogni previsione che ricalca lo schema dei risultati voluti. Preventivare non è una semplice previsione di ciò che sarà il futuro, ma è la definizione esatta di obiettivi da raggiungere e la formulazione di strategie o tattiche idonee per il loro raggiungimento.

Una volta il termine «sofista» era sinonimo di saggio, cioè di un uomo che conosceva tecniche particolari e che era dotato di una vasta cultura generale. Poi la parola «sofista» diventa sinonimo di intellettuale che sa inventare argomentazioni sottili e che si presenta come un educatore dei giovani a pagamento. Questo fatto appariva scandaloso agli aristocratici di allora, ma furono a un certo punto giudicati falsi sapienti, interessati più ai soldi che alla verità. La «rivoluzione» dei sofisti. Il merito principale dei sofisti consiste nell'avere operato una vera e propria «rivoluzione filosofica»: invece di ricercare il «principio» del cosmo, i Sofisti si dedicarono alla politica, alla religione, alla lingua e all'educazione, divenendo così i filosofi dell'uomo e della città. 

 

Fonte: Antropocentrismo - Wikipedia http://goo.gl/uPf0y6

Foto:  http://goo.gl/IzBpp7

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.