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Rassegna d’arte 2014 la mostra di Villa Olmo «Ritratti di città».

30/06/2014 8229 lettori
4 minuti

Riprendiamo dalla giornata inaugurale della rassegna d’arte 2014: la mostra di Villa Olmo, «Ritratti di città» fino al 16 novembre. Mentre registriamo i buoni propositi dei deputati specificatamente l’assessore alla Cultura Luigi Cavadini e il curatore Flaminio Gualdoni, vogliamo augurare loro il successo della manifestazione peraltro auspicato dagli stessi in base all’intuizione sulla fiducia: nonostante le certezze e l’ottimismo della modernità stanno lasciando spazio a un livello più profondo delle cose, presenze ambigue, confuse, che appartengono alla vita degli uomini. Il sindaco di Como Mario Lucini nel discorso di presentazione l’ha definita «un’opportunità di crescita» e si è augurato che «possano essere superati certi scadimenti in liti da cortile che non fanno bene alla nostra città». Il riferimento, ovviamente, è alle tante polemiche che hanno accompagnato i mesi precedenti l’inaugurazione (dal numero di visitatori alla gara d’appalto per la gestione dell’allestimento che è andata deserta). 

Il riferimento del Sindaco all’«opportunità di crescita» e a certi scadimenti in liti, ci riporta, non senza un barlume di nostalgia, alle rassegne precedenti per reiterare l'ambizione di chi voleva fossero i fatti a risolvere le problematiche attinenti l’equo coinvolgimento delle comunità per una sobria ricerca: sia essa nel senso della misura sia nel coinvolgimento più trasparente. L'obiettivo della ricerca è creare nuovi modi di fare e fruire l'arte, proponendo soluzioni innovative, interazione e informazione approfondita. Pur dando merito d’indefessa solerzia del nostro Assessore/Curatore di allora e ascrivendogli la chiara propensione ad un certo tipo di ricerca – peraltro, immagino, contornato da un entourage di tutto rispetto – tocca rilevare la mancanza di relazione e d’interazione con la cittadinanza. Un progetto artistico che collega opinion leader e operatori culturali, coinvolgendo una vasta e attiva comunità di persone a sperimentare direttamente percorsi creativi, approfondire conoscenze, trovare informazioni sempre aggiornate sulla scena culturale contemporanea, contribuisce in maniera caratteristica per «creare un clima in cui la città riscopra il valore della cultura».

Diversamente dal Rinascimento, gli artisti della generazione successiva alla metà del XVI secolo rifiutarono l'osservazione della natura, la luce, il colore e la prospettiva naturalistici in favore di deformazioni, esaltazioni e capricci espressivi che ampliassero la gamma di possibilità artistiche, verso una percezione più soggettiva. Ciò che noi oggi chiamiamo manierismo, agli albori era chiamata maniera o buona maniera: già a intendere quanto lo stile stesso, la struttura dell'opera, le tecniche utilizzate fossero importanti elementi di distinzione. Una certa deontologia di comportamento era altro importante elemento distintivo: il comportamento tenuto in società o verso le istituzioni, la cultura, sia universale sia religiosa, doveva essere a corredo anche dei manieristi più preparati tecnicamente.

 

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.