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Governicchio - la parola del mese di ottobre

03/01/2011 09:30:00 12397 lettori
5 minuti

Due gli elementi costituenti lo zoccolo duro del linguaggio politico italiano, facilmente estensibili anche ad altri contesti nazionali: la risemantizzazione a cui vengono continuamente sottoposte, a seconda delle ideologie che se ne impadroniscono, parole importanti o “universali” (libertà, democrazia, giustizia, solidarietà, riforma, cambiamento…) e, anche in conseguenza di ciò, l’oscurità del messaggio. La prima non accenna a scemare, non è anzi apparsa mai tanto vitale come negli ultimi tempi; la seconda, avversata fin dall’inizio dalla variopinta, provocatoria, sguaiata proposta comunicativa della Lega lombarda (nel 1989 divenuta Lega Nord), viene in gran parte spazzata via dall’avvento della cosiddetta Seconda Repubblica.

Governicchio, di quest’ultima, è perfetta, sintomatica espressione: contiene una parola importante o “universale” (governo) ma la modifica a vantaggio dell’utente, agevolandone le capacità di decodificazione. Da un governo a un governicchio, o da un avvocato a un avvocaticchio, il passo è tutt’altro che breve, forse anche più lungo del passo compiuto dalla politica per muovere dalla Prima alla Seconda Repubblica. E proprio la distanza semantica, in questo caso, è garanzia di comprensibilità; se la parola governo può non esser chiara a tutti, il significato di governicchio non sfugge a nessuno.