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Spotbuster ci vede doppio e li cattura entrambi: Jeep e Nissan.

07/03/2007 42689 lettori
5 minuti

Bentrovati. Stavolta ci siamo battuti in qualcosa di molto particolare.
All’inizio stentavamo a crederci ma poi… la situazione era evidente. La prima preda è lo spot della Jeep Compass 2007. Il film si apre su una Jeep che sfreccia lungo le vie di una metropoli, trascinando dietro di sé, in un vortice, tutti gli oggetti metallici che incontra. Idranti, tombini, secchioni, cestini e biciclette vengono risucchiati nella scia del potente fuoristrada. Il vortice di oggetti si compone, trasformandosi in un robot, che si lancia all’inseguimento dell’auto. Quando la raggiunge gli salta sopra, come se fosse uno skateboard. Così inizia ad esibirsi in mirabolanti esibizioni, saltando ponti e compiendo pieghe estreme. Lo spot si chiude con il super del marchio e dell’headline. Cambio di canale. Stavolta lo spot riguarda la Nissan Qashqai. Un’ombra si avvicina all’automobile parcheggiata, poi si vedono i piedi di un gigante, che salta sul mezzo e inizia a muoverlo come fosse uno skate. Il gigante prende velocita e, anche lui, inizia a compiere straordinarie evoluzioni metropolitane. Si arrampica sui muri dei palazzi, sale sui tetti e infine compie un volo vertiginoso, fino a parcheggiarsi nell’unico posto libero avvistato.
Dopo aver strizzato più volte gli occhi, arriviamo alla conclusione… entrambi vertono sulla stessa idea: paragonare la macchina ad uno skateboard.
Nel primo caso l’agenzia pubblicitaria è la BBDO di Detroit. La musica è dei Cheeseburger, “Derby Days”.
Lo spot della Nissan invece è stato realizzato dall’agenzia TBWA e la musica è stata composta per lo spot.

L’accusa
Gli spot si fondano sulla stessa idea e il pubblico fa fatica a capire quale sia la versione che appartiene a uno o all’altro marchio.

La difesa
Sicuramente l’idea di paragonare l’auto ad uno skate comunica forza, agilità e stile.
È altrettanto vero che i prodotti sono simili e la figura dello skater funziona bene per entrambi, ma sinceramente lo specchio su cui cerchiamo di arrampicarci è molto scivoloso.

La sentenza
Se è un caso, allora anche l’accusa di plagio dovrebbe essere messa in discussione.
Se è voluta da parte di uno dei due marchi, non è una mossa che paga in termini di mercato.
Se è voluta da parte di entrambi… allora perché non fare una fusione aziendale.
Prendendo in prestito una frase della mia professoressa di italiano: stesso tema, stesso voto: non classificato.
Un saluto sincero a tutti gli amici di Comunitazione. Alla prossima cattura da Gianfranco Virardi.

Gianfranco Virardi
Gianfranco Virardi

Gianfranco Virardi è un Copywriter al lavoro dal 1992.

Laureato in Economia e Commercio, specializzato in marketing strategico e vincitore di una borsa di studi in Tecnica Pubblicitaria presso lo IED. Ha lavorato per molto tempo come freelance e come consulente di comunicazione per agenzie e aziende leader a livello internazionale.
E’ docente di "Scrittura Creativa" e "Tecnica Pubblicitaria" all’Accademia Nazionale di Comunicazione e Immagine di Roma, con l’alto patrocinio della TP, Associazione dei Tecnici Pubblicitari.


Da luglio 2003 ha creato la sua bottega creativa, lo studio GIANFRANCO VIRARDI, che collabora con agenzie e aziende internazionali.
Insieme ad altri autori, ha scritto il libro "SruMenti per Comunicare 1" edito da Comunicazione Italiana. Nel 2002 ha scritto il romanzo dedicato alla pubblicità "Coperte di parole", con lo stesso editore. Nel 2004 ha curato il volume “Fare Promozioni” edito da Buffetti. Nel 2006 ha curato il manuale della vendita "Siamo tutti venditori", divenuto in breve un autentico successo editoriale, edito da Lupetti.


Vive e lavora a Roma, dove almeno una volta la settimana prende la metropolitana per guardare e ascoltare le persone.