Più che una riflessione voleva essere un proponimento: qualora fossi riuscito a definire e gestire un blog, mi sarei dedicato a sviluppare delle attente valutazioni sulle qualità specifiche artigianali. Per quanto possibile, avvalendomi delle nuove tecniche, con un utilizzo originale del computer e la circolazione in rete di informazioni eterogenee che «estendono le capacità conoscitive, in maniera interattiva» e possibilmente cooperativa, dato per scontato l’atteggiamento riflessivo, mi prefiggo di consultare il trascorso per valutarne la complessità. L’intento è di farne apprezzare e sfruttare la dimensione creativa artigianale, che tanto ha sorpreso l’umanità per serietà e perfezione, per lo sviluppo di una struttura sociale.
Mi aiuti a venirne fuori?
Come si può definire e gestire un blog?
Alla interattività può seguire una maniera cooperativa?
Ha senso il paragrafo riportato sopra?
Eppure sono certo di una tua risposta. Cordialità
Il testo succitato mi è capitato curiosando per la rete. Noto le stesse frasi che compongono l’incipit del mio testo “Consultare il trascorso per valutarne la complessità”. Nell’impossibilità di arguire l’«arbitrario», faccio comunque seguire delle risposte alle domande poste, con il proposito di suffragare «il paragrafo riportato sopra».
Come si può definire un blog?
Occorre specificare gli obiettivi del progetto utilizzando un linguaggio chiaro e conciso. Scegliere il tema del blog in relazione agli obiettivi concordandolo, possibilmente, con gli interessati e specificare chiaramente quale potrà essere l’apporto di questa tecnologia all’esperienza acquisita. Scegliere la piattaforma per il blog da utilizzare e verificarne la disponibilità tecnologica necessaria. Prevedere un percorso che fornisca le conoscenze di base su come usare un lettore di flussi RSS e su come aprire un blog con una sequenza di procedimento in un ciclo di attività. Specificare la frequenza minima di utilizzo, i temi e il taglio col quale dovranno essere trattati dai post, l’attività di commento e se si vuole un blog collettivo o una rete di blog personali. Specificare le modalità di valutazione dell'esperienza: auto-valutazione dei blogger e valutazione dell’esperienza in relazione al raggiungimento degli obiettivi previsti. Anche questa attività può essere inserita in un blog dove si potrebbe annotare di volta in volta, l’esperienza per tenere traccia di quanto avviene ed avere una memoria storica dell’esperienza.
Come si può gestire un blog?
Per gestire un blog non sono necessarie competenze particolari né è necessario conoscere linguaggi di programmazione e/o demarcazione. Per aprire il tuo blog tuttosommato è semplice. Gestire un blog equivale ad entrare nella logica delle comunicazioni di massa dal punto di vista di chi comunica. Piattaforme open source e gratuite consentono facilmente di realizzare e mantenere siti e portali grazie alla sua architettura flessibile basata sulla tecnica del Sistema di gestione dei contenuti.
Alla interattività può seguire una maniera cooperativa?
Secondo William Glasser impariamo il 95% di quello che insegniamo a qualcun altro. Insegnanti, professori e formatori per lavoro trasmettono le proprie conoscenze, imparando dalla loro stessa attività di insegnamento. Il miglior modo per imparare qualcosa è quindi insegnarlo ad altri. Le informazioni sono sempre più numerose e ‘veloci’: occorre servirsi di strumenti adatti a gestirle, filtrarle e associare le une con le altre in modo efficace. Da questo punto di vista, il World Wide Web e gli ipertesti sono utili perché consentono di esprimere esplicitamente, tramite link, le associazioni tra informazioni. Impariamo soprattutto associando nuove informazioni a ciò che già conosciamo, queste relazioni ci aiutano a ricordare e generano nuove idee e nuove associazioni.
Secondo Tim Berners-Lee il World Wide Web dovrebbe permettere «non solo di interagire con gli altri, ma di creare con gli altri» e per rappresentare meglio questo concetto ha coniato il termine intercreatività. Se l’interattività non significa soltanto stare seduti passivamente davanti ad uno schermo, allora l’intercreatività non significa solo starsene seduti di fronte a qualcosa di interattivo. L’obiettivo dei ricercatori che lavorano al Semantic Web è quello di far evolvere il Web da una grande ‘massa’ di documenti consultabili verso un grande ‘database’ di dati e informazioni meglio interconnesse che consentano a persone e computer di lavorare in maniera cooperativa.
Si parla sempre più di imparare vita natural durante (lifelong learning), di formazione permanente, ma anche di conoscenza distribuita e di intelligenza collettiva (Levy). «L’interconnessione mondiale dei computer porta alla messa in comune delle intelligenze individuali e porta alla costruzione di un’unica intelligenza, un (cervello globale) prodotto da quanti usano il computer in maniera originale, riflessiva, multimediale, interattiva e cooperativa.