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Analisi delle testate: Il Riformista

27/12/2006 37357 lettori
6 minuti

Il Riformista

Genere: quotidiano nazionale di tendenza
Tiratura: più di 80.000 copie giornaliere
Data di fondazione:
Sede: piazza Barberini 52 (Roma)
Proprietà: Edizioni Riformiste Società coop. p.a.
Direttore: Antonio Polito

Nome testata: il quotidiano nasce sullo stile del Foglio di Ferrara ma all’interno degli schieramenti di centro-sinistra. Con la testata tende a rivendicare i suoi ideali, ovvero un governo di sinistra ma senza rivoluzione, solo con le riforme.

Orientamento politico: centro-sinistra. Si occupa di commentare i fatti accaduti in una chiara logica politica.

Analisi del contenuto

La testata presenta un modello diverso rispetto a quelli fin’ora osservati: oltre che di grandezza delle pagine è possibile notare che il quotidiano non presenta fotografie, bensì disegni e vignette degli argomenti trattati riprendendo lo stile del “Foglio”. La prima pagina presenta articoli veri e propri senza rimandi interni. Il primo articolo è dedicato alla vicenda Unipol:

Occhiello: Resa dei conti. Lungo interrogatorio alla procura di Milano, dimissioni smentite (per ora)

Titolo: Consorte sotto assedio, Legacoop lo scarica

Sottotitolo: Il Manager risponde sulle “plusvalenze anomale”, la l’Unipol apre la borsa per rilanciare l’Opa

L’articolo non affronta l’argomento con toni urlati o colpevolizzanti ma cerca di dare una sua impostazione moderata all’evento. All’inizio cita la nota stilata dai vertici di Legacoop, che, come dice il titolo usando non a caso una forma verbale attiva, “scaricano” Giovanni Consorte. L’articolo di sotto tratta sempre la solita vicenda ma in chiave più polemica:

Occhiello: Iniziati. Chi è l’uomo di cui Consorte si fidava più che di Fassino

Titolo: Sospetti secondo livello del partito Unipol

L’articolo assume tonalità angoscianti per la sorte non solo dei dirigenti Unipol ma anche (e soprattutto) dei DS. Inizia con la citazione tra virgolette di un esponente diessino che si lagna delle pubblicazioni sul Corriere delle intercettazioni, si parla di una “poco ambita vetrina del tritacarne mediatico” e di giornali che si sono “buttati a pesce”; l’articolo (che poi prosegue a pagina 3) parla di Sposetti, tesoriere dei DS e troppo amico di Consorte. L’articolo dipinge Sposetti come una persona interessante, stimato da tutti “nonostante il carattere burbero” e così in gamba che tutti gli riconoscono il “merito vitale” di aver risanato un debito di 830 miliardi di lire della Quercia. A pagina 2 è interessante un breve commento sulle intercettazioni telefoniche:il Riformista si dichiara contro “i processi a mezzo stampa” e non pubblica le intercettazioni, però su quello che ha letto farà un piccolo commento. Il trafiletto s’intitola “LORO DELL’UNIPOL” (che leggendolo potrebbe avere una duplice interpretazione) e già l’uso del pronome di terza persona fa capire una presa di distanza, inoltre l’articolo ipotizza che dalle intercettazioni ci sia tra i DS un sottopartito Unipol, quindi i DS possono “più agevolmente riprendersi la propria autonomia”. Il Riformista, benché abbastanza moderato nei giudizi, tende chiaramente verso il centro-sinistra, non colpevolizza i suoi esponenti e cerca di tracciarne un buon ritratto.

L’argomento dell’amnistia viene trattato in un commento a destra nella prima pagina con il seguente titolo:

Occhiello: Camera. Un flop annunciato

Titolo: Gli assenti mettono l’amnistia in freezer

Risulta chiaro che il giudizio morale sulla questione ricade pesantemente sugli assenti, persone che avevano firmato per chiedere l’apertura straordinaria di Montecitorio e che poi non si sono presentate. Il linguaggio utilizzato nell’articolo non è emotivo o sensazionalistico, bensì asciutto e poco ricercato, in modo da farsi capire da tutti: questo si nota dall’uso di “freezer” nel titolo, una parola che rende molto l’idea, per indicare l’arresto provvisorio della pratica.

L’editoriale di Oscar Giannino è un commento personale su Montezemolo ma l’apertura dell’editoriale specifica che la sua è solo un’opinione e che il Riformista in passato ha guardato con simpatia verso il presidente di Confindustria. L’articolo rimane comunque sul tranquillo, non usa toni esagerati o termini forti. Un articoletto di prima pagina scritto in caratteri corsivi (come l’editoriale) esprime una forte contrarietà sulla legge del falso in bilancio varata dal governo Berlusconi e la rapporta alla questione dell’amnistia: la prima si e la seconda non ancora. Tutti gli articoli interni che riportano commenti un po’ più pesanti sono scritti sempre in corsivo, altri articoli di puro commento, senza spingersi troppo nella polemica, invece no.

Libero

Genere: quotidiano nazionale di tendenza

Tiratura: si aggira intorno alle 80.000 copie giornaliere

Data di fondazione: 18 luglio 2000

Sede: Milano e Roma

Proprietà: Cooperativa editoriale libero

Fondatore e direttore: Vittorio Feltri

Nome testata: il nome riprende lo stile sul quale Feltri imposta il suo quotidiano, uno stile libero e spregiudicato che spara a zero su tutto ciò che crede ingiusto e che loda senza riserve quello che crede giusto.

Orientamento politico: è essenzialmente di centro-destra, ma non per questo lo elogia sempre e comunque: 'Cerchiamo spazi critici, vogliamo essere frondisti'. Quando è il caso, dice Feltri, 'do mazzate al governo'. Lo farà se le grandiose promesse di infrastrutture e opere pubbliche si ridurranno alla costruzione del Ponte di Messina ('a che serve se poi in Sicilia non ci sono le strade e se tra Catania e Palermo ti devi affidare al Padreterno?') e lo ha fatto quando sono state varate la riforma del falso in bilancio, la legge sulle rogatorie e l'abolizione della tassa di successione. 'Non erano leggi sbagliate, ma neanche una priorità per il paese'. (le parti tra virgolette sono state riprese da internet)

Analisi del contenuto

Titolo: Il piano della Banda Bassotti

Sottotitolo: Furbetti e moralisti insieme per far soldi e scalare il potere. Ma i conti erano sbagliati

Sotto il primo titolo della prima pagina c’è una caricatura di Ricucci, Gnutti e Fiornani vestiti come la famosa Banda Bassotti della Walt Disney. A sinistra un editoriale scritto dallo stesso Vittorio Feltri che critica pesantemente in chiave politica questa vicenda. Il commento prosegue pagina 3. il titolo, chiaramente di carattere paradigmatico, preannuncia i toni del commento. Il paragone tra Bancopoli e Tangentopoli è evidente per Feltri però “qualcuno storce il naso” (chiara allusione ai giornali di tendenza opposta alla sua). Feltri utilizza un linguaggio popolare e aggressivo: “roba da straccioni”, “capi e capetti”, “chi pronuncia il suo nome fa smorfie di disgusto e sputa per terra non avendo a disposizione il suo volto”, “spulciato”, “miglior fico del bigoncio rosso”, “moraleggia”, “il progetto è abortito”, ecc…, tutti termini ed espressioni che riguardano esponenti della sinistra e chi è immischiato con la faccenda. Dopo aver attaccato la sinistra e il suo “cavallo di battaglia” che è la morale, Feltri indirizza la critica in senso bipartisan e poi, in quattro tappe, riassume una spiegazione della vicenda “a prova di scemo”. Inoltre Libero presenta un commento in prima pagina (che poi prosegue all’interno) di Antonio Di Pietro, famoso a suo tempo per aver smascherato Tangentopoli. Il suo pezzo s’intitola “ebbene sì, la sinistra non è la migliore” e scritto da lui è un’ulteriore base delle idee espresse da Libero. Allo scandalo Bancopoli sono dedicate 5 pagine interne, delle quali l’unico titolo meno urlato è quello di pagina 2 “a Consorte contestati 50 milioni”, gli altri sono titoli cd paradigmatici come

Titolo: Soldi e potere: il piano era questo

Sottotitolo: Così faccendieri e moralisti stavano per scalare la finanza italiana

Titolo: Lo scudo fiscale di Consorte per i DS era cosa da mafiosi

Sottotitolo: Insulti e attacchi per la norma voluta da Silvio. Ma Consorte l’ha usata per rimpatriare 5 milioni

Titolo: “Sinistra, hai perso la superiorità morale”

Sottotitolo: Di Pietro: lo scandalo prova che i legami tra politica e affari sono bipartisan

Libero è un quotidiano che sa a chi sta indirizzando e cerca di catturargli l’attenzione con immagini e parole. Non ammette deroghe nel suo punto di vista, la situazione è così e basta. Nel secondo titolo è interessante notare che il presidente del consiglio è chiamato per nome e l’imputato per cognome, il che corrisponde al mettere una linea divisoria tra “noi” e “loro”, e la condivisione di idee dell’emittente con il destinatario. Questa cosa si ritrova anche in tutti gli articoli sulla vicenda Unipol. Nel rafforzare le sue opinioni, a pagina 3 Libero parla in un trafiletto di un politico cinese che per corruzione ha rischiato la pena di morte: l’immagine mentale che si forma nel ricevente è quindi un filo che collega Unipol – corruzione – Cina – pena di morte.

Sulla questione dell’amnistia, Libero dedica un titolo in prima pagina e 2 pagine interne:

Titolo: Amnistia, i deputati se ne fregano

Sottotitolo: Alle 9,30 ancora dormono: disertano il dibattito che avevano preteso

Un titolo che conferma quanto detto finora sulla filosofia del quotidiano. Una pagina interna è dedicata, altre che ad un’aspra critica sul comportamento dei parlamentari, alla lista dei parlamentari firmatari distinguendo tra assenti e presenti: ancora una volta Libero utilizza la tecnica delle liste di proscrizione per spettacolizzare ulteriormente ciò che sostiene. Sempre nella stessa pagina propone una soluzione alternativa all’amnistia: “privatizziamo le carceri o diamole alle regioni”, il tutto espresso, non a caso, in prima persona. Nella pagina seguente, il titolo definisce addirittura “latitanti” gli stessi parlamentari, mostrando una foto piuttosto cruda delle carceri, tante braccia sovrapposte che fuoriescono dalle celle.

Il Foglio

Genere: quotidiano nazionale di tendenza

Tiratura:

Data di fondazione:

Sede: largo Corsia dei Servi 3 (Milano)

Proprietà: ed. il foglio quotidiano società cooperativa

Fondatore e direttore: Giuliano Ferrara

Nome testata: esprime il motivo per il quale è stato creato, ovvero non sovraccaricare il lettore di pagine inutili, poche notizie e molti commenti tutti in un foglio di giornale.

Orientamento politico: centro-destra.

Analisi del contenuto

Tra il Foglio e il Riformista il discorso cambia poco, i contenuti sono diversi a causa dell’impostazione filosofica della testata ma le tecniche sono più o meno le stesse. I titoli si collocano a metà strada tra l’informazione e l’emozione, sono titoli che si scostano sia dallo stile moderato del Corriere che da quello urlato di Libero. Esempi:

Titolo: Due uomini e una banca

Sottotitolo 1: I pm sentono e risentono Consorte, le coop si preparano a sacrificarlo, Unipol offre un po’ di più per Bnl

Sottotitolo 2: Tutto ciò che tocca si trasforma in Opa. Così Gnutti ha creato una truppa di outsider bresciani

Il titolo ha una tipica accezione popolare ripresa dal proverbio “due cuori e una capanna” e per questo suona in modo ironico. Ad ogni sottotitolo corrisponde un editoriale sui due uomini del momento, Gnutti e Consorte. Questi editoriali sono più che altro brevi racconti delle vicende dei due finanzieri prima del disastro, vicende raccontate un po’ in chiave ironica (“il dottore in lettere, figlio di un sarto emigrato in America, senza però far fortuna”) ma sempre mantenendo le distanze emotive da ciò che si dice: non a caso scrive in terza persona e mette tra virgolette ogni singola citazione passata e presente dei due soggetti, esplicitando in questo modo la distanza che prende dalle opinioni espresse. Le notizie “in pillole” su quello che succede in Italia e nel mondo sono riportate in una colonna al centro (più o meno) della prima pagina: brevemente si dà un’idea dei fatti più importanti; il primo della lista riguarda l’amnistia. L’articolo, corredato da una vignetta umoristica di un parlamentare che sta sciando, racconta in uno stile comprensibile per tutti la vicenda, parlando delle critiche che si sono lanciati i deputati e i vari punti di vista. In ogni caso, sulla probabile colpa di Casini nello scegliere la data e l’ora ne fa un minimo accenno tra parentesi insieme ad altre cause, sottolineando che è un elenco prodotto da Grillino. I commenti dai toni più accesi e che puntano molto sul sarcasmo sono a pagina 2, nella rubrica “il deficiente”, nella quale si parla di tutto, dalla pubblicità della Barilla a Kate Moss al festival di Sanremo, ma in prima persona e con uno stile molto vicino a Libero, che non propone idee, le impone. In generale la seconda pagina del Foglio è tutta scritta in chiave ironica ed emotiva, critica in maniera molto evidente fatti accaduti utilizzando forme deittiche per guidare il lettore verso percorso deciso da loro. I fatti qui presentati non hanno un grande valore di notiziabilità per le altre testate, che magari le riportano nelle pagine più remote o non le riportano proprio, ad esempio la vicenda di un editore turco sotto processo per la pubblicazione di un libro offensivo o le dimissioni di un giudice spagnolo che si è opposto alla celebrazione di nozze gay. L’uso di figure retoriche come e metonimie (laurea fresca di inchiostro) e metafore (Annkara accende il rogo per bruciare “le streghe di Smirne”) rendono la lettura più coinvolgente e sfiziosa.

L’Unità

Genere: quotidiano nazionale di partito

Tiratura: varia intorno alle 120.000 copie giornaliere

Data di fondazione: 12 febbraio 1924

Sede: Roma, Milano, Bologna, Firenze

Proprietà: DS

Fondatore: Antonio Gramsci

Direttore: Antonio Padellaro

Nome testata: il nome rimanda chiaramente all’unità d’Italia, raggiunta dopo tre guerre d’indipendenza e una mondiale.

Orientamento politico: centro-sinistra

Breve excursus storico: è un quotidiano, organo del partito comunista italiano e poi, dal 1991, del Partito democratico della sinistra. Venne fondato a Milano nel 1924 da Antonio Gramsci raccogliendo l'eredità di altri giornali precedenti (Ordine nuovo, Il lavoratore, Il comunista). A partire dal 1926, dopo la legge fascista sulla stampa, venne pubblicato clandestinamente. Riprese le pubblicazioni regolari a Roma nel 1944 e a Milano, Genova, Torino nel 1945, il giorno stesso della Liberazione (25 aprile); dal 1957 sono rimaste solo le edizioni di Roma e di Milano. Da sempre serio portavoce del partito, nella seconda metà degli anni Ottanta anche il quotidiano cominciò a mostrare delle aperture alle novità: già nel 1986 l'uscita dell'inserto umoristico Tango diretto da Staino, pur facendo salire la tiratura di 50.000 copie fu oggetto di discussione all'interno per la sua spregiudicatezza, ma fu la svolta politica di Achille Occhetto, che portò anche nel giornale possibilità di critica. Un deciso svecchiamento si è sviluppato nel decennio seguente: nel 1994 è stato lanciato il secondo dorso (cultura, spettacolo, scienza e sport), l'anno successivo è stata avviata l'operazione di abbinamento quotidiano+cassetta e alcune edizioni locali sono state trasformate in un terzo dorso “Mattina”, dal 1996 al 1997 all'Unità è stato allegato il magazine “Diario della settimana”.

Analisi del contenuto

Titolo: L’unica amnistia è per il premier

Sottotitolo: Solo 136 i deputati per il dibattito alla Camera, ormai non c’è più nulla da fare

All Iberian, i giudici dicono: Berlusconi assolto perché ha cancellato il reato.

La testata inizia con questo titolo la sua prima pagina. In un riquadro rosso, sopra il titolo, viene riportata la dichiarazione precisa del ministro Castelli. L’argomento dell’amnistia prende subito sembianze di critica politica nei confronti del premier, con toni molto più accesi che negli altri quotidiani: il premier in sostanza è accusato di aver varato la legge del falso in bilancio ma non essersi preoccupato per l’amnistia, “se si fosse votata una legge per il premier sarebbe stato lo stesso?”. Il governo viene definito “indifferente” e precisa un passo non toccato dagli altri quotidiani: “tanti assenti tra i promotori con l’eccezione dei DS”. Alla doppia-questione (si parla non solo di amnistia ma di leggi varate solo se fanno comodo) vengono dedicate le prime due pagine interne e la sesta pagina (riferita più che altro a Berlusconi). L’editoriale è sempre legato alla questione sulle carceri; Nando dalla Chiesa parla di questo argomento con molta emotività (“richiamo che sconfinava nelle pieghe dell’anima”), non attribuisce la colpa a Casini ma al governo, dicendo che per difendere le condizioni dei detenuti è fondamentale non votare il centro-destra. Nel parlare di atteggiamenti comuni, riferiti cioè a tutti i cittadini, si rivolge al suo pubblico in prima persona, fa domande retoriche e utilizza una terminologia facile da comprendere. La questione dell’amnistia viene definita “spinosa”, specificano che “Lega e AN fanno muro” e proprio questo ostruzionismo mina alle fondamenta del provvedimento, parlano con toni duri soprattutto del ministro Castelli. La foto scelta per l’articolo è molto significativa, una folla di detenuti dietro le sbarre, chi in piedi a spingere, chi arrampicati in alto. L’emotività del titolo di pagina 3 si esprime anche con l’accenno a papa Giovanni Paolo II (“a tre anni dall’appello di Wojtyla…”) e la presa di distanza dalle posizioni di maggioranza con il termine “vergogna” tra virgolette, viene resa esplicita solo “l’indifferenza della maggioranza “ e non il fatto che anche molti deputati del centro-sinistra erano assenti. Sotto, un articolo sulle misere condizioni delle carceri. L’Aula ora deserta, “traboccava” per la votazione delle leggi pro-Berlusconi. Insomma, la testata non sente ragioni se non le proprie, il target a cui si riferisce lo sa e l’acquista per sentirsi dire quello che vuole sentire. Anche la vignetta umoristica in prima pagina è riferita all’amnistia. Sotto il primo titolo, c’è la foto dell’uomo di colore americano, titolo: “Nero ucciso dalla polizia. Aveva un coltello”. Il trafiletto racconta in breve la storia come già accennato nelle altre testate, spiegando che un testimone ha reputato l’uomo non pericoloso. Il titolo è comunque ambiguo, la seconda frase sembra la premessa della prima, come se la colpa effettiva fosse dell’uomo e non delle forze dell’ordine. Pagina 11, dove si rimanda per l’articolo, è occupata per metà da questo evento, il titolo addirittura parla di “brandire un coltello”, termine piuttosto brutale ed esasperato per esprimere il concetto di un uomo che ha tirato fuori un coltello. Nel corso dell’articolo è riportata la dichiarazione di uno dei due testimoni che afferma che l’uomo “agitava un temperino”; brandire e agitare si trovano agli antipodi dello stesso campo semantico. L’articolo, che continua nella sua ambiguità, non prende una posizione decisa nella vicenda, termina con la spiegazione dei problemi che ha dato la polizia negli ultimi anni per un eccesso di aggressività. Infine, in basso della prima pagina viene affrontato il tema Unipol al quale sono dedicate due pagine interne. I toni sono molti più tenui e concilianti, niente titoloni sensazionalistici o urlati, solo un uso ben ponderato dei termini.

Titolo: Consorte 4 ore in procura a Milano. Legacoop: se ha sbagliato vada via

Sottotitolo: 50 milioni: i magistrati contestano al presidente di Unipol alcuni “movimenti di denaro illeciti”. Legacoop: valuteremo se l’etica è stata violata.

Se nelle altre testate venivano subito evidenziati i soldi presi da Consorte, adesso si dice solo che è stato in procura, la Legacoop parla in maniera ipotetica, i “movimenti illeciti” sono tra virgolette e sono solo “alcuni”. Nelle pagine interne l’articolo di apertura parla solo dell’affermazione Legacoop: “Legacoop: valuteremo se l’etica è stata violata”, specificando nel sottotitolo le distanze prese dai vertici Unipol. L’articolo cerca di essere più imparziale possibile, apre con la spiegazione della posizione della Legacoop (accanto è anche riportata “la carta dei valori e dei principi della cooperazione” approvata nel 1993) e ribadisce più volte che la scalata su Bnl è nella legalità. Chiaramente la testata è vicino alle sorti della questione, usa la rima persona nel titolo e auspica che le sorti di Unipol siano decise al più presto per chiudere la questione Opa. Nessun accostamento alla politica viene fatto in questo articolo. Sempre nella solita pagina, in basso, c’è un articolo che vede Sposetti per soggetto, e la difesa per oggetto: “qui si rischia solo di diffamare”. La pagina seguente parte con : “Antonveneta, contestati a Consorte movimenti illeciti per 40-50 milioni”. Il verbo al passivo indica una presa di distanza da Consorte, inoltre nelle altre testate la cifra era una, qui oscilla tra un minimo e un massimo ed è chiamata “tesoretto”, si parla di “una serie di operazioni finanziarie finite ora nel mirino” e non di aggiotaggio o altri termini specifici; anche in questa situazione l’introduzione dell’argomento rimane molto sul generico, solo dopo inizia ad addentrarsi in qualche particolare tecnico, ma niente a confronto di altre testate. Cito la seconda metà dell’articolo: “Certo (espressione colloquiale) è quantomeno imbarazzante (è solo una questione di imbarazzo…) il fatto che il manager che dirige la compagnia assicurativa delle cooperative rosse abbia usufruito della legge, varata dal governo Berlusconi”; il finale: “ quei soldi guadagnati sui titoli Unipol erano destinati al duo di vertice dell’Unipol. Lo afferma Bertagnoli e Boni conferma. E l’operazione è davvero strana”. Mentre tutti i quotdiani, chi in chiave politica, chi finanziaria, chi etica, accusano i dirigenti Unipol, l’Unità parla di “un’operazione strana”. La testata si trova in un’evidente stato di difficoltà, non sa come gestire questa situazione che la tocca così da vicino, i toni forti e accesi che utilizza di solito o che ha utilizzato per parlare dell’amnistia e attaccare Berlusconi, adesso si spengono per lasciare posto a termini e frasi vaghe; in questa vicenda, insomma, le risulta problematico riuscire a trovare una via dove poter indirizzare il suo lettore modello.

Il Giornale

Genere: quotidiano nazionale di partito

Tiratura: varia intorno alle 250.000 copie giornaliere

Data di fondazione: 1974

Sede: via G. Negri 4 (Milano)

Proprietà: FI

Fondatori: ex giornalisti del Corriere della Sera

Direttore: Maurizio Belpietro

Orientamento politico: centro-destra

Breve excursus storico: è stato fondato a Milano nel 1974 con la testata “Il Giornale Nuovo”, mutata nell'attuale “Il Giornale” nel 1983, da un gruppo di giornalisti che avevano lasciato il “Corriere della Sera”. Diretto da Indro Montanelli, è gestito da una società di redattori. Nella società che gestisce la testata, la Società europea di edizioni, le cui azioni erano interamente ripartite tra i giornalisti fondatori del giornale, hanno fatto il loro ingresso l'imprenditore Silvio Berlusconi per il 36% e l'editore Boroli (proprietario della De Agostini) per il 12%. Nel 1994 Berlusconi cede la sua quota al fratello Paolo; nello stesso anno Montanelli lascia la direzione per contrasti con l’editore. Gli subentra Vittorio Feltri, che lascia la direzione alla fine del 1997, sostituito da Cervi.

Analisi del contenuto

Occhiello: Secondo i magistrati i soldi destinati all’ad della compagnia e a Sacchetti provenivano da investimenti in Borsa pilotati. Lui replica “sono il pagamento di prestazioni professionali”

Titolo: Da Gnutti 50 milioni ai vertici Unipol

Sottotitolo: Consorte interrogato per 4 ore: i pm gli contestano false consulenze e operazioni illecite. E le coop scaricano il manager

Nell’occhiello la frase discolpante è messa in fondo, tra virgolette e si specifica che è una replica, tre elementi che fanno capire la presa di posizione della testata; inoltre l’ultimo verbo utilizzato nel sottotitolo ha una valenza secca e negativa, un po’ l’opposto di quello che afferma l’Unità. Le prime tre pagine interne sono dedicate alla vicenda. A pagina 2 c’è un articolo composto perlopiù da citazioni di membri della Legacoop, tutte tra virgolette: la testata, almeno per il momento, si risparmia una presa di posizione e racconta i fatti tramite la bocca di altri. O forse una presa di posizione c’è, cerca solo di tenersi distante il più possibile dalla vicenda. Sul caso delle intercettazioni, titola il breve articolo così:

Titolo: DS, l’imbarazzo corre sul filo: “solo telefonate di un amico”

Sottotitolo: Il tesoriere Sposetti: nei colloqui con Consorte nulla di penalmente rilevante. Ma nel partito cresce la tensione

A differenza de l’Unità, il Giornale sottolinea il problema politico che ha dato luogo la vicenda Unipol: termini come “imbarazzo” e “tensione” vengono associati al partito DS. La foto di Sposetti sembra commentare da sola l’articolo: il tesoriere è pensoso, guarda nel vuoto e con una mano si sorregge il volto (tipica posizione pensierosa). Questo articolo fa chiaramente capire le posizioni politiche del giornale, è un attacco a raffica verso i DS. L’articolo riporta “pochi squarci” delle pubblicazioni, e il termine utilizzato non è casuale, rende l’idea di qualcosa che si è strappato. Usa una forma colloquiale “ecco” per richiamare l’attenzione del pubblico a cui si rivolge. Per la situazione in cui si trovano ora i diessini utilizza termini come “salvataggio”, “emergenza”, “blindare (Fassino)”, “minimizzare (la notizia), “ironie amare”, ecc…, e poi prosegue con una spiegazione “logica” del perché il comunicato stampa emesso da Sposetti è già in sé una dichiarazione di colpa. E qui partono le solite domande retoriche volte a stuzzicare l’attenzione dei lettori; l’articolo termina proprio con una domanda, piuttosto sarcastica, su cosa dovrebbe dire ai compagni. La quarta pagina è dedicata all’intervista di Giovanni Donigaglia, il capo della Coopcostruttori, ingannato da Unipol, o meglio, da Consorte. La prefazione indica chiaramente quali saranno i toni dell’intervista; la testata specifica subito che il sig. Donigaglia si riferisce a Consorte come “traditore”. Questa intervita è un ulteriore materiale informativo a supporto di quanto espresso fin’ora.

L’editoriale della prima pagina è dedicato alle carceri e il titolo punta molto al sarcasmo, “prigionieri di Saint Moritz”, a cui fa seguito un’aspra critica soprattutto verso i deputati di sinistra. Cervi però non tenta di prendere per mano il lettore e guidarlo come vuole lui, non usa cioè forme in prima persona o deittiche, magari usa termini forti come “scagliare”, “leone”, “parata di chiacchiere”, ecc… In prima pagina l’argomento amnistia parte con una foto di Casini che scruta Montecitorio con il binocolo e un titolo accanto:

Occhiello: Camera vuota: sinistra sott’accusa

Titolo: Chiedono l’amnistia ma disertano l’aula. Castelli: “vergogna”

Già dal titolo si capisce la loro interpretazione dei fatti. Le pagine 6 e 7 si occupano più a fondo della vicenda che prende una piega politica di accusa agli avversari. A pagina 6 c’è un piccolo trafiletto in basso: “Non c’è reato per Berlusconi”, primo titolo sulla questione che non ha un fare provocatorio. In breve viene spiegato che il presidente del Consiglio è stato assolto e per quali motivi, non una punta di critica, solo forme verbali passive e niente deittici, insomma, un breve riassuntino formale. A pagina 7, sopra l’articolo tuonano le foto dei sei “grandi assenti”, di cui uno soltanto della Cdl, e nel sottotitolo si evidenziano gli assenti del centro-sinistra senza accennare quelli del centro-destra. La prima pagina, inoltre, si occupa di un argomento singolare nelle testate fin’ora analizzate: “Cofferati è un cancro per l’Unione”, intervista uscita nel quotidiano di Rifondazione Comunista, Liberazione. La pagina interna è titolata “i problemi delle giunte rosse”. Ecco che la testata rivolge contro ai suoi “nemici” l’arma che si sono costruiti da soli.

Per concludere, le testate di tendenza scrivono quello che il loro lettore vuole sentirsi dire, cerca di ragionare come lui, e non ha bisogno di particolari tecniche per attirare la sua attenzione, qui sono particolarmente importanti i contenuti.

Il Sole 24 ore

Genere: quotidiano nazionale settoriale

Tiratura: supera le 400.000 copie giornaliere

Data di fondazione: 1865

Sede: via Monte Rosa 91 (Milano)

Proprietà: Confindustria

Fondatori: Pietro Bragiola Bellini

Direttore: Ferruccio de Bortoli

Nome testata: inizialmente il giornale economico si chiamava “Il sole”, poi nel 1966 si è fuso con il quotidiano “24 ore”

Orientamento politico: più che un orientamento politico segue la logica della classe imprenditoriale italiana ed è fonte di informazione per gli economisti. Anche se è un quotidiano specializzato non rinuncia ad esprimersi sui principali avvenimenti nazionali ed internazionali.

Analisi del contenuto

Occhiello: La Procura di Roma ipotizza un reato negli accordi tra Unipol e banca tedesca per la scalata a Bnl

Titolo: Indagini su Deutsche Bank

Sottotitolo: Contestati a Consorte movimenti illeciti per 50 milioni

Catenaccio: La compagnia assicurativa ricorre contro la decisione della Consob ma adegua il prezzo dell’Opa

Il Sole 24ore è l’unico quotidiano a titolare così in prima pagina la vicenda Unipol. È chiaro che si vuole entrare nello specifico tecnico della questione, infatti nelle altre testate si accennava poco o niente all’intesa tra Unipol e Banca Tedesca. E proprio questo è l’argomento delle prime quattro pagine interne. Gli articoli riportano citazioni di leggi e regolamenti in materia, si addentrano nei dettagli dell’Opa e del perché l’offerta è aumentata da 2.7 a 2.755. I termini utilizzati sono asciutti, tecnici, privi di emotività. Si fa accenno anche alla questione politica con un’intervista a Franco Bassanini: i toni non sono accessi, anzi, piuttosto imparziali e dice che l’unica responsabilità della politica è quella di non aver fatto leggi più sicure in situazioni simili. In basso c’è un articolo su Sposetti: qui qualcosa cambia nello stile. Le citazioni dal suo comunicato stampa sono tra virgolette, usate per spiegare la situazione, una situazione a cui però la testata vuole rimanere neutrale. In ogni caso, all’evidenza dei fatti, sembra che lo stesso giornalista si trovi ad ammettere che le cose non sono così pulite come vorrebbero i DS: “Ma è evidente che…”. A scanso di equivoci l’articolo chiude con una bellissima dichiarazione di Sposetti a chiusura bilancio 2004 sull’umiltà e l’etica da seguire. Nelle seguenti pagine il Sole 24ore ripercorre le tappe della storia italiana tra politica e scandali finanziari: la vicenda è quindi vissuta più in chiave economica-sociale che politica. I termini utilizzati sono molto pertinenti al campo economico, si cerca però di dare una certa enfasi a quanto si racconta: “ flagellare gli investitori”, “banchiere di Dio”, “genere noir finanziario”, ecc…

In prima pagina è interessante (e scontato) notare che non c’è accenno all’amnistia, infatti come argomento non è che riveste una grande importanza per i lettori del Sole 24ore. L’editoriale verte sulla nomina del nuovo governatore. Le citazioni dalle quali ricavano materiale informativo sono tutte tra virgolette, segno di una presa di distanza da quanto detto da terzi. Un titolo interessante nella prima pagina è:

Occhiello: Dall’Anas un milione di sanzione per i disagi di inizio dicembre

Titolo: Neve, autostrade multate

Sottotitolo: Gli automobilisti devono essere informati

Ecco un titolo che indica una chiara presa di posizione, in questo caso quella del consumatore che usufruisce delle autostrade e che non è stato correttamente informato; l’uso di un verbo modale rimarca l’incisività della frase.

Avvenire

Genere: quotidiano nazionale settoriale

Tiratura: supera le 100.000 copie giornaliere

Data di fondazione: 1968

Sede: piazza Carbonari 3 (Milano)

Proprietà: organo ufficiale della C.E.I.

Fondatori: Pietro Bragiola Bellini

Direttore: Dino Boffo

Nome testata: un pilastro della religione cattolica è il fatto che in futuro sarà ricompensato chi vive secondo le leggi di Dio nel presente.

Orientamento politico: non ha orientamento politico, è un giornale di tendenza cristiano-cattolica.

Analisi del contenuto

Occhiello: Carceri. Si proverà a lavorare su un documento che prevede l’indulto di due anni. Ma i tempi sono stretti

Titolo: Amnistia, si riparte dalla commissione

Sottotitolo: Alla seduta straordinaria della Camera 136 presenti. Casini: accordo impossibile, serve un nuovo testo

Questo è il titolo di apertura della prima pagina: i tono sono pacati, nessuno viene accusato di quanto è successo. Il verbo “proverà” al futuro esprime un bagliore di speranza per questa legge che le altre testate non hanno messo in evidenza, speranza che si deduce anche da “riparte”. Insomma, un giornale cattolico che nello scrivere prende spunto dagli insegnamenti religiosi di fede e speranza verso il prossimo. Solo pagina 7 è dedicata a questo tema. l’inizio dell’articolo sembra più l’attacco di una parabola “ tanto tuonò che non venne giù una goccia d’acqua”. Nell’articolo si parla di “sperare in un voto direttamente dall’assemblea”, i verbi sono utilizzati molto al condizionale, e ancora, non c’è nessuna colpevolizzazione, i fatti vengono raccontati molto semplicemente, citando qualche dichiarazione ma mai usando un tono aggressivo. Da giornale di settore qual è, dedica l’editoriale della prima pagina a una vicenda prettamente cattolica, il pellegrinaggio organizzato dalla Comunità di Taizè. Anche gli argomenti delle pagine interne sono completamente stravolti rispetto alle altre testate, solo una pagina (9) è dedicata a Consorte e la seguente alla nomina del governatore. Gli editoriali della seconda pagina parlano di petrolio, di clemenza (per le carceri) e la pace in Indonesia. Al centro una vignetta umoristica dove un angioletto guarda la scala che porta al paradiso e dice: “è l’unica scalata che ci interessa”. Benché sia solo una vignetta è esemplificativa della filosofia non solo del giornale ma anche dei propri lettori perché parla in prima persona plurale. In terza pagina trova spazio la questione dell’integrazione di minoranze europee come i rom. Nell’articolo vengono descritti con compassione, “vittime”, “protagonisti della cronaca nera”, il termine “zingaro” è usato con accezione negativa e tra virgolette come espressione di chi non li vuole. Il genere di scrittura non è troppo elaborato ma neanche tendente al semplicismo, si usano anche frasi subordinate.

La Nazione

Genere: quotidiano regionale

Tiratura: si aggira intorno alle 500.000 copie

Data di fondazione: 1959

Sede: Firenze

Proprietà: Poligrafici editoriali

Fondatori: gruppo di patrioti toscani

Direttore: Riccardo Berti

Nome testata: è un giornale toscano ma la testata sta ad indicare che non si parla solo di Toscana ma anche di ciò che accade in Italia.

Orientamento politico: ha sempre mantenuto, nonostante i rimaneggiamenti azionari e sociali, un carattere chiaramente conservatore.

Breve excursus storico: quotidiano italiano fondato a Firenze nel 1859 da un gruppo di patrioti toscani vicini a Bettino Ricasoli, che ne fu l'ispiratore. Nato nel clima di incertezze per il futuro politico della Toscana e per l'unità d'Italia, il giornale si affermò come il portavoce della volontà unitaria dei Toscani. Diretto all'inizio da Alessandro D'Ancona, nel quinquennio 1865-1870 acquistò notevole prestigio e ospitò scritti di Carducci, Settembrini e Capuana. Nel 1943 sospese le pubblicazioni, che ripresero nel 1947 sotto la direzione di Caprin; dal 1953 al 1961 direttore fu Russo, che fu anche il primo direttore dell'edizione pomeridiana del giornale (Nazione sera), e che venne poi sostituito da Enrico Mattei. La direzione passò successivamente a Bartoli (1970), Sensini (1977), Piazzesi (1980), Magi (1981). Acquistato dal gruppo Monti (Poligrafici Editoriali), nel 1980 il pacchetto di maggioranza è passato alla SPE, concessionaria di pubblicità. Agli inizi del 1985 il giornale è stato investito da una grave crisi quando la proprietà (il gruppo Monti) ha sostituito il direttore Magi con Ciuni, già direttore del “Mattino” di Napoli, il cui nome era apparso nelle liste della loggia massonica P2. Alla nomina si sono opposti i giornalisti con tanta decisione che Ciuni ha dovuto lasciare il posto a un nuovo direttore, Neirotti. Nel 1994 le cariche di vicepresidente, amministratore delegato e direttore generale passarono ad Andrea Riffeser Monti e nel 1997 è entrato nel gruppo anche “Il Giorno”.

Analisi del contenuto

La Nazione apre così la sua prima pagina:

Occhiello: Il caso. Dopo Madeira tragedia in Finlandia, morto un ragazzo di Follonica

Titolo: Vacanze maledette

Dal titolo si evince subito il carattere localistico della testata: il clou della prima pagina riguarda un ragazzo di Follonica, della regione di riferimento. Il titolo esprime un sentimento comune agli abitanti della Toscana (e non solo), la rabbia per le disgrazie che ogni anno si ripresentano nelle vite delle persone comuni; niente scandali politici o finanziari, solo il sentire comune. Inoltre, le prime tre pagine sono dedicate all’argomento. In prima pagina sono le foto, più che gli articoli scritti, a farla da padrone e ciò vale anche all’interno del quotidiano. Nella seconda pagina, a destra, c’è un commento della madre della ragazza che era nella stessa slitta del 17enne. L’articolo punta molto a colpire i sentimenti del lettore, specificando che “piange sommessamente” e che non erano stati informati del pericolo. Il termine “sogno” con tutte le eventuali declinazioni, è stato spesso utilizzato nel corso dell’articolo ed è riferito alla ragazza napoletana (che non compare nell’occhiello della prima pagina), in sostanza è un articolo molto toccante. Nella stessa pagina c’è anche il commento sul ragazzo, anche lui “sognava” questo viaggio, si punta molto sull’ironia della sorte, un desiderio finalmente avverato che poi si trasforma in tragedia. I termini usati sono particolarmente popolari, le frasi mai troppo lunghe, il target medio della testata deve ritrovare sé stesso, la propria quotidianità nel giornale che legge. Infine, il centro della pagina è occupata da un’intervista a Patrizio Roversi che incita “informatevi bene. Non si può scherzare con la sicurezza”. Nella pagina seguente viene ricostruita anche con disegni la dinamica dell’incidente. L’articolo sottostante è dedicato alla questione “burocratica”; anche qui frasi brevi e coincise, il solito linguaggio emotivo. Un piccolo titolo della prima pagina, piuttosto scarno, rimanda a tre pagine interne la vicenda Unipol. Anche qui la vicenda è spiegata in maniera abbastanza semplicistica, i concetti vengono espressi in maniera chiara e coincisa, anche se non dà dei grandi spunti di riflessione. La questione politica che è venuta fuori dalla confusione è appena accennata nelle prime due pagine che si occupano dell’argomento, ma affrontata direttamente nell’ultima.

Occhiello: Il tesoriere della Quercia e i colloqui con Consorte

Titolo: Intercettazioni, l’ira DS “si conosceva già tutto, è un complotto mediatico”

Sul titolo ci sono molte cose da dire. Tanto per cominciare “ira” è un termine con un campo semantico piuttosto forte e incisivo, inoltre le foto che l’accompagnano sono in piena sintonia con quanto detto perché si vedono Fassino e Sposetti tenersi il volto tra le mani. Inoltre la forma verbale riflessiva “si conosceva” è tipica toscana, solitamente nelle altre testate viene utilizzata la prima persona plurale. Infine, la dichiarazione del complotto mediatico è espressa con chiarezza solo in questa testata, praticamente questa è la parola con cui si difendono i DS secondo la Nazione.

La pagina seguente si occupa della nomina del nuovo governatore, nel titolo è utilizzata un’espressione tipicamente sportiva, e per questo popolare: “resta in pole” (riferito a Draghi); ecco un’ulteriore conferma del carattere popolare della testata. La Nazione non usa la prima persona (almeno non di frequente) nei suoi articoli, al massimo negli editoriali, i suoi caratteri distintivi che la avvicinano al suo pubblico sono:

· Semplicità nella terminologia

· Frasi brevi

· Espressioni popolari e vicino alla gente comune

· Argomenti di carattere localistico

· Emotività nel raccontare vicende locali

· Uso massiccio di materiale fotografico, si preferisce avere un’immagine che serve da supporto alla vicenda raccontata in breve.

Il Corriere di Arezzo

Genere: quotidiano provinciale

Tiratura: si aggira intorno alle 30.000 copie giornaliere

Sede: via F. Petrarca 4 (Arezzo)

Proprietà: editoriali quotidiani s.r.l.

Direttore: Federico Fioravanti

Nome testata: la testata riprende il nome del Corriere della Sera

Orientamento politico: dal Corriere della Sera non riprende solo il nome ma anche il genere, infatti segue una linea moderata e difficilmente attacca l’amministrazione comunale.

Analisi del contenuto

Anche il Corriere, come la Nazione, segue un’impostazione semplicistica ma molto più localistica. La prima pagina è interamente dedicata alla cronaca locale, nel lato destro dei piccoli riquadri dove vengono brevemente spiegati i fatti ampiamente trattati nelle altre testate (amnistia, Unipol). Il titolo principale è il seguente:

Occhiello: Inutili i tentativi di rianimarla. Vittima una 33enne moglie di un finanziere

Titolo: Muore travolta da un’auto

Sottotitolo: Tragedia nel centro di Ambra: andava a fare spesa

I titoli sono brevi e incisivi, in poche parole devono infondere curiosità e la conseguente voglia di acquistare il giornale. All’interno del quotidiano, solo pagina 3 e 4 sono dedicati rispettivamente all’amnistia e a Unipol. Tutti gli argomenti che riguardano il mondo sono affrontati in maniera elementare, niente spunti di riflessione, niente frasi lunghe e contorte, i concetti sono chiari e spiccioli, trasmette al suo lettore il minimo indispensabile. Interessante è invece l’analisi della parte locale del Corriere. Già accennata nella prima pagina c’è l’intervista al questore, un uomo “elegante come sempre”. L’intervista non è mai riportata fedelmente, a me è capitato di essere intervistata dal Corriere e il giorno dopo ho trovato scritto domande che non avevo ricevuto e risposte incollate tra di loro; in sostanza quello che i giornalisti vogliono fare è di seguire una trama, un filo logico che porti l’intervista ad essere interessante e comprensibile per il lettore. Se i giornali di tendenza o di partito utilizzano determinati metodi per guidare il destinatario in una logica mentale ben precisa, i giornali locali invece, cercano con la sola semplicità di attirare il consumatore: in un mondo caotico dove i grandi interessi politici ed economici la fanno da padrone, ecco che l’abitante di una città come Arezzo riesce a collocarsi in uno spazio suo e ben definito. In questa testata si parla più di sé che in altre, è una realtà più vicina, le fotografie ritraggono luoghi che vediamo nella quotidianità. Magari il fatto che iniziano i lavori a s. Domenico perché sono finalmente arrivati i fondi non è importante per un senese ma per un aretino si. E proprio questo vuole sapere l’aretino: cosa succede nella sua città e nella sua provincia. Il Corriere non ha bisogno di espedienti come l’uso della prima persona, sono direttamente i contenuti ad attirarlo, le fotografie, gli argomenti trattati con un pizzico di complicità, in poche parole, il giornale adotta uno stile che rispecchia la vita del cittadino medio: SEMPLICE, pochi ghirigori e tante piccole cose che servono a rendere la sua giornata intensa.