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Apocalypse non va

07/05/2007 13544 lettori
5 minuti

E' da quando ci fu la pubblicità di Blu che ho questa strana convinzione: nella comunicazione, dichiararsi perdenti o disfattisti o, come nel caso di Funari, catastrofisti, non porta bene. Un caso, una coincidenza oppure è semplicemente che l'utente vivendo una vita reale, fatta di problemi e problematiche non vuole approcci negativi alla vita e preferisce la scanzonata Corrida in memoria del grande Corrado?

Apocalypse Show lascia sul terreno della seconda puntata altri 5 punti di share, precipitando al 12,61% con 2.534.000 spettatori.

Quello della prima puntata non era andato oltre il 17% di share con 3.143.000 di ascoltatori. E pensare che negli spot si parlava del nuovo Celentano...

I proclami di Funari erano chiari: batterò gli ascolti del molleggiato...

Ma il direttore di Raiuno, Fabrizio Del Noce ''Eravamo e siamo consapevoli delle difficoltà che avremmo incontrato cercando di coniugare in uno spettacolo di prima serata il linguaggio del varietà con quello dei contenuti e della riflessione'', ''Anche se il risultato al momento non ci premia - sottolinea il direttore - continuiamo a credere che sia necessaria la sperimentazione di nuovi linguaggi. Fortunatamente Raiuno, che anche in questa stagione raggiunge in prime time la soglia altissima del 25% di share, può permettersi di innovare con spettacoli che consentiranno di definire meglio le linee sulle quali dovrà muoversi nel prossimo futuro l'intrattenimento del Servizio Pubblico".

Dunque, "il programma ovviamente continuerà - assicura Del Noce - e il nostro sforzo sarà volto a cercare di coniugare al meglio la parte più innovativa con quella del tradizionale spettacolo di varietà. Del resto l'innovazione richiede tempo e abbandonare subito la strada sarebbe la via più facile - conclude Del Noce - ma precluderebbe in futuro la possibilità di includere nella programmazione qualità e contenuti''.

Quindi abbiamo un Del Noce favorevole. Purtroppo non ricordo quanti ascoltatori fece la Ventura con Teocoli, ma a volte i pesi e le misure cambiano.

In nostro utente sul blog di comunitàzione aveva così commentato la prima uscita di Funari e il suo Apocalypse show:

(di Giovanni Falcioni, del 29/04/2007)

E’ il nuovo programma di Funari, andato in onda ieri, in prima serata, su RAI uno.
Funari, settantacinquenne, era assente da 11 anni in RAI.
Hanno partecipato cantanti come Dalla, Chubby, Serena Grandi, esibitisi in vecchi successi, intercalati da sketch umoristici.
Una trasmissione al passato, ma con l’attenzione ad un futuro non roseo, per l’umanità.

Sempre abile, Funari, coi suoi eccessi, nel tener desta l’attenzione dei telespettatori, i quali hanno mostrato “alto gradimento” per i suoi temi centrati sulle catastrofi ambientali che ci attendono. Gli spettatori erano stati invitati a spedire messaggi sms, sugli oggetti, sentimenti, personaggi, che avrebbero voluto salvare dall’apocalisse.
Ricordo una trasmissione simile, condotta da Maurizio Costanzo, anni ’80, dove i telespettatori inviavano oggetti da mostrare (talvolta suggeriti) in trasmissione, da destinare ai posteri, previo imballo in casse da interrare.
Per due volte Funari ha richiamato l’attenzione sull’incapacità del paese a selezionare la propria classe dirigente fra gli elementi migliori. E, aggiungerei io, anche la difficoltà a liberarsi di certe cariatidi politiche e televisive.
Assai frequenti sono, nei notiziari, i richiami, quasi quotidiani, alle problematiche ambientali. La cosa sta diventando assai seria, altrimenti i media non sarebbero così pressanti.
C’è, finalmente, l’intenzione di sensibilizzare il pubblico ad un cambiamento di costumi, ma soprattutto di consumi.
Mi stupisce, invece, il ritardo dei comunicatori su questi temi. I segnali d’emergenza partono dagli scienziati; la stampa sta dando loro ascolto.
Su questo sito, invece, devono ancora comparire articoli che riguardino il marketing nel futuro delle emergenze ambientali.
E’ probabile che chi lavora nel settore sia bene informato ma, per una sorta d’idiosincrasia, preferisca non parlare di un futuro infausto.
Il programma durerà 5 puntate, in tutto 29 giorni.
Un orologio a parete “della fine del mondo” l’apocalisse, appunto, è stato più volte inquadrato dalle telecamere, per evidenziare il conto alla rovescia, iniziato con 29 giorni.
L’alter ego della trasmissione potrebbe essere quello delle cose da buttare, per salvare il mondo.
Personalmente, subito dopo le lampade elettriche ad incandescenza che, sembra, vogliamo proibire per legge, cancellerei le bottiglie d’acqua minerale.
Numerosi studi, infatti, hanno accertato che l’acqua del rubinetto, non solo è più pura, ma anche centinaia di volte più economica.
Ogni anno, miliardi di queste bottiglie in plastica, viaggiano lungo la penisola, attraversando anche lo stretto ed il Tirreno, sui più diversi mezzi di trasporto, per poi saturare le discariche, salvo la piccola percentuale di plastica riciclata.
Ma non basta.
Per l’immondizia plastica campana, c’è da pagare uno smaltimento particolarmente oneroso: caricarla sui treni, dopo averla compressa in “ecoballe”, e spedirla in Germania o, addirittura, in Polonia, perché lì non hanno la camorra che impedisce il giusto riciclaggio, ma, soprattutto, non hanno una magistratura inetta, nè una corruzione così accentuata, né le cariatidi di cui sopra.
Non ho mai acquistato acqua minerale, salvo urgenze, quando mi è capitato di andare in trasferta.
Ma supponiamo che il generico consumatore, sempre più a corto di soldi, decida di fare qualche economia: le inutili, dannose, costose bottiglie d’acqua minerale, super-pubblicizzate; saranno le prime ad essere sacrificate. Poi, tutto il “packaging”... traduzione: imballaggio = scatolame, imbottiture, decorazioni, ecc. dovrà essere ridotto al minimo, per abbattere costi e rifiuti.
Ecco un quesito che gli operatori del marketing dovrebbero porsi: quali saranno i prodotti inutili che scompariranno per primi?
Può essere anche un suggerimento ai professori universitari, sulle future tesi da assegnare ai propri laureandi, invece del solito argomento sul marketing poli-sensoriale, fatto di odori, luci, suoni, suggestioni... per indurre l’animale uomo a consumare l’ennesima esca, sul percorso che lo porterà più rapidamente alla tomba.
E se la pulizia dal superfluo si estendesse anche al linguaggio usato dagli “specialisti”? Oltre all’ambiente pulito avremmo anche le idee più chiare.

Luca Oliverio
Luca Oliverio

Luca Oliverio è il founder e editor in chief di comunitazione.it, community online nata nel 2002 con l'obiettivo di condividere il sapere e la conoscenza sui temi della strategia di marketing e di comunicazione.

Partner e Head of digital della Cernuto Pizzigoni & Partner.

Studia l'evoluzione sociale dei media e l'evoluzione mediale della società.