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Videogames

26/10/2003 21217 lettori
5 minuti

Videogiochi… Ogni qual volta si sente parlare di questa forma d’intrattenimento, c’è chi lo guarda con indifferenza (pur sapendo della sua larga diffusione), chi invece alla parola videogioco collega subito "Playstation" (come se fosse la stessa cosa) e infine vi è colui che è cresciuto a pane e videogiochi, il cosidetto "Hardcore gamers" che guarda tutto (o quasi) con occhio critico distaccandosi dalla massa.

Perché ogni qual volta che ci troviamo di fronte alla nascita di un "nuovo" media vediamo il mondo dividersi pur sapendo del successo di tale invenzione?
Inanzitutto bisogna affermare che come tutte le forme d’intrattenimento non ha avuto molti alleati anche se economicamente l’industria del videogioco ha superato notevolmente quella del cinema.
Il rifiuto del videogioco ricalca le obiezioni che furono mosse al cinema alla sua nascita, in difesa del teatro: l’assenza della fisicità contrapposta ad una scena fatta di carne, di sangue e di emozioni.

Psicologi, sociologi, mass-mediologi, ecc. si scontrano continuamente sul ruolo che il videogioco sta acquisendo oggi giorno e sulle controindicazioni che hanno e/o possono avere sul videogiocatore stesso.
Per non parlare dei giornalisti, che per fare notizia a volte ne fanno del videogioco concausa di tragedie.

Ricordiamoci di ciò che successe negli Stati Uniti, quando un paio di ragazzi armati di fucili entrarono nel loro college e spararono contro i propri compagni e professori uccidendo decine di persone.
Molti, tra cui giornalisti, studiosi e gli stessi genitori, puntarono il dito contro i produttori di videogiochi, perche gli stessi ragazzi dichiararono di essere grandi appassionati dei cosidetti "sparatutto".

Ci sono decine e decine di queste storie da raccontare, ma non tutti (per fortuna) sono d’accordo.
Bisogna dire che molti degli studi sugli effetti dei videogiochi e sui rispettivi praticanti si sono concentrati su aspetti negativi come la dipendenza e l’elevato livello di aggressività.
Diciamo prima di tutto che, nei secoli passati era forte la convinzione che l’attività ludica in generale fosse inutile e che giocare troppo da bambini potesse portare alla degenerazione morale da adulti.

Fortunatamente lo studio della crescita infantile ha fatto passi da gigante nell’ultimo secolo, e psicologi come Piaget, Vygotsky e Bruner hanno sottolineato più volte l’importanza del gioco come strumento fondamentale per la socializzazione (non solo per i bambini) e per la crescita mentale.
Invece Mark Griffiths, docente di Gambling Studies alla Nottingham Trent University, preferisce sottolineare gli effetti positivi che i videogiochi possono avere su bambini e adulti.
Sin dall’inizio degli anni 80’ sono stati effettuati studi che hanno dimostrato che giocare con i videogiochi, a prescindere dal genere, migliora i tempi di reazione e la coordinazione fra occhio e mano, innalzando anche l’autostima.

Non solo.
Alcune ricerche evidenziano come la stimolazione mentale contribuisca a combattere demenza e sindrome di Alzheimer.
Altri studi indicano che il desiderio di giochi mentalmente stimolanti aumenti con l’età, e nn il contrario.
Inoltre, alcuni articoli di testate dei medici americani, hanno più volte dichiarato che i giochi di intelletto, come gli scacchi o gli strategici per computer, possono aiutare a prevenire l’atrofia del tessuto celebrale.

Come si sa molti studiosi hanno anche ribadito più volte che lo sport di squadra e i giochi di gruppo, possono aiutare a mantenere e migliorare i rapporti sociali e contribuire a sviluppare un approccio alla vita più equilibrato.
Insomma, lo sport di squadra e il gioco di gruppo sono considerati attività meritevoli, invece un gioco come "EverQuest" no.
Gli scacchi stimolano il cervello proprio come "Command&Conquer", ma mentre per il primo è considerato un nobile gioco di astuzia, il secondo…bè, è solo un giochino.
Forse la colpa è da attribuire ai volori della nostra società.

Giocare uguale perditempo e videogioco uguale tempo sprecato? Bisogna prendere in considerazione le pressioni volte all’integrazione sociale e il sistema di valori che regolano il nostro mondo, perché non devono essere sottovalutate.
Il termine videogame, mette in cortocircuito molte e tra loro diverse qualità delle forme espressive antiche e moderne: la performance dei primitivi (homo ludens) e la video-sfera (homo videns) della società industriale e di massa.

Lo schermo televisivo, ormai non è più il cosidetto focolare domestico, dove la famiglia si riuniva la sera per vedere un vecchio film in bianco e nero, oggi si è trasformato in un porto di mare, in una Babele di linguaggi e di forme espressive che non sono sempre diaboliche come ci vogliono far credere…

Alessandro Esposito
Alessandro Esposito

Bisogna aver un caos dentro di sè per generare una stella danzante. Nietzsche