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Storia e mito di una icona transgenerazionale

21/07/2006 27484 lettori
4 minuti

Sono poche le pubblicità che restano indelebili nella memoria, ancor meno quelle che mantengono nel tempo un certo potere evocativo.

Tra queste, un posto d'onore spetta di diritto alla celebre icona Coppertone, realizzata da Joyce Ballantyne Brand, una nota (soprattutto negli States) disegnatrice di pin-up e pubblicità. Vale la pena ricordare brevemente i suoi esordi nonchè la sua brillante carriera. Durante gli anni della Grande Depressione produceva e vendeva graziose bambole di carta da vestire, in seguito disegnò molti calendari ("con ragazze sempre vestite", amava ricordare a chi l'intervistava), e creò immagini per l'industria automobilistica, alimentare e persino "il bimbo che dorme" apparso sulle confezioni di pannolini Pampers. Per 20 anni è stata anche illustratrice per lo Sports Afield magazine. I suoi artwork sono da sempre ricercatissimi da collezionisti d'arte e memorabilia.

La signora Ballantyne Brand, scomparsa lo scorso Maggio all'età di 88 anni, per la campagna dei prodotti solari nel '59 ritrasse sua figlia Cheri (che all'epoca aveva tre anni) e per il cane si ispirò allo Spaniel nero dei suoi vicini di casa. Per quel lavoro artistico fu retribuita con 2500 $, ampiamente "ammortizzati" dalla Coppertone che vide aumentare esponenzialmente il valore e la notorietà del suo marchio nonchè le vendite proprio grazie a quell'icona ingenua e divertente.

L'illustrazione della Coppertone campeggiò per anni su cartelloni e gigantografie presenti sulle arterie stradali statunitensi che conducono alle località marine, così per milioni di americani la piccola bambina bionda inseguita dal cane birichino è sinonimo per eccellenza di vacanze estive (come dichiarato da People, nel 1993), e nei decenni, questo effetto non si è mai affievolito, anche nel resto del mondo.

Titti Zingone